© Foto Alfonso Magno© Foto Alfonso MagnoUna tradizione antica voleva che la pietà popolare per la morte del Cristo cominciasse il Mercoledì delle Ceneri. Sopra le balate della stradina che porta alla Chiesa del Purgatorio veniva appeso ad un filo un pupazzo raffigurante una vecchia con infilate sette penne di gallina. Poi, ad una ad una, le penne venivano tolte ogni venerdì di Quaresima.

Una volta un momento importante era pure la predicazione quaresimale. Il Predicatore, già agli inizi del '600 svolgeva la sua opera a Santa Maria, tutti i Sabati e nella seconda e quarta settimana. Poi intervenne l'accordo per cui si predicava in Santa Maria nella prima e nella seconda settimana continuamente, mentre la predica dell'Annunziata veniva fatta nell'omonima Chiesa, così come quella di San Benedetto. La predicazione della Bolla della Santa Crociata, che durava tre giorni, veniva invece fatta a San Nicolò. Poi la prima Processione delle Vocazioni, che si faceva di lunedì, andava a San Pietro; la seconda, il martedì, a San Giovanni; la terza, il mercoledì, a Sant'Antonio Abate.

Nella Domenica delle Palme la Processione andava a Sant'Antonio Abate ma non entrava in chiesa, per cui si apprestava l'altare nel piano davanti alla porta sud e lì si recitavano le antifone in versetti e le Orazioni del Santo. Dopo partiva la processione che, passando dietro San Pietro, arrivava nella piazza davanti alla Chiesa Madre di San Nicolò. Qui il Clero ed i parrocchiani di Santa Maria se ne scendevano verso la loro chiesa. Quindi, tutt'e due le comunità, ognuna per i fatti propri, celebravano la Messa ed il Passio.

Oggi le solennità cominciano il Mercoledì Santo nella Chiesa di Santa Maria della Stella. Il secentesco Gesù alla Colonna viene tratto fuori dalla sua abituale nicchia davanti ad una grande presenza di popolo. Dopo, un corteo silenzioso accompagna l'effige di Gesù per le vie della città.

Al ritorno, cento colpi di cannone rendono lugubre il buio. Allora i fedeli, risalendo la via Roma, vanno nella Chiesa del Calvario. Lì, stesa sul letto a simulare la Fine, trovano l'antica statua snodabile del Cristo. Qualche devoto veglia per l'intera notte, finché all'alba, secondo la tradizione, ci si riscalda in sagrestia al fuoco di un braciere.

© Foto Alfonso Magno© Foto Alfonso MagnoIl Venerdì, già di prima mattina, i confrati, vestiti di lunghi sai bianchi, si recano al Calvario. Subito dopo da piazza Vittorio Emanuele parte la ricostruzione vivente della Via Crucis. Al Monte Calvario la statua del Cristo viene portata sotto il portico della Chiesa del Calvario ed i confrati cominciano la cerimonia della Crocifissione. Chiodi, martello e tenaglie si trovano su cuscini ricamati, portati dalle verginelle. Con una lunga fascia passante sotto le ascelle, la statua viene issata sulla croce. Ad ogni chiodo che viene piantato, si sente il botto di una bomba, una bomba particolare, chiamata miana, confezionata per l'occasione secondo precisi canoni.

Nel pomeriggio troviamo l'apice della spiritualità, quando i confrati in processione raggiungono l'Istituto delle Orfanelle per prendere il nuovo letto (quello dove si deporrà il Cristo morto) e portarlo, tra la folla che gli fa ala, al Monte Calvario.

Al tramonto il Cristo crocifisso viene deposto dalla Croce per essere portato nella Chiesa di San Nicolò. La Banda accompagna il mesto corteo con musiche di lutto, fermandosi alle varie "stazioni"; tradizionalmente importante è la fermata della Firrera, per il canto del Populameu (o Popule Meus). Giunto in chiesa il Cristo viene solennemente adagiato su un catafalco e poi seppellito nella Chiesa Matrice di San Nicolò-SS. Salvatore.

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