Gli editoriali di Militello.Info

Domenica 20 giugno 2010

Quando si vuole...

Qualche giorno fa si è conclusa la terza edizione del Festival Primaverile della musica, un’occasione per la nostra città per misurarsi con grandi realtà musicali e ospitare giovani talenti e grandi maestri tutti insieme in un connubio eccezionale.

Tutto si è svolto nella splendida cornice dell’Auditorium “San Domenico”, ottima sede per bellezza architettonica ma scadente in termine di acustica, ma poco male, quando c’è la voglia si supera qualsiasi ostacolo.

Quello che voglio porre all’attenzione del lettore non è la mera cronaca di una manifestazione che ormai sta acquisendo il suo prestigio oltre i confini regionali, quanto il gran lavoro di sinergia fra ente comunale e associazione.

Infatti imbattendomi per il terzo anno nell’organizzazione della manifestazione mi sono accorto quanto sia bello, e non molto difficile, riuscire a sfornare cose eccezionali senza addentrarci in beghe politiche o peggio burocratiche che solo la pubblica amministrazione sa regalare.

Attenzione, non è tutto oro ciò che luccica! I contrasti con l’Assessore alla cultura sono stati persino forti, specie quando si toccano i punti economici, però poi accorgersi di cosa si è capaci cooperando apre gli occhi e la mente e fa superare tutti gli ostacoli.

I bilanci comunali, è risaputo, sono asfittici e un paio di migliaia di euro non bastano certo per organizzare una manifestazione di un certo livello. Ed ecco scendere in campo la virtù, tanto conclamata in caso di necessità. Qualche telefonata, due conti, qualche sponsor, tanta buona volontà ed ecco fatto! Quintetto di fiati dell’Orchestra Sinfonica dell’Ersu, un grande concerto di lirica con eccezionali artisti siciliani e un masterclass di ben tre giorni con grandi della musica come Gianluca Gagliardi e Andrea Giuffredi. Ricevere chiamate e mail da maestri e presidenti di altre associazioni musicali mi riempie d’orgoglio, specie quando ci si può vantare di aver organizzato il massimo con il minimo sforzo.

Pochi giorni di tensione e qualche ora di impegno hanno portato ad un risultato entusiasmante, tanto da far scappare al Sindaco la promessa di far crescere questo festival. Io me lo auguro, cosi come spero che l’organizzazione di questo festival, intesa come sinergia tra amministrazione e associazioni locali, possa portare a qualcosa di buono in questo paese, perché, credetemi, non c’è più tempo da perdere! (Sebastiano Caruso)


Sabato 11 ottobre 2008

La... Suora della Mostarda

È universalmente (forse) riconosciuto: il paesello bello bello di Militello è il paese dei "botti" e dei Santi: Benedetto, Salvatore, Maria. Ognuno è patrono e mentore, punto di riferimento e polo di attrazione turistica per le omonime festività di luglio, agosto e settembre. Poteva mancare ottobre?

Nella vita si azzarda tutto: in famiglia, sul lavoro, nella relazioni interpersonali, nella politica. E l'azzardo fa correre il pensiero al re dei giochi in cui la vincita dipende in buona parte dalla sorte: il poker. Avendo in mano due fanti(santi) ed una (ma)donna... l'esperto giocatore, nel cambio di carte in mano e nel tentativo di fare un punto migliore... si vede "entrare" la seconda donna per una "doppia coppia" che potrebbe anche far vincere il piatto. Così, dopo santi e madonne, entra in scena la... Suora della Mostarda.

Si, la Suora della Mostarda, che ad alcuni parrebbe somigliare alla Serenissima Donna Giovanna d'Austria, scesa in campo per risollevare le sorti di un paese ormai dagli uomini destinato all'oblio più cupo. La marchesa scende in campo abbandonando lo scranno regale per posizionarsi agli angoli delle strade e contribuire alla rinascita del paesello vendendo mostarda e fichidindia. Ma siccome la nobildonna è poco usa ad un lavoro così popolare... ecco che si ferisce un occhio proprio con una spina del prodotto messo in vendita. Poveretta!

Il prossimo fine settimana (17, 18 e 19 pp.vv.) Militello ospiterà la "maggiorenne" Sagra della Mostarda e del Ficodindia. E per festeggiare nel migliore dei modi il 18º compleanno della vetrina paesana, i sagaci addetti comunali al marketing sono riusciti a partorire ciò che da più parti è stato battezzato come il manifesto pubblicitario più brutto di tutti i tempi. Povera Donna Giovanna d'Austria, alla berlina con mostarda e fichidindia. Ignota è la mano del realizzatore del tutto; stranamente il manifesto non riporta né l'autore della riproduzione della Serenissima né, tanto meno, il videocompositore del tutto. Forse il professionista a cui è stato commissionato il lavoro non se l'è sentita di sputt... "firmare" l'opera? Qualcuno potrà dire... "se se ne parla, nel bene o nel male, significa che è stato fatto centro e che questo manifesto ha suscitato comunque interesse"; allora... possiamo anche metterci a disquisire sullo sterco di vacca! Ma sempre sterco rimane!

