Gli editoriali di
Militello.Info
Domenica 20 giugno 2010
Quando si vuole...
Qualche giorno fa si è
conclusa la terza edizione del Festival Primaverile della musica,
un’occasione per la nostra città per misurarsi con grandi realtà
musicali e ospitare giovani talenti e grandi maestri tutti insieme in un
connubio eccezionale.
Tutto si è svolto nella
splendida cornice dell’Auditorium “San Domenico”, ottima sede per
bellezza architettonica ma scadente in termine di acustica, ma poco
male, quando c’è la voglia si supera qualsiasi ostacolo.
Quello che voglio porre
all’attenzione del lettore non è la mera cronaca di una manifestazione
che ormai sta acquisendo il suo prestigio oltre i confini regionali,
quanto il gran lavoro di sinergia fra ente comunale e associazione.
Infatti imbattendomi
per il terzo anno nell’organizzazione della manifestazione mi sono
accorto quanto sia bello, e non molto difficile, riuscire a sfornare
cose eccezionali senza addentrarci in beghe politiche o peggio
burocratiche che solo la pubblica amministrazione sa regalare.
Attenzione, non è tutto
oro ciò che luccica! I contrasti con l’Assessore alla cultura sono stati
persino forti, specie quando si toccano i punti economici, però poi
accorgersi di cosa si è capaci cooperando apre gli occhi e la mente e fa
superare tutti gli ostacoli.
I bilanci comunali, è
risaputo, sono asfittici e un paio di migliaia di euro non bastano certo
per organizzare una manifestazione di un certo livello. Ed ecco scendere
in campo la virtù, tanto conclamata in caso di necessità. Qualche
telefonata, due conti, qualche sponsor, tanta buona volontà ed ecco
fatto! Quintetto di fiati dell’Orchestra Sinfonica dell’Ersu, un grande
concerto di lirica con eccezionali artisti siciliani e un masterclass di
ben tre giorni con grandi della musica come Gianluca Gagliardi e Andrea
Giuffredi. Ricevere chiamate e mail da maestri e presidenti di altre
associazioni musicali mi riempie d’orgoglio, specie quando ci si può
vantare di aver organizzato il massimo con il minimo sforzo.
Pochi giorni di
tensione e qualche ora di impegno hanno portato ad un risultato
entusiasmante, tanto da far scappare al Sindaco la promessa di far
crescere questo festival. Io me lo auguro, cosi come spero che
l’organizzazione di questo festival, intesa come sinergia tra
amministrazione e associazioni locali, possa portare a qualcosa di buono
in questo paese, perché, credetemi, non c’è più tempo da perdere!
(Sebastiano Caruso)
Sabato
11 ottobre 2008
La... Suora della
Mostarda
È universalmente
(forse) riconosciuto: il paesello bello bello di Militello è il paese
dei "botti" e dei Santi: Benedetto, Salvatore, Maria. Ognuno è patrono e
mentore, punto di riferimento e polo di attrazione turistica per le
omonime festività di luglio, agosto e settembre. Poteva mancare
ottobre?
Nella vita si azzarda
tutto: in famiglia, sul lavoro, nella relazioni interpersonali, nella
politica. E l'azzardo fa correre il pensiero al re dei giochi
in cui la
vincita dipende in buona parte dalla sorte: il poker. Avendo in mano due
fanti(santi) ed una (ma)donna... l'esperto giocatore, nel cambio di carte
in mano e nel tentativo di fare un punto migliore... si vede "entrare"
la seconda donna per una "doppia coppia" che potrebbe anche far vincere
il piatto. Così, dopo santi e madonne, entra in scena la... Suora della
Mostarda.
Si, la Suora della
Mostarda, che ad alcuni parrebbe somigliare alla Serenissima Donna
Giovanna d'Austria, scesa in campo per risollevare le sorti di un paese
ormai dagli uomini destinato all'oblio più cupo. La marchesa scende in
campo abbandonando lo scranno regale per posizionarsi agli angoli delle
strade e contribuire alla rinascita del paesello vendendo mostarda e
fichidindia. Ma siccome la nobildonna è poco usa ad un lavoro così
popolare... ecco che si ferisce un occhio proprio con una spina del
prodotto messo in vendita. Poveretta!
Il prossimo fine
settimana (17, 18 e 19 pp.vv.) Militello ospiterà la "maggiorenne" Sagra
della Mostarda e del Ficodindia. E per festeggiare nel migliore dei modi
il 18º compleanno della vetrina paesana, i sagaci addetti comunali al
marketing sono riusciti a partorire ciò che da più parti è stato
battezzato come il manifesto pubblicitario più brutto di tutti i tempi.
Povera Donna Giovanna d'Austria, alla berlina con mostarda e
fichidindia. Ignota è la mano del realizzatore del tutto; stranamente il
manifesto non riporta né l'autore della riproduzione della Serenissima
né, tanto meno, il videocompositore del tutto. Forse il professionista a
cui è stato commissionato il lavoro non se l'è sentita di sputt...
