UNA MORTE INUTILE (Cinisi PA,
30 marzo 2008)
appunti di viaggio di Sebastiano Caruso
addì giovedì 10 aprile, A.D. 2008
Talvolta documentarsi per
bene, studiando o semplicemente vedendo un film, dentro di noi avviene
una reazione non sempre voluta, che ti porta una catena di emozioni,
speranze e consapevolezze.
Talvolta seguendo
l'istinto di quelle stesse emozioni vuoi conoscere meglio il personaggio
che hai studiato per il suo coraggio, per la sua voglia di fare, per la
sua voglia di legalità e per l'amore per la sua città. Parlo di Peppino
Impastato.
L'ultima domenica di
marzo, andando a suonare con la mia banda musicale nella splendida città
di Cinisi, non ho potuto fare a meno di conoscere di presenza i luoghi
che videro Peppino impegnato in prima persona nella sua personale lotta
alla mafia e alla corruzione. La sua casa, sul lato destro di Corso
Umberto I, dove oggi si vedono due bandiere (Partito Comunista e della
Pace), e veramente cento passi più avanti o poco più la casa di Tano
Badalamenti, sul lato sinistro del Corso. Impressionante! La grande
piazza del Municipio, leggermente scoscesa, con da un lato la chiesa
Madre di Santa Fara, sotto la quale Peppino tenne una protesta contro il
Sindaco di allora per la costruzione dell'autostrada. Tutto sembra
magico, ti da i brividi, tutto sembra fermo a trenta anni fa, tutto
sembra fermo a quel 9 maggio del 1978... tutto si è fermato.
Durante la pausa dopo aver
visitato tutti quei luoghi che Peppino fece suoi per sempre, decisi di
parlare con qualcuno, magari più anziano che conosceva Peppino o che ne
avrebbe almeno sentito parlare. Parlando con un primo signore, capii
quanto era amato il giovane Impastato "con quel cognome pesante da
portare, ma con la voglia di mettere le cose a posto" ma da quello
stesso colloquio capii quanto fosse ancora scomodo parlare di lui: "paci
all'anima so, oramai su trent'anni".
Da qui ho dedotto che
l'alone della Sicilia omertosa è ancora pesante ed incombente, la
Sicilia che si tappa bocca, occhi e orecchie esiste ancora.
Non demordo e anzi m metto
alla ricerca di nuove informazioni, a dire il vero nessuna delle persone
da me raggiunte ha voluto conferire dell'argomento forse perché scomodo
veramente; qualcuno addirittura quasi mi accusa: "ma a te che sei della
provincia di Catania cosa ti importa di quel politicante di quattro
soldi?"; altri lo hanno addirittura dipinto a modo loro: "voleva andare
contro chi dava il pane alla gente".
Naturalmente c'era e c'è
ancora chi ama Peppino e le sue idee e persegue la lotta alla mafia, e
me lo fa pensare il fatto di leggere su un muro di una scuola una famosa
frase di Peppino (La mafia è una montagna di merda), oppure vedere
scritto su di un cartello il nome di un politico siciliano chiaramente
colluso con la mafia e pure condannato dalla legge italiana, ma ad oggi
in stato di libertà. C'è quindi quella voglia di parlare, ma lo fanno in
sordina, si preferisce la scritta sul muro o meglio l'insulto su un
cartello che gridarlo ai quattro venti.
Allora a Cinisi non è
cambiato nulla: è rimasto tutto come trent'anni fa, è stato tutto
inutile, è stata una morte inutile!
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