Una buona azione di marketing vorrebbe che fossero ben evidenti sia il prodotto che il luogo in cui si svolge l'evento. Il primo è si ben evidente con quei fichidindia mondi della buccia ed il prodotto "mostarda" che fuoriesce dagli "stampi" in terracotta. Ma il luogo? Il solo nome basta per accattivare l'attenzione del disattento passante che pone lo sguardo sul manifesto pubblicitario? Evidentemente sì, nella mente dell'ignoto esperto creativo. Evidentemente sì, perché il personaggio di Donna Giovanna d'Austria è universalmente noto e conosciuto (soprattutto a chi vive fuori dalle mura del marchesato di Militello) al pari di Monna Lisa, della Nike di Samotracia, di Madre Teresa di Calcutta e di chi più ne ha più ne metta. Riprova ne è il fatto che nella sola patria della Serenissima Giovanna i sudditi (concittadini) stessi l'hanno scambiata per una suora (per non pensare male!). Purtroppo anche nei paesi limitrofi e nel capoluogo etneo il commento è stato lo stesso!

Per promuovere l'evento dell'anno (la 18ª Sagra), la pubblica amministrazione militellese non si è risparmiata neanche in termini di battage pubblicitario, mettendo in campo una affissione "selvaggia" della "suora" militellese che fa bella mostra di sé non solo sui muri militellesi, ma in ogni angolo e dove dei comuni vicini e del capoluogo etneo. La povera Donna Giovanna è dappertutto, soprattutto dove non dovrebbe essere! Qualcuno del Comune (qualche amministratore?!?) ha evidentemente incoraggiato anonimi attacchini a piazzare "a tappeto" i manifesti che così compaiono su pali che sorreggono cartelli stradali, su muri, su barriere "New Jersey", su camion vetrina, su staccionate, su recinzioni e, se non stiamo attenti, ce li ritroviamo anche sulla schiena. Il tutto, beninteso, a sicuro vantaggio delle casse comunali che hanno visto sì un'uscita di danaro per la pubblica e privata affissione (quella regolamentata che prevede l'utilizzo di spazi ben precisi ed individuati, ma costosissima) ma che hanno visto anche il risparmio ricavato dall'affissione selvaggia: solo il costo di qualche rotolo di scotch trasparente e di colla da fornire agli anonimi attacchini di cui sopra. L'effetto che ne è sortito e pari allo spettacolo di indecenza (manifesto selvaggio) a cui si assiste nei periodi elettorali. Ma il Comune non dovrebbe essere il primo a rispettare le Norme e le Leggi? (alma)

 


Venerdì 25 aprile 2008

L'insuccesso della politica; verso le elezioni, nel "deserto"

Una volta si cominciava con i pacchi di pasta. C'erano poi le immancabili promesse, i solenni impegni per la città. Le solite bandiere davanti alle sedi dei partiti, le mobilitazioni di massa. Manifesti, volantini. Della politica del passato non c'è più nulla. Manca l'atmosfera, non c'è più pathos. Meno male, direbbero in tanti... E adesso? A metà maggio scadranno i termini per presentare liste e candidati al governo della città. Non c'è traccia di simboli e uomini. Troppe paure, presunti accordi, mezze relazioni, trame da costruire. La politica militellese continua a perdere colpi. Siamo giunti al punto più basso.

Chi parla del paese e delle inefficienze? Chi si propone e con quali programmi? Con quali idee e interventi? Le elezioni regionali hanno confuso il dato, escluso certezze. Dei nomi dei probabili candidati, in "circolo" nelle piazze da qualche mese, sembra essersi persa ogni traccia. Nessun comizio di ringraziamento (ma chi ha vinto?), nessuna "fuga" in avanti. Sono troppe le delusioni, le mezze vendette politiche da consumare, le attese tattiche. Il paese, intanto, langue. Girare la mattina, nelle piazze Vittorio Emanuele e Municipio, non è allettante. I cittadini sono frastornati, quasi disinteressati da tanta apatia. Insensibili. E non a torto. Ma cosa succede a Militello? Ci sono presunti movimenti che da due anni ruotano a destra e a manca, nuovi partiti ingessati, tra le maglie di eccessi di burocrazia, riunioni-fiume con evidenti scopi dilatori. A chi serve tutto questo?