"firmare" l'opera? Qualcuno potrà dire... "se se ne parla, nel bene o
nel male, significa che è stato fatto centro e che questo manifesto ha
suscitato comunque interesse"; allora... possiamo anche metterci a
disquisire sullo sterco di vacca! Ma sempre sterco rimane!
Una buona azione di
marketing vorrebbe che fossero ben evidenti sia il prodotto che il luogo
in cui si svolge l'evento. Il primo è si ben evidente con quei
fichidindia mondi della buccia ed il prodotto "mostarda" che fuoriesce
dagli "stampi" in terracotta. Ma il luogo? Il solo nome basta per
accattivare l'attenzione del disattento passante che pone lo sguardo sul
manifesto pubblicitario? Evidentemente sì, nella mente dell'ignoto
esperto creativo. Evidentemente sì, perché il personaggio di Donna
Giovanna d'Austria è universalmente noto e conosciuto (soprattutto a chi
vive fuori dalle mura del marchesato di Militello) al pari di Monna
Lisa, della Nike di Samotracia, di Madre Teresa di Calcutta e di chi più
ne ha più ne metta. Riprova ne è il fatto che nella sola patria della
Serenissima Giovanna i sudditi (concittadini) stessi l'hanno scambiata
per una suora (per non pensare male!). Purtroppo anche nei paesi limitrofi
e nel
capoluogo etneo il commento è stato lo stesso!
Per promuovere l'evento
dell'anno (la 18ª Sagra), la pubblica amministrazione militellese non si
è risparmiata neanche in termini di battage pubblicitario, mettendo in
campo una affissione "selvaggia" della "suora" militellese che fa bella
mostra di sé non solo sui muri militellesi, ma in ogni angolo e dove dei
comuni vicini e del capoluogo etneo. La povera Donna Giovanna è
dappertutto, soprattutto dove non dovrebbe essere! Qualcuno del Comune
(qualche amministratore?!?) ha evidentemente incoraggiato anonimi
attacchini a piazzare "a tappeto" i manifesti che così compaiono su pali
che sorreggono cartelli stradali, su muri, su barriere "New Jersey", su
camion vetrina, su staccionate, su recinzioni e, se non stiamo attenti,
ce li ritroviamo anche sulla schiena. Il tutto, beninteso, a sicuro
vantaggio delle casse comunali che hanno visto sì un'uscita di danaro
per la pubblica e privata affissione (quella regolamentata che prevede
l'utilizzo di spazi ben precisi ed individuati, ma costosissima) ma che
hanno visto anche il risparmio ricavato dall'affissione selvaggia: solo il costo
di qualche rotolo di scotch trasparente e di colla da fornire agli
anonimi attacchini di cui sopra. L'effetto che ne è sortito e pari allo
spettacolo di indecenza (manifesto selvaggio) a cui si assiste nei
periodi elettorali. Ma il Comune non dovrebbe essere il primo a
rispettare le Norme e le Leggi? (alma)
Venerdì
25 aprile 2008
L'insuccesso della
politica; verso le elezioni, nel "deserto"
Una volta si cominciava
con i pacchi di pasta. C'erano poi le immancabili promesse, i solenni
impegni per la città. Le solite bandiere davanti alle sedi dei partiti,
le mobilitazioni di massa. Manifesti, volantini. Della politica del
passato non c'è più nulla. Manca l'atmosfera, non c'è più pathos. Meno
male, direbbero in tanti... E adesso? A metà maggio scadranno i termini
per presentare liste e candidati al governo della città. Non c'è traccia
di simboli e uomini. Troppe paure, presunti accordi, mezze relazioni,
trame da costruire. La politica militellese continua a perdere colpi.
Siamo giunti al punto più basso.
Chi parla del paese e
delle inefficienze? Chi si propone e con quali programmi? Con quali idee
e interventi? Le elezioni regionali hanno confuso il dato, escluso
certezze. Dei nomi dei probabili candidati, in "circolo" nelle piazze da
qualche mese, sembra essersi persa ogni traccia. Nessun comizio di
ringraziamento (ma chi ha vinto?), nessuna "fuga" in avanti. Sono troppe
le delusioni, le mezze vendette politiche da consumare, le attese
tattiche. Il paese, intanto, langue. Girare la mattina, nelle piazze
Vittorio Emanuele e Municipio, non è allettante. I cittadini sono
frastornati, quasi disinteressati da tanta apatia. Insensibili. E non a
torto. Ma cosa succede a Militello? Ci sono presunti movimenti che da
due anni ruotano a destra e a manca, nuovi partiti ingessati, tra le
maglie di eccessi di burocrazia, riunioni-fiume con evidenti scopi
dilatori. A chi serve tutto questo?
