Una tradizione antica
voleva che la pietà popolare per la morte del Cristo cominciasse il
Mercoledì delle Ceneri. Sopra le balate della stradina che porta
alla Chiesa del Purgatorio veniva appeso ad un filo un pupazzo
raffigurante una vecchia con infilate sette penne di gallina. Poi, ad
una ad una, le penne venivano tolte ogni venerdì di Quaresima.
Una volta un momento
importante era pure la predicazione quaresimale. Il Predicatore, già
agli inizi del '600 svolgeva la sua opera a Santa Maria, tutti i Sabati
e nella seconda e quarta settimana. Poi intervenne l'accordo per cui si
predicava in Santa Maria nella prima e nella seconda settimana
continuamente, mentre la predica dell'Annunziata veniva fatta
nell'omonima Chiesa, così come quella di San Benedetto. La predicazione
della Bolla della Santa Crociata, che durava tre giorni, veniva invece
fatta a San Nicolò. Poi la prima Processione delle Vocazioni, che si
faceva di lunedì, andava a San Pietro; la seconda, il martedì, a San
Giovanni; la terza, il mercoledì, a Sant'Antonio Abate.
Nella Domenica delle
Palme la Processione andava a Sant'Antonio Abate ma non entrava in
chiesa, per cui si apprestava l'altare nel piano davanti alla porta sud
e lì si recitavano le antifone in versetti e le Orazioni del Santo. Dopo
partiva la processione che, passando dietro San Pietro, arrivava nella
piazza davanti alla Chiesa Madre di San Nicolò. Qui il Clero ed i
parrocchiani di Santa Maria se ne scendevano verso la loro chiesa.
Quindi, tutt'e due le comunità, ognuna per i fatti propri, celebravano
la Messa ed il Passio.
Oggi le solennità
cominciano il Mercoledì Santo nella
Chiesa di Santa Maria della Stella.
Il secentesco Gesù alla Colonna viene tratto fuori dalla sua
abituale nicchia davanti ad una grande presenza di popolo. Dopo, un
corteo silenzioso accompagna l'effige di Gesù per le vie della città.
Al ritorno, cento colpi
di cannone rendono lugubre il buio. Allora i fedeli, risalendo la via
Roma, vanno nella Chiesa del Calvario. Lì, stesa sul letto a simulare la
Fine, trovano l'antica statua snodabile del Cristo. Qualche devoto
veglia per l'intera notte, finché all'alba, secondo la tradizione, ci si
riscalda in sagrestia al fuoco di un braciere.
Il Venerdì, già di
prima mattina, i confrati, vestiti di lunghi sai bianchi, si recano al
Calvario. Subito dopo da piazza Vittorio Emanuele parte la ricostruzione
vivente della Via Crucis. Al Monte Calvario la statua del Cristo viene
portata sotto il portico della
Chiesa del Calvario ed i confrati
cominciano la cerimonia della Crocifissione. Chiodi, martello e tenaglie
si trovano su cuscini ricamati, portati dalle verginelle. Con una
lunga fascia passante sotto le ascelle, la statua viene issata sulla
croce. Ad ogni chiodo che viene piantato, si sente il botto di una
bomba, una bomba particolare, chiamata miana, confezionata per
l'occasione secondo precisi canoni.
Nel pomeriggio troviamo
l'apice della spiritualità, quando i confrati in processione raggiungono
l'Istituto delle Orfanelle per prendere il nuovo letto (quello dove si
deporrà il Cristo morto) e portarlo, tra la folla che gli fa ala, al
Monte Calvario.
Al tramonto il Cristo
crocifisso viene deposto dalla Croce per essere portato nella Chiesa di
San Nicolò. La Banda accompagna il mesto corteo con musiche di lutto,
fermandosi alle varie "stazioni"; tradizionalmente importante è la
fermata della Firrera, per il canto del Populameu (o
Popule Meus). Giunto in chiesa il Cristo viene solennemente adagiato
su un catafalco e poi seppellito nella
Chiesa Matrice di San Nicolò-SS. Salvatore.
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