Chi parla del paese e delle inefficienze? Chi si propone e con quali programmi? Con quali idee e interventi? Da pochi giorni è partita la blogmania per individuare il sindaco. Un tentativo nobile per muovere le acque stagnanti: l'idea di Giuseppe Matteo Amenta - ripetuta giorni dopo da un altro webmaster - appare degna di attenzioni. Ma il paese resta a guardare. E ad aspettare, interrogandosi sull'ultima ora delle candidature. Se queste sono le premesse, dopo anni di tormento civico e lamentele, credo che ci siano poche speranze. Del resto, in un'altra pagina di questo sito, con altre riflessioni, parlavo di futuro nerissimo per Militello.

Chi parla del paese e delle inefficienze? Chi si propone e con quali programmi? Con quali idee e interventi? Sento nomi diversi, anche di chi non sarebbe disponibile a partecipare alla competizione. Ma di proposte concrete, di candidature ufficiali, nemmeno l'ombra. Si prosegue a fari spenti. In linea, del resto, con il paese buio. Qualcuno attende il "via" ufficiale da Catania. Altri da Scordia. Forse da Piano Mole.

 


Sabato 12 aprile 2008

Votare. Perché?

Votare è un diritto, non un dovere. Nessuno mi obbliga ad entrare nella cabina della sezione elettorale per esprimere segretamente la mia opinione. Ma il mio diritto lo debbo esercitare. Certo, come cittadino ho anche altri diritti che, però, chissà perché mi vengono negati, ma questa è un'altra storia.

Ma perché debbo votare? Debbo eleggere che rappresenterà i cittadini per tutelarli e per difenderne i diritti e stabilire quali ne saranno i doveri.

Quando però mi guardo intorno, allora la voglia di esercitare il mio diritto viene meno. Non me la sento di "appoggiare" chi, per promuoversi, non utilizza gli spazi predisposti ma utilizza il metodo del "manifesto selvaggio", magari facendo coprire l'immagine di un altro candidato. Oppure quando trovo l'asfalto delle strade abbellite dai "santini" elettorali. O, ancora, quando la buca delle lettere è piena di corrispondenza (elettorale) non richiesta. È questo il rispetto che hanno le persone che chiedono di essere votate?

Aborro i politici che ti cercano solo in determinate occasioni. O che riempiono una lista con nomi che mai e poi mai potranno essere eletti; nomi messi lì tanto per... tirare acqua al mulino delle... poltrone.

Non me la sento di votare per un candidato che oggi si presenta per una lista, mentre alle precedenti consultazioni il suo partito era un altro. Non voto per chi viene eletto con una coalizione, per poi vedergli cambiare bandiera dopo poco tempo.

Non voglio mettere la mia crocetta per il candidato che gira in moto senza casco ed in automobile senza le cinture allacciate.

Perché devo votare? Per garantire la "poltrona" a qualcuno? Per garantire il potere ad un partito, o coalizione, che poi penserà a "spartire" il territorio in base alle esigenze di "scuderia"... tre sindaci nostri qua; due sindaci del nostro alleato là; la regione ad una lista, la provincia ad un'altra ed il comune... vediamo a chi darlo dopo l'esito delle regionali. E allora a cosa cavolo serve il mio voto?

Perché devo esercitare questo mio diritto costituzionale? Per far eleggere un candidato che poi, magari, dopo due mesi si dimette per potersi candidare per un'altra poltrona, pardon, consultazione elettorale? Oppure devo appoggiare un "trombato" che si ostina a volersi far eleggere; per la poltrona, sennò per cosa?

Non mi piace la politica delle poltrone da occupare a qualunque costo. O degli "uomini" che vengono candidati ed appoggiati dal politico più potente del luogo, tanto per piazzare qualcuno da poter manovrare ad hoc. Non mi piace vedere tanti giovani che si buttano di testa dentro questo o quel partito perché così, un domani... chissà!

E che dire di tutto gli amministratori che... dormono per quasi tutto il mandato, ma si svegliano inspiegabilmente allo scadere, sfoggiando il meglio del meglio a favore della cittadinanza, tipo strade asfaltate ed altri lavori di pubblica utilità?

Non mi piace questa politica.

Non mi piace il voto di scambio, perché di questo si tratta! Ti voto nella speranza di averne il mio tornaconto. Proprio non mi piace. Non mi piacciono le trite e ritrite promesse elettorali che, abitualmente, mai saranno mantenute. O, peggio ancora, votare persone colluse o condannate? Perché devo far si che uno qualsiasi dei candidati possa godere, dopo pochi anni di mandato, di un vitalizio, mentre un normale lavoratore non sa, oggi, se riuscirà ad avere una pensione degna? Votare per garantire tanti e tanti e tanti ancora privilegi a chi verrà eletto? Non me la sento di rendermi complice di tutto questo!