Chi parla del paese e
delle inefficienze? Chi si propone e con quali programmi? Con quali idee
e interventi? Da pochi giorni è partita la blogmania per individuare il
sindaco. Un tentativo nobile per muovere le acque stagnanti: l'idea di
Giuseppe Matteo Amenta - ripetuta giorni dopo da un altro webmaster -
appare degna di attenzioni. Ma il paese resta a guardare. E ad
aspettare, interrogandosi sull'ultima ora delle candidature. Se queste
sono le premesse, dopo anni di tormento civico e lamentele, credo che ci
siano poche speranze. Del resto, in un'altra pagina di questo sito, con
altre riflessioni, parlavo di futuro nerissimo per Militello.
Chi parla del paese e
delle inefficienze? Chi si propone e con quali programmi? Con quali idee
e interventi? Sento nomi diversi, anche di chi non sarebbe disponibile a
partecipare alla competizione. Ma di proposte concrete, di candidature
ufficiali, nemmeno l'ombra. Si prosegue a fari spenti. In linea, del
resto, con il paese buio. Qualcuno attende il "via" ufficiale da
Catania. Altri da Scordia. Forse da Piano Mole.
Sabato 12 aprile 2008
Votare. Perché?
Votare è un diritto,
non un dovere. Nessuno mi obbliga ad entrare nella cabina della sezione
elettorale per esprimere segretamente la mia opinione. Ma il mio diritto
lo debbo esercitare. Certo, come cittadino ho anche altri diritti che,
però, chissà perché mi vengono negati, ma questa è un'altra storia.
Ma perché debbo votare?
Debbo eleggere che rappresenterà i cittadini per tutelarli e per
difenderne i diritti e stabilire quali ne saranno i doveri.
Quando però mi guardo
intorno, allora la voglia di esercitare il mio diritto viene meno. Non
me la sento di "appoggiare" chi, per promuoversi, non utilizza gli spazi
predisposti ma utilizza il metodo del "manifesto selvaggio", magari
facendo coprire l'immagine di un altro candidato. Oppure quando trovo
l'asfalto delle strade abbellite dai "santini" elettorali. O, ancora,
quando la buca delle lettere è piena di corrispondenza (elettorale) non
richiesta. È questo il rispetto che hanno le persone che chiedono di
essere votate?
Aborro i politici che
ti cercano solo in determinate occasioni. O che riempiono una lista con
nomi che mai e poi mai potranno essere eletti; nomi messi lì tanto
per... tirare acqua al mulino delle... poltrone.
Non me la sento di
votare per un candidato che oggi si presenta per una lista, mentre alle
precedenti consultazioni il suo partito era un altro. Non voto per chi
viene eletto con una coalizione, per poi vedergli cambiare bandiera dopo
poco tempo.
Non voglio mettere la
mia crocetta per il candidato che gira in moto senza casco ed in
automobile senza le cinture allacciate.
Perché devo votare? Per
garantire la "poltrona" a qualcuno? Per garantire il potere ad un
partito, o coalizione, che poi penserà a "spartire" il territorio in
base alle esigenze di "scuderia"... tre sindaci nostri qua; due sindaci
del nostro alleato là; la regione ad una lista, la provincia ad un'altra
ed il comune... vediamo a chi darlo dopo l'esito delle regionali. E
allora a cosa cavolo serve il mio voto?
Perché devo esercitare
questo mio diritto costituzionale? Per far eleggere un candidato che
poi, magari, dopo due mesi si dimette per potersi candidare per un'altra
poltrona, pardon, consultazione elettorale? Oppure devo appoggiare un "trombato"
che si ostina a volersi far eleggere; per la poltrona, sennò per cosa?
Non mi piace la
politica delle poltrone da occupare a qualunque costo. O degli "uomini"
che vengono candidati ed appoggiati dal politico più potente del luogo,
tanto per piazzare qualcuno da poter manovrare ad hoc. Non mi piace
vedere tanti giovani che si buttano di testa dentro questo o quel
partito perché così, un domani... chissà!
E che dire di tutto gli
amministratori che... dormono per quasi tutto il mandato, ma si
svegliano inspiegabilmente allo scadere, sfoggiando il meglio del meglio
a favore della cittadinanza, tipo strade asfaltate ed altri lavori di
pubblica utilità?
Non mi piace questa politica.
Non mi piace il voto di
scambio, perché di questo si tratta! Ti voto nella speranza di averne il
mio tornaconto. Proprio non mi piace. Non mi piacciono le trite e
ritrite promesse elettorali che, abitualmente, mai saranno mantenute. O,
peggio ancora, votare persone colluse o condannate? Perché devo far si
che uno qualsiasi dei candidati possa godere, dopo pochi anni di
mandato, di un vitalizio, mentre un normale lavoratore non sa, oggi, se
riuscirà ad avere una pensione degna? Votare per garantire tanti e tanti
e tanti ancora privilegi a chi verrà eletto? Non me la sento di rendermi
complice di tutto questo!
