LA FESTA DEL 2008
Il
culto del SS. Salvatore, a Militello, è antichissimo tanto da risalire al tempo
dei Greci, come afferma lo storico locale don
Pietro Carrera (1573-1636), secondo il quale la prima chiesa a tributare la
devozione più antica a Cristo fu quella di Santa Sofia, termine che sta ad
indicare la "Divina Sapienza", appellativo con cui i Greci solevano indicare il
SS. Salvatore.
Tale culto fu particolarmente coltivato dai Bizantini, i quali ci hanno
lasciato una immagine del "Cristo Pantocrator" sulla nuda roccia all'interno di
una grotta situata alla periferia sud-est dell'attuale abitato. In seguito alla
dominazione Saracena (827-1085), i Normanni rinnovarono il culto al SS.
Salvatore nei principali centri della Sicilia, innalzando in Suo onore templi e
basiliche. Sotto le dinastie angioina ed aragonese il culto al SS. Salvatore
venne ulteriormente incrementato, tanto che nel 1510 Giovanni Barresi, primo
Barone di Militello, fece erigere una cappellanìa che aveva il nome e l'immagine
del Salvatore, ottenendone peraltro il privilegio di un beneficio.
La devozione al SS. Salvatore prevalse a Militello nei secoli. Regnando
Ferdinando IV di Borbone (1751-1825), l'11 novembre 1788 il Vescovo di Siracusa,
monsignor Trigona, elevò la
Chiesa Madre di San Nicolò alla dignità di unica parrocchia, erigendola in
Collegiata sotto il titolo del SS. Salvatore che fu, in quel secolo, l'unico
patrono riconosciuto della Città.
Le festività esterne al culto del SS. Salvatore, nelle forme legate ai
riti di derivazione greco-bizantina prima e cattolico-occidentale dopo, hanno
luogo da tempo immemorabile. Dal secolo XVI agli anni sessanta del secolo XX, in
occasione di tali festività si correva il "palio", inizialmente sotto il titolo
del SS. Bambino.
Della seconda metà del ‘700 è l'attuale e mirabile effigie del Santissimo
Salvatore, commissionata su interessamento delle nobili famiglie dei Baroni
Majorana della Nicchiara e Rejna, scolpita dal valente scultore palermitano
Girolamo Bagnasco e successivamente arricchita da un sontuoso fercolo, o "vara",
opera di grande pregio artistico e particolare equilibrio stilistico e statico,
eseguita dal ragusano Corrado Leone. La sacra effigie è impreziosita da arredi
ed ex-voto in oro e argento dei secoli XVII-XIX. Da sempre ogni militellese si
prostra devotamente in adorazione davanti a Lui, recando con se, in ogni
circostanza o necessità, un'icona del "Divinissimo", tanto da diventare, nel
tempo, uno dei simboli principali della propria identità culturale e religiosa.
In occasione della Sua annuale festività patronale (18 agosto), i figli della
Terra ritornano da ogni parte del mondo a testimonianza di quell'indissolubile
legame con le proprie radici, destinato a non affievolirsi col trascorrere del
tempo.
(a cura del Comitato
Festeggiamenti SS. Salvatore)
La
sua festa patronale si celebra il 18 agosto di ogni anno.
LA
FESTA NEGLI ANNI PASSATI:
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2001
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