Quando sarò nella cabina elettorale (perché il mio diritto lo voglio esercitare) rifarò tutte queste considerazioni. (alma)

 


Sabato 10 novembre 2007 - Cassonetti con le gambe

L'evento

Partita la riorganizzazione del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti (col sistema "porta a porta") di Kalat Ambiente, la società d'ambito per la gestione integrata dei rifiuti che ha provveduto a consegnare alle famiglie di una zona circoscritta della città piccoli contenitori marroni per la raccolta di rifiuti organici. In altre zone del paese, invece, sono stati dislocati apposi cassonetti per la raccolta differenziata.

Il Commento

Militello uguale anarchia totale. Nella perfetta apatia di chi dovrebbe controllare e sovrintendere.

Militello è la Città del Milite e, si sa, i militi (inteso militari) sono avvezzi agli spostamenti di massa, alle lunghe marce, alla faticanti "manovre" costruite per creare "diversivi". E così non da meno sono i cassonetti preposti alla raccolta differenziata. Infatti Kalat Ambiente ha provveduto ad ubicare lungo il centro abitato gli innovativi "contenitori" provvisti di autonomia deambulatoria!

In una via delle zone di espansione abitativa del paese, l'azienda calatina ha provveduto ad ubicare, in due parti distinte di una delle tante strade, due cassonetti (di cui uno, marrone, per il deposito degli "organici"). Non passa neanche un'ora che un solerte cittadino provvede ad utilizzare il contenitore marrone (per gli "organici"). Ma una signora appostata alla finestra, notando il civile gesto, ha pensato bene di "sgridarlo": «Non getti nulla in quei contenitori, così capiscono che se li lasciamo vuoti... lì non li vogliamo! Gli organici stoccati lì? Ma siamo pazzi! Ed i moscerini? Ed il tanfo? E gli animali? E d'estate, col caldo?». Ed ecco bell'e servita la rinomata civiltà del popolo militellese. Ma forse questa "presa di posizione" non basta! Occorre la collaborazione proprio... degli stessi cassonetti!

Che cosa succede, allora? Succede che i cassonetti, offesi, nottetempo decidono di spostarsi nella via di sopra, ben distante dalla loro originaria posizione. Ma forse nel loro nuovo "nido" non si trovano bene, tant'è che la notte successiva i suddetti cassonetti si spostano nuovamente, ed autonomamente, qualche metro più in basso. Forse questo nuovo "alloggio" è più consono. No! I cassonetti passano qualche giorno in quella nuova posizione, ma non riescono ad adattarsi! Forse i nuovi vicini militellesi non li accettano; forse sono anche là vittime di segregazione razziale (uno dei cassonetti è marrone!), chissà! No, proprio non ci si trovano! Ed allora, qualche giorno dopo, con il favore delle tenebre, i due cassonetti decidono di tornare a vivere nel posto iniziale. Ma accidenti! qualche giorno ancora e si sono nuovamente spostati? Qualche metro, cinque, più in basso! Non va ancora bene e ritornano cinque metri più in alto.

Dopo questo girovagare (notturno) i due cassonetti si sono stancati, prendono tempo, decidono sul da farsi. La posizione (originaria) è mantenuta per qualche giorno (e notte), finché... emarginati, soli, abbandonati, non voluti, discriminati... la notte del 9 novembre (la Notte dei Cristalli!) i due cassonetti sono deportati (purtroppo non si sa dove). La stessa sorte è toccata agli altri due cassonetti con le gambe messi a dimora nella parte bassa della stessa strada: presa la residenza sul lato sinistro, poi si sono spostati vicino al civico 20 (sul lato destro), poi, accorgendosi che in quella posizione rendevano difficoltoso il transito automobilistico, si spostano in altra via (sempre lì vicino) davanti al civico 42, poi davanti al civico 39. Ma non si stancano mai di questi spostamenti? E di notte, poi! col freddo, le tenebre... potrebbe essere pericoloso...! Ma loro, i cassonetti, impavidi e coraggiosi hanno sempre preferito spostarsi, soli, vuoti, mai considerati dai militellesi, finché un brutto giorno anche loro sono spariti. Le foto segnaletiche sono state diramate alle forze di polizia.

Dove non arrivano i cassonetti con le gambe... arriva lo sterminio di massa: che dire dei piccoli, innocenti, giovani ed imberbi contenitori marroni consegnati ad alcune famiglie delle case popolari per il "conferimento" dei residui organici che Kalat Ambiente avrebbe provveduto a ritirare col porta a porta? In cerca di una famiglia che li adottasse ed ancora incapaci di muoversi autonomamente... i "piccolini" sono stati aiutati dalle famiglie "adottive": neanche due giorni di permanenza in queste case ed eccoli (i piccoli secchielli marroni) definitivamente "consegnati" ai genitori naturali: i grandi cassonetti (senza gambe).

Differenziata? No, grazie! Civiltà? No, grazie! Militello è anche questo! Anzi... È solo questo!!! (alma)

 


Lunedì 22 ottobre 2007 - "Scoppia" il pallone a Militello, metafora di un paese inguardabile

L'evento

Atletico Militello; cinque partite, cinque sconfitte.