Quando sarò nella
cabina elettorale (perché il mio diritto lo voglio esercitare) rifarò
tutte queste considerazioni. (alma)
Sabato
10 novembre 2007 - Cassonetti con le gambe
L'evento
Partita la
riorganizzazione del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti (col
sistema "porta a porta") di Kalat Ambiente, la società d'ambito per la gestione integrata
dei rifiuti che ha provveduto a consegnare alle famiglie di una zona
circoscritta della città piccoli contenitori marroni per la raccolta di
rifiuti organici. In altre zone del paese, invece, sono stati dislocati
apposi cassonetti per la raccolta differenziata.
Il Commento
Militello uguale
anarchia totale. Nella perfetta apatia di chi dovrebbe controllare e
sovrintendere.
Militello è la Città
del Milite e, si sa, i militi (inteso militari) sono avvezzi agli
spostamenti di massa, alle lunghe marce, alla faticanti "manovre"
costruite per creare "diversivi". E così non da meno sono i cassonetti
preposti alla raccolta differenziata. Infatti Kalat Ambiente ha
provveduto ad ubicare lungo il centro abitato gli innovativi
"contenitori" provvisti di autonomia deambulatoria!
In una via delle zone
di espansione abitativa del paese, l'azienda calatina ha provveduto ad
ubicare, in due parti distinte di una delle tante strade, due cassonetti
(di cui uno, marrone, per il deposito degli "organici"). Non passa
neanche un'ora che un solerte cittadino provvede ad utilizzare il
contenitore marrone (per gli "organici"). Ma una signora appostata alla
finestra, notando il civile gesto, ha pensato bene di "sgridarlo": «Non
getti nulla in quei contenitori, così capiscono che se li lasciamo
vuoti... lì non li vogliamo! Gli organici stoccati lì? Ma siamo pazzi!
Ed i moscerini? Ed il tanfo? E gli animali? E d'estate, col caldo?». Ed
ecco bell'e servita la rinomata civiltà del popolo militellese. Ma forse
questa "presa di posizione" non basta! Occorre la collaborazione
proprio... degli stessi cassonetti!
Che cosa succede,
allora? Succede che i cassonetti, offesi, nottetempo decidono di
spostarsi nella via di sopra, ben distante dalla loro originaria
posizione. Ma forse nel loro nuovo "nido" non si trovano bene, tant'è
che la notte successiva i suddetti cassonetti si spostano nuovamente, ed
autonomamente, qualche metro più in basso. Forse questo nuovo "alloggio"
è più consono. No! I cassonetti passano qualche giorno in quella nuova
posizione, ma non riescono ad adattarsi! Forse i nuovi vicini
militellesi non li accettano; forse sono anche là vittime di
segregazione razziale (uno dei cassonetti è marrone!), chissà! No,
proprio non ci si trovano! Ed allora, qualche giorno dopo, con il favore
delle tenebre, i due cassonetti decidono di tornare a vivere nel posto
iniziale. Ma accidenti! qualche giorno ancora e si sono nuovamente
spostati? Qualche metro, cinque, più in basso! Non va ancora bene e
ritornano cinque metri più in alto.
Dopo questo girovagare
(notturno) i due cassonetti si sono stancati, prendono tempo, decidono
sul da farsi. La posizione (originaria) è mantenuta per qualche giorno
(e notte), finché... emarginati, soli, abbandonati, non voluti,
discriminati... la notte del 9 novembre (la Notte dei Cristalli!) i due
cassonetti sono deportati (purtroppo non si sa dove). La stessa sorte è
toccata agli altri due cassonetti con le gambe messi a dimora nella
parte bassa della stessa strada: presa la residenza sul lato sinistro,
poi si sono spostati vicino al civico 20 (sul lato destro), poi,
accorgendosi che in quella posizione rendevano difficoltoso il transito
automobilistico, si spostano in altra via (sempre lì vicino) davanti al
civico 42, poi davanti al civico 39. Ma non si stancano mai di questi
spostamenti? E di notte, poi! col freddo, le tenebre... potrebbe essere
pericoloso...! Ma loro, i cassonetti, impavidi e coraggiosi hanno sempre
preferito spostarsi, soli, vuoti, mai considerati dai militellesi,
finché un brutto giorno anche loro sono spariti. Le foto segnaletiche
sono state diramate alle forze di polizia.
Dove non arrivano i
cassonetti con le gambe... arriva lo sterminio di massa: che dire dei
piccoli, innocenti, giovani ed imberbi contenitori marroni consegnati ad
alcune famiglie delle case popolari per il "conferimento" dei residui
organici che Kalat Ambiente avrebbe provveduto a ritirare col porta a
porta? In cerca di una famiglia che li adottasse ed ancora incapaci di
muoversi autonomamente... i "piccolini" sono stati aiutati dalle
famiglie "adottive": neanche due giorni di permanenza in queste case ed
eccoli (i piccoli secchielli marroni) definitivamente "consegnati" ai
genitori naturali: i grandi cassonetti (senza gambe).
Differenziata? No,
grazie! Civiltà? No, grazie! Militello è anche questo! Anzi... È solo
questo!!! (alma)
Lunedì
22 ottobre 2007 - "Scoppia" il pallone a Militello, metafora di un paese
inguardabile
L'evento
Atletico Militello; cinque
partite, cinque sconfitte.
