SICILIANI: TRA "MAFIE" E CLIENTELE

appunti di viaggio di Rosalba Mancuso
addì Sabato 10 Maggio, A.D. 2003

«I siciliani sono tutti mafiosi». «I siciliani sono tutti lecchini».

Queste le accuse peggiori che da oltre un quarto di secolo ci vengono mosse da chi siciliano non è. Accuse ingiuriose, che ci feriscono nell'anima e nel profondo della nostra dignità di siculi veraci. Ma perché questi poco cortesi epiteti continuano a perseguitarci ad ogni angolo di mondo? C'è forse una ragione, un piccolo fondo di verità?

L'altro giorno, mentre viaggiavo in treno, ho incontrato, guarda caso, un conoscente che, tra una confidenza e l'altra, mi ha parlato del clima elettorale, dei discorsi, delle speranze della gente, concludendo con una frase lapidaria ed emblematica: «Chi bbo fari signurì... semmu tutti licchini, se vulemu travagghiari amma gghiri appressu e politici». La dichiarazione non merita alcun commento, ma di esempi se ne potrebbero citare a migliaia. Ed oggi, alla vigilia delle elezioni comunali e provinciali, cosa accade dietro le quinte del voto? La stessa, identica, storia di sempre.

Frotte di cittadini si dispiegano attorno a questo o quel politico, per ottenere un favore, magari un posto di lavoro per il figlio disoccupato. Un fenomeno quello del clientelismo, si sa, fisiologico della nostra cultura, dove l'enormità del bisogno prende il sopravvento sulla dignità del diritto. Essere mafiosi o lecchini vuol dire che i siciliani sono avvezzi alla politica dei favori e delle clientele perché hanno fame di diritti, perché non hanno lavoro, perché non sono coscienti del proprio ruolo.

Ma ecco cosa rispondono alcuni intellettuali siciliani sull'argomento: «I siciliani mafiosi e lecchini lo siamo davvero. Non dobbiamo offenderci quando ci etichettano così a noi siciliani fa comodo ottenere un posto tramite favori, viste le scarse opportunità occupazionali…. Ma anche ai politici fa comodo elargire favori ai propri seguaci per alimentare un serbatoio di voti che è anche garanzia di potere, è solo sotto questa luce che possiamo spiegare la nascita degli articolisti, o di altre nicchie privilegiate di assistenzialismo...».

Detta così sembra che la cultura meriodionalista sia meschina e mediocre. Lo è davvero, purtroppo, ed a tutti i livelli, senza distinzione di partito o colore politico. Dobbiamo invertire la rotta perché di questo passo la nostra terra non avrà futuro, se continueranno a lavorare solo gli amici degli amici le migliori risorse finiranno altrove, con grave danno per la nostra economia.

Dice Maurizio Costanzo che «alla Rai bisogna assumere un socialista, un democristiano, un comunista ed uno bravo". Dopo questa tornata elettorale forse ci sarà un incremento occupazionale, ma "per favore" non facciamo lavorare sempre e soltanto i "soliti noti!".

 

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