Il commento

Il pallone "scoppia" a Militello. Ma è solo l'ultima metafora di un... paese inguardabile. Cinque partite, cinque sconfitte, ultimo posto, peggior attacco (2 reti), peggiore difesa (11 gol) in Prima Categoria. Se volete continuo... Peggiore divisa sociale di tutti tempi, maglie di colori diversi, con alcune bande rosse (ma non in tutte le casacche) e scritte di sponsor (solo in 5-6 casacche su 11) vecchie.

Un tempo c'era Arlecchino. Ma almeno lui aveva una sua estrosa dignità. Oggi il Carnevale, una sorta di "Pagliacciata" in campionato, va in scena al campo sportivo. Ma francamente nessuno sentiva il bisogno di assistere a certi spettacoli di fine autunno. Indecorosi. Le colpe? Dopo anni di critiche al vecchio presidente, Giuseppe Cirinnà, che ha deciso di rilevare il Club Scordia Calcio, la nuova dirigenza è "scoppiata" dopo appena due mesi. Di questo passo non si andrà molto lontano.

Allo stadio Piano Mole, ieri pomeriggio, mi sono vergognato. Non certo da giornalista, ma da militellese. Si può anche retrocedere, si può gettare la spugna dopo cinque partite, ma non si può perdere la faccia. Bene ha fatto il tecnico, Alfio Pisano, a rassegnare le proprie dimissioni al presidente Sebastiano Scicli e ad una dirigenza allo sbando. Praticamente fallimentare. Senza la minima attenuante. Dovrebbe riflettere pure l'assessore allo Sport, Giuseppe Astorina. Anche lui ha pesanti responsabilità. Non avrebbe dovuto regalare il sodalizio al primo richiedente. Avrebbe dovuto convocare gli sportivi, a maggio, lanciando un appello alle (poche?) forze imprenditoriali locali. Avrebbe dovuto passare la "palla" a un gruppo più coeso e dotato di mezzi.

Va in scena, invece, la "farsa" e il rischio di retrocedere senza dignità. Da militellese mi sento offeso. Ma il calcio è solo la metafora di una Militello inguardabile. In troppe "macchine" ci sono piloti inaffidabili, pronti sempre e solo a criticare (gli altri) e a mostrare maggiori incapacità. I risultati? Sono sotto lo sguardo di tutti. Eppure, tutti o quasi restano a guardare. Così pure in politica. Dove cominciano a prevalere tatticismi pre-elettorali. Tra chiacchiere interessate e mezzi accordi di segreteria.

Quale sarà il futuro di Militello? Io lo vedo nerissimo. Lo avevo detto in passato. Lo ribadisco adesso. Troppi "capaci" e menti pensanti stanno alla finestra. Inutile criticare. Serve protagonismo, dinamismo, intervento e azione. Servono i migliori di questo paese, i competenti di ogni settore.

Un noto economista ha recentemente detto, a Militello, che devono prevalere i saperi... Quelli che non si acquistano al supermarket. Né al banco delle facili clientele politiche. Mettiamo da parte i mediocri in tutti i campi. Serve classe dirigente vera in questo paese. Sapendo che non è il tempo dei tuttologi. Che per salvare il salvabile occorre partire dalle vere competenze. Cominciando con le radiografie di ognuno... (Lucio Gambera)

 


Martedì 11 settembre 2007 - L'oscura Villa

L'evento

Nello Musumeci (europarlamentare militellese, di Alleanza Siciliana) e Giuseppe Pollina (già vicesindaco nella giunta Lo Presti, dei Democratici di Sinistra) intervengono circa lo stato di degrado in cui versano la Villa Comunale ed il Parco delle Rimembranze.

Il commento

È stupefacente leggere gli interventi dell'eurodeputato e dell'ex vicesindaco Pollina (della passata amministrazione Lo Presti). Il primo stigmatizza l'operato dell'amministrazione nei riguardi di ciò che fu il fiore all'occhiello di Militello: la Villa/Parco delle Rimembranze. Peccato che il "servizio" dipenda dall'assessorato coperto da Salvatore Paolo Garufi, appartenente alla stessa corrente politica del Nello Musumeci. Il secondo, invece, dimentica a sua volta che l'attuale stato di degrado della Villa/Parco delle Rimembranze è identico a quello in cui versava al tempo della sua vicesindacatura! E allora? E allora è partita ufficialmente la campagna elettorale?