Il commento
Il pallone
"scoppia" a Militello. Ma è solo l'ultima metafora di un...
paese inguardabile. Cinque partite, cinque sconfitte, ultimo
posto, peggior attacco (2 reti), peggiore difesa (11 gol) in
Prima Categoria. Se volete continuo... Peggiore divisa sociale
di tutti tempi, maglie di colori diversi, con alcune bande rosse
(ma non in tutte le casacche) e scritte di sponsor (solo in 5-6
casacche su 11) vecchie.
Un tempo c'era
Arlecchino. Ma almeno lui aveva una sua estrosa dignità. Oggi il
Carnevale, una sorta di "Pagliacciata" in campionato, va in
scena al campo sportivo. Ma francamente nessuno sentiva il
bisogno di assistere a certi spettacoli di fine autunno.
Indecorosi. Le colpe? Dopo anni di critiche al vecchio
presidente, Giuseppe Cirinnà, che ha deciso di rilevare il Club
Scordia Calcio, la nuova dirigenza è "scoppiata" dopo appena due
mesi. Di questo passo non si andrà molto lontano.
Allo stadio
Piano Mole, ieri pomeriggio, mi sono vergognato. Non certo da
giornalista, ma da militellese. Si può anche retrocedere, si può
gettare la spugna dopo cinque partite, ma non si può perdere la
faccia. Bene ha fatto il tecnico, Alfio Pisano, a rassegnare le
proprie dimissioni al presidente Sebastiano Scicli e ad una
dirigenza allo sbando. Praticamente fallimentare. Senza la
minima attenuante. Dovrebbe riflettere pure l'assessore allo
Sport, Giuseppe Astorina. Anche lui ha pesanti responsabilità.
Non avrebbe dovuto regalare il sodalizio al primo richiedente.
Avrebbe dovuto convocare gli sportivi, a maggio, lanciando un
appello alle (poche?) forze imprenditoriali locali. Avrebbe
dovuto passare la "palla" a un gruppo più coeso e dotato di
mezzi.
Va in scena,
invece, la "farsa" e il rischio di retrocedere senza dignità. Da
militellese mi sento offeso. Ma il calcio è solo la metafora di
una Militello inguardabile. In troppe "macchine" ci sono piloti
inaffidabili, pronti sempre e solo a criticare (gli altri) e a
mostrare maggiori incapacità. I risultati? Sono sotto lo sguardo
di tutti. Eppure, tutti o quasi restano a guardare. Così pure in
politica. Dove cominciano a prevalere tatticismi pre-elettorali.
Tra chiacchiere interessate e mezzi accordi di segreteria.
Quale sarà il
futuro di Militello? Io lo vedo nerissimo. Lo avevo detto in
passato. Lo ribadisco adesso. Troppi "capaci" e menti pensanti
stanno alla finestra. Inutile criticare. Serve protagonismo,
dinamismo, intervento e azione. Servono i migliori di questo
paese, i competenti di ogni settore.
Un noto
economista ha recentemente detto, a Militello, che devono
prevalere i saperi... Quelli che non si acquistano al
supermarket. Né al banco delle facili clientele politiche.
Mettiamo da parte i mediocri in tutti i campi. Serve classe
dirigente vera in questo paese. Sapendo che non è il tempo dei
tuttologi. Che per salvare il salvabile occorre partire dalle
vere competenze. Cominciando con le radiografie di ognuno...
(Lucio Gambera)
Martedì
11 settembre 2007 - L'oscura Villa
L'evento
Nello Musumeci (europarlamentare
militellese, di Alleanza Siciliana) e Giuseppe Pollina (già vicesindaco
nella giunta Lo Presti, dei Democratici di Sinistra) intervengono circa
lo stato di degrado in cui versano la Villa Comunale ed il Parco delle
Rimembranze.
Il commento
È stupefacente
leggere gli interventi dell'eurodeputato e dell'ex vicesindaco
Pollina (della passata amministrazione Lo Presti). Il primo
stigmatizza l'operato dell'amministrazione nei riguardi di ciò
che fu il fiore all'occhiello di Militello: la Villa/Parco delle
Rimembranze. Peccato che il "servizio" dipenda dall'assessorato
coperto da Salvatore Paolo Garufi, appartenente alla stessa
corrente politica del Nello Musumeci. Il secondo, invece,
dimentica a sua volta che l'attuale stato di degrado della
Villa/Parco delle Rimembranze è identico a quello in cui versava
al tempo della sua vicesindacatura! E allora? E allora è partita
ufficialmente la campagna elettorale?
Per dare a Cesare ciò
che è di Cesare... il 20 maggio scorso un gruppo di giovani aveva
ripulito la Villa/Parco delle Rimembranze restituendola monda dalle
lordure! Quello stato di nettezza è durato lo spazio di un giorno! Lo
stato di degrado cui tutti (cittadini e turisti) assistono all'interno
del grande spazio verde militellese è dovuto soprattutto alla inciviltà,
alla lordaggine, alla incuria degli stessi militellesi che la rendono
una vera e propria pattumeria a cielo aperto. Evidentemente questi
"nobili" cittadini, per lo più giovani ed adolescenti, applicano negli
spazi pubblici ciò che abitualmente si verifica all'interno delle
proprie mura domestiche.
Ma la sera, quando
calano le tenebre, lo stato del polmone verde militellese non è più
visibile, grazie alla scarsa, quasi assente, illuminazione pubblica:
sempre colpa degli stessi probi cittadini militellesi che danneggiano il
bene pubblico, ma anche dell'amministrazione comunale che non ha mai
pensato di risolvere le tenebre che "avvinghiano" la Villa/Parco delle
Rimembranze: che forse siano abituati, i gestori del bene pubblico, alle
tenebre che "coprono", oltre i segni dell'inciviltà, anche qualcosa di
più? (alma)
Mercoledì 25 giugno 2007 - Vietato nascere
L'evento
La notizia della chiusura
del reparto di Ostetricia-Ginecologia in forza al nosocomio militellese
"Basso Ragusa".
Il commento
Nel tardo giugno
militellese, in concomitanza con il primo "blocco" di temperatura
africana, arriva una altrettanto calda notizia: il servizio di
ostetricia e ginecologia nella città Patrimonio dell'Unesco non
chiuderà. Ma immediatamente dopo aver pubblicato la notizia sia sulla
carta stampata che sui byte di internet ecco circolare le prime voci
(in)controllate, soprattutto degli addetti ai lavori: i reparti in
questione chiuderanno, eccome!
Non passa neanche un
mese ed ecco la conferma: si chiude! Signori, ci dispiace, ma non
abbiamo soldi (ammette la direzione dell'Asl 3). Prontamente arriva la
corazzata delle tre "caravelle" politiche: Burtone, Musumeci, Oliva (in
stretto ordine alfabetico) sono pronti a sfoderare le armi in un
incontro-scontro con la dirigenza sanitaria per salvare il salvabile
(incontro poi rinviato per inderogabili impegni di qualcuno).
Oggi tutto è motivato
da mere considerazioni economico-burocratiche, legate ormai da una gestione
"imprenditoriale" dell'azienda sanità: tot malati entrano, tot soldi
entrano (pubblici). È finita da tempo la gestione assistenziale della res-publica. Tutto si valuta sulla base di una tragica "partita doppia";
gli ospedali sono gestiti in funzione della, ormai, clientela. Per
essere attivo un reparto deve essere in... attivo. Tanti malati entrano,
tanti soldi (pubblici) entrano. Perciò: poche nascite... pochi
finanziamenti... chiusura! Queste esigenze di "impresa", però,
vanno a ledere un importante diritto: quello di decidere (da parte dei
genitori, in questo caso) dove far nascere i figli.
Non si guarda oltre i
libri contabili!
Una volta si nasceva in
casa; si andava in Comune e si dichiarava e registrava la nascita
dell'infante. Ed allora sì che si nasceva a Militello, a Scordia, a
Palagonia, etc. E si era, e si è, orgogliosi del luogo di nascita.
Vedere la luce a Militello, come in qualunque altro posto voluto dai
genitori, sancisce un diritto; stabilisce un senso di appartenenza alla
Comunità; costruisce un gruppo. «Sono militellese e me ne vanto!»; «sono
nato in questo posto, così come i miei genitori, i miei nonni, i miei
avi!»; «appartengo, e quindi sono, uno di quelli che un domani potrà
dire: sono militellese, ne sono orgoglioso!».
Transeat per chi decide
di far nascere i propri figli in altre località perché c'è il medico
bravo (e sì che abbiamo le capacità di valutare scientificamente se un
medico e bravo o meno), ché il medico è amico dell'amica puerpera che ha
consigliato, o perché è "in" nascere nella clinica di grido del
capoluogo. Libero arbitrio. Questi non sono amanti della propria terra.
Ma chi crede nelle
proprie radici, oggi, si vede negare un sacrosanto diritto: nascere!
Domani, quindi, sulla carta d'identità probabilmente dovremo indicare:
"nato a Catania per mancanza di fondi della Asl"! (alma)
Giovedì
2 giugno 2007 - Lo strano 2 giugno
L'evento
Come ogni anno la
Repubblica Italiana si "autocelebra" ricordando il 1946, anno della
soppressione, per volontà popolare, della monarchia e conseguente
nascita della repubblica. Militello sembrava aver dimenticato, negli
ultimi anni, la ricorrenza, ma, in questo 2007, qualcosa è "andato
storto"...
Il commento
Oggi: Italia uguale
repubblica. L'altroieri: Italia uguale monarchia. Ieri uguale monarchia
più fascismo.