Per dare a Cesare ciò che è di Cesare... il 20 maggio scorso un gruppo di giovani aveva ripulito la Villa/Parco delle Rimembranze restituendola monda dalle lordure! Quello stato di nettezza è durato lo spazio di un giorno! Lo stato di degrado cui tutti (cittadini e turisti) assistono all'interno del grande spazio verde militellese è dovuto soprattutto alla inciviltà, alla lordaggine, alla incuria degli stessi militellesi che la rendono una vera e propria pattumeria a cielo aperto. Evidentemente questi "nobili" cittadini, per lo più giovani ed adolescenti, applicano negli spazi pubblici ciò che abitualmente si verifica all'interno delle proprie mura domestiche.

Ma la sera, quando calano le tenebre, lo stato del polmone verde militellese non è più visibile, grazie alla scarsa, quasi assente, illuminazione pubblica: sempre colpa degli stessi probi cittadini militellesi che danneggiano il bene pubblico, ma anche dell'amministrazione comunale che non ha mai pensato di risolvere le tenebre che "avvinghiano" la Villa/Parco delle Rimembranze: che forse siano abituati, i gestori del bene pubblico, alle tenebre che "coprono", oltre i segni dell'inciviltà, anche qualcosa di più? (alma)

 


Mercoledì 25 giugno 2007 - Vietato nascere

L'evento

La notizia della chiusura del reparto di Ostetricia-Ginecologia in forza al nosocomio militellese "Basso Ragusa".

Il commento

Nel tardo giugno militellese, in concomitanza con il primo "blocco" di temperatura africana, arriva una altrettanto calda notizia: il servizio di ostetricia e ginecologia nella città Patrimonio dell'Unesco non chiuderà. Ma immediatamente dopo aver pubblicato la notizia sia sulla carta stampata che sui byte di internet ecco circolare le prime voci (in)controllate, soprattutto degli addetti ai lavori: i reparti in questione chiuderanno, eccome!

Non passa neanche un mese ed ecco la conferma: si chiude! Signori, ci dispiace, ma non abbiamo soldi (ammette la direzione dell'Asl 3). Prontamente arriva la corazzata delle tre "caravelle" politiche: Burtone, Musumeci, Oliva (in stretto ordine alfabetico) sono pronti a sfoderare le armi in un incontro-scontro con la dirigenza sanitaria per salvare il salvabile (incontro poi rinviato per inderogabili impegni di qualcuno).

Oggi tutto è motivato da mere considerazioni economico-burocratiche, legate ormai da una gestione "imprenditoriale" dell'azienda sanità: tot malati entrano, tot soldi entrano (pubblici). È finita da tempo la gestione assistenziale della res-publica. Tutto si valuta sulla base di una tragica "partita doppia"; gli ospedali sono gestiti in funzione della, ormai, clientela. Per essere attivo un reparto deve essere in... attivo. Tanti malati entrano, tanti soldi (pubblici) entrano. Perciò: poche nascite... pochi finanziamenti... chiusura! Queste esigenze di "impresa", però, vanno a ledere un importante diritto: quello di decidere (da parte dei genitori, in questo caso) dove far nascere i figli.

Non si guarda oltre i libri contabili!

Una volta si nasceva in casa; si andava in Comune e si dichiarava e registrava la nascita dell'infante. Ed allora sì che si nasceva a Militello, a Scordia, a Palagonia, etc. E si era, e si è, orgogliosi del luogo di nascita. Vedere la luce a Militello, come in qualunque altro posto voluto dai genitori, sancisce un diritto; stabilisce un senso di appartenenza alla Comunità; costruisce un gruppo. «Sono militellese e me ne vanto!»; «sono nato in questo posto, così come i miei genitori, i miei nonni, i miei avi!»; «appartengo, e quindi sono, uno di quelli che un domani potrà dire: sono militellese, ne sono orgoglioso!».

Transeat per chi decide di far nascere i propri figli in altre località perché c'è il medico bravo (e sì che abbiamo le capacità di valutare scientificamente se un medico e bravo o meno), ché il medico è amico dell'amica puerpera che ha consigliato, o perché è "in" nascere nella clinica di grido del capoluogo. Libero arbitrio. Questi non sono amanti della propria terra.

Ma chi crede nelle proprie radici, oggi, si vede negare un sacrosanto diritto: nascere! Domani, quindi, sulla carta d'identità probabilmente dovremo indicare: "nato a Catania per mancanza di fondi della Asl"! (alma)

 


Giovedì 2 giugno 2007 - Lo strano 2 giugno

L'evento

Come ogni anno la Repubblica Italiana si "autocelebra" ricordando il 1946, anno della soppressione, per volontà popolare, della monarchia e conseguente nascita della repubblica. Militello sembrava aver dimenticato, negli ultimi anni, la ricorrenza, ma, in questo 2007, qualcosa è "andato storto"...

Il commento

Oggi: Italia uguale repubblica. L'altroieri: Italia uguale monarchia. Ieri uguale monarchia più fascismo.