Il referendum del 2
giugno 1946 (tra l'altro anche l'anniversario della morte di Giuseppe
Garibaldi) portò alle urne 28.005.449 cittadini (il 61,4% degli
italiani). L'affluenza fu massiccia: l'89,1% si recò a votare
(29.947.187 di cui 12.998.131 donne che votavano per la prima volta).
Italia fu divisa in
due: 54,3% a favore della Repubblica, 45,7% a favore della monarchia.
Una manciata di voti. Il Centro-Nord dell'italico stivale era di
maggioranza repubblicana (con la maggioranza "bulgara" di Ravenna,
91,2%);al Sud, invece, la monarchia raccolse ampi consensi (67,4%), così
come nelle Isole (64%). Siciliani i comuni più monarchici: Messina
(85,4%) e Palermo (84,2%).
In questa pletora di
dati è naturale "leggere" l'insofferenza (sconfitta) dei perdenti.
Ancora oggi, a 61 anni di distanza, c'è chi non ha digerito la
transizione verso la nuova realtà.
Ultimamente Militello
sembrava aver dimenticato la ricorrenza, almeno da parte di chi
amministra la "res publica", appunto. Non così da parte di alcuni
cittadini, riuniti in una associazione, che avevano invece deciso, "motu
proprio", di ricordare. Volantini affissi un po' ovunque riportavano il
programma della mattinata celebrativa.
Ma cosa ti spunta dal
"magico cappello" dei prestigiatori municipali?: l'esclusione del
rilascio di autorizzazioni a chicche e sia (Totò docet) per la tanto
attesa (!) ricorrenza. Traduco: la celebrazione del 2 giugno è
appannaggio dell'Amministrazione comunale; i privati cittadini e le
associazioni, se vogliono, si aggreghino alla Istituzione, giacché la
Istituzione è di tutti. Di fatto sembra si sia vietata l'esternazione di
attaccamento al tricolore, alla Repubblica italiana (ed alla sua storia)
in forma privata da parte proprio dei privati cittadini.
Ma come? Negli ultimi
anni il 2 giugno è passato in sordina ed oggi, invece, si ricorda? Vuoi
vedere che quel volantino... ha smosso le coscienze di chi amministra.
Agli storici l'ardua sentenza (Manzoni docet)!
Ed ecco allora il
corteo istituzionale dal Palazzo di Città al monumento ai Caduti (Villa
Comunale): Sindaco, assessori, Presidente del consiglio comunale, ben
tre consiglieri (!), Vigili urbani e corona d'alloro d'ordinanza,
comandante dei Carabinieri, banda musicale, presidente dell'Ancr, la
Stampa e qualche cittadino. Al suono del silenzio d'ordinanza la
deposizione della corona, con nastro tricolore rigorosamente malmesso,
cosicché il Sindaco lo possa "aggiustare".
Parola al presidente
dell'Ancr che sviscera in un prolisso discorso i momenti importanti
della Repubblica, dalla fondazione ai giorni nostri. Subito dopo
riecheggia nella Villa quel "elettissimi signori" tanto caro
all'Avvocato Sindaco che prelude al discorso "istituzionale" dello
stesso Primo Cittadino che, in quanto tale, è il sindaco di tutti i
residenti (anche di chi non lo ha votato): siano essi di sinistra, di
destra, di centro, di sopra, di sotto, cattolici, protestanti,
musulmani, mormoni, quaccheri, valdesi, battisti, ariani, agnostici.
Le ricorrenze, si sa,
sono fatte di date. Ed allora il buon Primo Cittadino sviscera anche le
date "importanti" nella storia italica: 2 giugno, appunto, 20 settembre,
4 novembre, 1º maggio. Ma aspetta... qualcosa non quadra! A scuola i
maestri/professori entravano in orgasmo storico quando si ripetevano
correttamente le date di questo o di quell'evento, quella nascita o
quella morte, quella ricorrenza o quell'anniversario... e se poi in
quelle date combacia anche una giornata festiva infrasettimanale ... la
data si ricorda più facilmente! Ma allora?!? 2 giugno, 20 settembre, 4
novembre, 1º maggio... e il 25 aprile? L'anniversario della Liberazione?
Ma vuoi vedere che il Sindaco di Centro-Destra, più di Destra che di
Centro (essendo egli di Alleanza Nazionale al momento della sua
elezione), magari è anche un "nostalgico"? Forse quella data, quella del
25 aprile 1945... la Liberazione dal regime fascista... Ma no! È o non è
il sindaco di tutti? Ma si! Suvvia! Capita! Se n'è dimenticato!!!!
(alma)
Venerdì
11 maggio 2007 - La giunta "zoppa"
L'evento
L'11 aprile si dimetteva
l'assessore Mario Maggiore. Ad oggi ancora non è stato nominato un
sostituto. Finirà come quando si dimise l'assessore Nicolò Scirocco
nell'amministrazione Lo Presti, ovvero nessun rimpiazzo ed incarichi
affidati all'allora vicesindaco ed avocati dal sindaco stesso?
Il commento
Giunta "zoppa" da un
mese, manca il sesto
Dopo le dimissioni di
Mario Maggiore, nessuna nomina o rimpasto.
Che aspetta il sindaco?
Partenope, intanto, incassa un'altra delega.
È
passato un mese, ormai,
dall'11 aprile 2007. Quel giorno, per motivi personali, ma forse anche
per un non riferito "rigurgito" verso la politica militellese,
l'assessore Mario Maggiore presentava le sue irrevocabili dimissioni
dalla carica, restituendo le proprie deleghe al primo cittadino.
Da quel momento, tra
voci di "pressioni" politiche per strappare il nuovo incarico,
fibrillazioni e attese, il sindaco Vittorio Musumeci ha deciso di
"congelare" di fatto l'assegnazione del nuovo incarico. Nessun uomo
nuovo in Giunta, nessun rimpasto amministrativo al Municipio, nessuno
stravolgimento delle deleghe.
Il sindaco ha assegnato
temporaneamente, intanto, una delle deleghe "vacanti" (Servizi
cimiteriali) all'assessore Santo Partenope, trattenendo ad "interim" le
altre già avute dall'assessore dimissionario.
Cosa aspetta il
sindaco? Il movimento Mpa ha ufficialmente escluso, con una
dichiarazione del capogruppo consiliare, Salvatore Partenope, di aver
avanzato richieste e pretese al primo cittadino.
Ma come stanno
realmente le cose? Ci sono strategie occulte? O si punta al risparmio
economico per le casse comunali (con un assessore in meno) oppure c'è
sicuramente dell'altro... (Lucio Gambera)
Lunedì 30
aprile 2007
- Habemus eventum
L'evento
Nella mattina, come
riportato dal programma "Le parole che in licor si volgono", alle ore 10
ed alle ore 10 e 30 sono previsti due eventi: "Del libro e degli altri
demoni" e "Quando gli dei ascoltano".
Il commento
Nuntio vobis gaudium
magnum: habemus eventum
L'importante è proclamare,
nel senso di emanare proclami, evidenziare buone intenzioni, creare
aspettative, enfatizzare eventi.
Bello scoprire che la
Zizza (la ninfa, quella della fontana nell'Atrio del Castello) quest'anno
compie ben 400 anni. Chissà chi se lo è ricordato! Pare nessuno del
"Palazzo"; pare che la segnalazione sia giunta da altri. Transeat. Ciò
che conta è che comunque si ricordi, si crei l'evento, ci si riempia la
bocca. Ed ecco allora il bel programmino celebrativo "Le parole che in
licor si volgono". E già che ci siamo perché non approfittare
dell'evento per inaugurare la nuova sede della Biblioteca "A. Majorana"?
E già che ci siamo perché non inaugurare anche la Galleria d'arte
militellana "Baldanza"? Bene. Detto, fatto. Almeno nelle intenzioni e
sulla carta, quella utilizzata come programma-locandina-invito.
Ma non basta! Mettiamoci
dentro anche una "performance" di allievi dell'Istituto d'Arte davanti
alla "Zizza" ed un po' di belle firme in calce a diversi protocolli
d'intesa, conditi con qualche mostra/conferenza ed il succulento piatto
storico-artistico-culturale è servito. Magari, chissà, che il tutto non
serva anche da trampolino di lancio per lo sviluppo turistico-economico
militellano.
Si, ma sempre sulla carta!
Beh, la performance è
avvenuta, ma peccato che non vi fosse la presenza degli amministratori
del Comune che ha patrocinato, e finanziato, tutti gli eventi!
Beh, la "Baldanza" è stata
inaugurata, ma peccato che chi è preposto a trattare la "cultura" a
Militello sia giunto a cerimonia quasi conclusa!
E che gli "eventi", o
presunti tali, siano solo sulla carta s'è dimostrato nella mattina del
giorno conclusivo del "triduo" che la... "Firenze degli Iblei" ha voluto
dedicare alla Zizza. Prevista alle ore 10 la "Del libro e degli altri
demoni" al Polo Museale "S. Guzzone" (!) ed alle 10 e 30 l'interessante
mostra di strumenti musicali "Quando gli dei ascoltano". Prevista,
appunto! Ma tanto chi se ne frega se qualcuno, magari lontanamente
interessato, ha preso ferie per partecipare... o se qualcun'altro ha
invitato un parente venuto da "forestieri", tanto a Militello non esiste
il rispetto per le persone. In dieci ad attendere gli "eventi"
inutilmente. Nessuno s'è visto: ne gli organizzatori, ne i curatori, ne
gli oratori. Tabula rasa. Se poi qualcuno riuscirà a dirci se la "Del
libro..." era una mostra, una conferenza, una chiacchierata... E belli
anche gli strumenti musicali etnici... su internet!
Meno male che non sono
stati affissi manifesti o locandine lungo le strade militellane, almeno
la "bella" figura è stata fatta solo con dieci persone, che ringraziano.
(alma) |