Il referendum del 2 giugno 1946 (tra l'altro anche l'anniversario della morte di Giuseppe Garibaldi) portò alle urne 28.005.449 cittadini (il 61,4% degli italiani). L'affluenza fu massiccia: l'89,1% si recò a votare (29.947.187 di cui 12.998.131 donne che votavano per la prima volta).

Italia fu divisa in due: 54,3% a favore della Repubblica, 45,7% a favore della monarchia. Una manciata di voti. Il Centro-Nord dell'italico stivale era di maggioranza repubblicana (con la maggioranza "bulgara" di Ravenna, 91,2%);al Sud, invece, la monarchia raccolse ampi consensi (67,4%), così come nelle Isole (64%). Siciliani i comuni più monarchici: Messina (85,4%) e Palermo (84,2%).

In questa pletora di dati è naturale "leggere" l'insofferenza (sconfitta) dei perdenti. Ancora oggi, a 61 anni di distanza, c'è chi non ha digerito la transizione verso la nuova realtà.

Ultimamente Militello sembrava aver dimenticato la ricorrenza, almeno da parte di chi amministra la "res publica", appunto. Non così da parte di alcuni cittadini, riuniti in una associazione, che avevano invece deciso, "motu proprio", di ricordare. Volantini affissi un po' ovunque riportavano il programma della mattinata celebrativa.

Ma cosa ti spunta dal "magico cappello" dei prestigiatori municipali?: l'esclusione del rilascio di autorizzazioni a chicche e sia (Totò docet) per la tanto attesa (!) ricorrenza. Traduco: la celebrazione del 2 giugno è appannaggio dell'Amministrazione comunale; i privati cittadini e le associazioni, se vogliono, si aggreghino alla Istituzione, giacché la Istituzione è di tutti. Di fatto sembra si sia vietata l'esternazione di attaccamento al tricolore, alla Repubblica italiana (ed alla sua storia) in forma privata da parte proprio dei privati cittadini.

Ma come? Negli ultimi anni il 2 giugno è passato in sordina ed oggi, invece, si ricorda? Vuoi vedere che quel volantino... ha smosso le coscienze di chi amministra. Agli storici l'ardua sentenza (Manzoni docet)!

Ed ecco allora il corteo istituzionale dal Palazzo di Città al monumento ai Caduti (Villa Comunale): Sindaco, assessori, Presidente del consiglio comunale, ben tre consiglieri (!), Vigili urbani e corona d'alloro d'ordinanza, comandante dei Carabinieri, banda musicale, presidente dell'Ancr, la Stampa e qualche cittadino. Al suono del silenzio d'ordinanza la deposizione della corona, con nastro tricolore rigorosamente malmesso, cosicché il Sindaco lo possa "aggiustare".

Parola al presidente dell'Ancr che sviscera in un prolisso discorso i momenti importanti della Repubblica, dalla fondazione ai giorni nostri. Subito dopo riecheggia nella Villa quel "elettissimi signori" tanto caro all'Avvocato Sindaco che prelude al discorso "istituzionale" dello stesso Primo Cittadino che, in quanto tale, è il sindaco di tutti i residenti (anche di chi non lo ha votato): siano essi di sinistra, di destra, di centro, di sopra, di sotto, cattolici, protestanti, musulmani, mormoni, quaccheri, valdesi, battisti, ariani, agnostici.

Le ricorrenze, si sa, sono fatte di date. Ed allora il buon Primo Cittadino sviscera anche le date "importanti" nella storia italica: 2 giugno, appunto, 20 settembre, 4 novembre, 1º maggio. Ma aspetta... qualcosa non quadra! A scuola i maestri/professori entravano in orgasmo storico quando si ripetevano correttamente le date di questo o di quell'evento, quella nascita o quella morte, quella ricorrenza o quell'anniversario... e se poi in quelle date combacia anche una giornata festiva infrasettimanale ... la data si ricorda più facilmente! Ma allora?!? 2 giugno, 20 settembre, 4 novembre, 1º maggio... e il 25 aprile? L'anniversario della Liberazione? Ma vuoi vedere che il Sindaco di Centro-Destra, più di Destra che di Centro (essendo egli di Alleanza Nazionale al momento della sua elezione), magari è anche un "nostalgico"? Forse quella data, quella del 25 aprile 1945... la Liberazione dal regime fascista... Ma no! È o non è il sindaco di tutti? Ma si! Suvvia! Capita! Se n'è dimenticato!!!! (alma)

 


Venerdì 11 maggio 2007 - La giunta "zoppa"

L'evento

L'11 aprile si dimetteva l'assessore Mario Maggiore. Ad oggi ancora non è stato nominato un sostituto. Finirà come quando si dimise l'assessore Nicolò Scirocco nell'amministrazione Lo Presti, ovvero nessun rimpiazzo ed incarichi affidati all'allora vicesindaco ed avocati dal sindaco stesso?

Il commento

Giunta "zoppa" da un mese, manca il sesto

Dopo le dimissioni di Mario Maggiore, nessuna nomina o rimpasto.

Che aspetta il sindaco? Partenope, intanto, incassa un'altra delega.

 

È passato un mese, ormai, dall'11 aprile 2007. Quel giorno, per motivi personali, ma forse anche per un non riferito "rigurgito" verso la politica militellese, l'assessore Mario Maggiore presentava le sue irrevocabili dimissioni dalla carica, restituendo le proprie deleghe al primo cittadino.

Da quel momento, tra voci di "pressioni" politiche per strappare il nuovo incarico, fibrillazioni e attese, il sindaco Vittorio Musumeci ha deciso di "congelare" di fatto l'assegnazione del nuovo incarico. Nessun uomo nuovo in Giunta, nessun rimpasto amministrativo al Municipio, nessuno stravolgimento delle deleghe.

Il sindaco ha assegnato temporaneamente, intanto, una delle deleghe "vacanti" (Servizi cimiteriali) all'assessore Santo Partenope, trattenendo ad "interim" le altre già avute dall'assessore dimissionario.

Cosa aspetta il sindaco? Il movimento Mpa ha ufficialmente escluso, con una dichiarazione del capogruppo consiliare, Salvatore Partenope, di aver avanzato richieste e pretese al primo cittadino.

Ma come stanno realmente le cose? Ci sono strategie occulte? O si punta al risparmio economico per le casse comunali (con un assessore in meno) oppure c'è sicuramente dell'altro... (Lucio Gambera)

 


Lunedì 30 aprile 2007 - Habemus eventum

L'evento

Nella mattina, come riportato dal programma "Le parole che in licor si volgono", alle ore 10 ed alle ore 10 e 30 sono previsti due eventi: "Del libro e degli altri demoni" e "Quando gli dei ascoltano".

Il commento

Nuntio vobis gaudium magnum: habemus eventum

 

L'importante è proclamare, nel senso di emanare proclami, evidenziare buone intenzioni, creare aspettative, enfatizzare eventi.

Bello scoprire che la Zizza (la ninfa, quella della fontana nell'Atrio del Castello) quest'anno compie ben 400 anni. Chissà chi se lo è ricordato! Pare nessuno del "Palazzo"; pare che la segnalazione sia giunta da altri. Transeat. Ciò che conta è che comunque si ricordi, si crei l'evento, ci si riempia la bocca. Ed ecco allora il bel programmino celebrativo "Le parole che in licor si volgono". E già che ci siamo perché non approfittare dell'evento per inaugurare la nuova sede della Biblioteca "A. Majorana"? E già che ci siamo perché non inaugurare anche la Galleria d'arte militellana "Baldanza"? Bene. Detto, fatto. Almeno nelle intenzioni e sulla carta, quella utilizzata come programma-locandina-invito.

Ma non basta! Mettiamoci dentro anche una "performance" di allievi dell'Istituto d'Arte davanti alla "Zizza" ed un po' di belle firme in calce a diversi protocolli d'intesa, conditi con qualche mostra/conferenza ed il succulento piatto storico-artistico-culturale è servito. Magari, chissà, che il tutto non serva anche da trampolino di lancio per lo sviluppo turistico-economico militellano.

Si, ma sempre sulla carta!

Beh, la performance è avvenuta, ma peccato che non vi fosse la presenza degli amministratori del Comune che ha patrocinato, e finanziato, tutti gli eventi!

Beh, la "Baldanza" è stata inaugurata, ma peccato che chi è preposto a trattare la "cultura" a Militello sia giunto a cerimonia quasi conclusa!

E che gli "eventi", o presunti tali, siano solo sulla carta s'è dimostrato nella mattina del giorno conclusivo del "triduo" che la... "Firenze degli Iblei" ha voluto dedicare alla Zizza. Prevista alle ore 10 la "Del libro e degli altri demoni" al Polo Museale "S. Guzzone" (!) ed alle 10 e 30 l'interessante mostra di strumenti musicali "Quando gli dei ascoltano". Prevista, appunto! Ma tanto chi se ne frega se qualcuno, magari lontanamente interessato, ha preso ferie per partecipare... o se qualcun'altro ha invitato un parente venuto da "forestieri", tanto a Militello non esiste il rispetto per le persone. In dieci ad attendere gli "eventi" inutilmente. Nessuno s'è visto: ne gli organizzatori, ne i curatori, ne gli oratori. Tabula rasa. Se poi qualcuno riuscirà a dirci se la "Del libro..." era una mostra, una conferenza, una chiacchierata... E belli anche gli strumenti musicali etnici... su internet!

Meno male che non sono stati affissi manifesti o locandine lungo le strade militellane, almeno la "bella" figura è stata fatta solo con dieci persone, che ringraziano. (alma)

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