MILITELLO AFFONDA IN UN MARE DI INEFFICIENZE AMMINISTRATIVE

di Lucio Gambera

Giovedì 14 Dicembre 2006

«Perdita di servizi pubblici, arretramenti culturali, vuoti istituzionali»: arriva da Antonio Lo Presti, ex sindaco di Militello, l’ultima denuncia sul degrado della città. Per l'esponente dei Democratici di sinistra, che guida pure le forze dell'artigianato nella sezione locale della Cna, il preoccupante declino socio-economico porta la firma dell'amministrazione municipale di centrodestra. Lo Presti aggiunge che «il fallimento della coalizione di governo è sotto gli occhi di tutti. Anche nella Casa delle libertà, al di là di qualche comprensibile espressione d'orgoglio, il morale è sotto i tacchi per il bilancio più deludente di tutti i tempi».

- La curva della discesa socio-economica, però, non è affatto recente…

«In passato esisteva un progetto organico. Il risanamento del territorio e dei quartieri, le manifestazioni culturali e altre iniziative avevano almeno due obiettivi: recuperare la nobile identità storica e rilanciare i servizi. Molti traguardi sono stati raggiunti in passato. Alcuni progetti della precedente amministrazione si sono adesso trasformati in opere pubbliche, creando altri presupposti per investimenti. Altre iniziative hanno segnato il passo, incontrando i limiti di una disattenta azione burocratica e politica. Certi problemi, comunque, devono essere affrontati e non trascurati».

- Il turismo non registra alcuna crescita di quote. Per quali motivi?

«Il Comune ha tagliato i contatti con i principali circuiti culturali. L'inserimento del barocco nella lista dei beni dell'Umanità, che non si lega certamente all'impegno dell'attuale Giunta, sarebbe stato il trampolino di lancio per le attività turistiche. Nei centri di Palazzolo Acreide, Caltagirone, Catania, Ragusa, Modica, Scicli e Noto, con lo stesso riconoscimento mondiale, le affluenze sono addirittura triplicate. A Militello è accaduto, invece, il fenomeno inverso. Nella gestione pubblica, purtroppo, disinteresse e inerzia hanno prodotto risultati devastanti per i cittadini».

- L'Ente municipale, tuttavia, spende tanti denari in spettacoli e mostre…

«Potrebbero essere spesi meglio. Sarebbe sufficiente anche un minor impiego di risorse finanziarie. Ai miei tempi, ad esempio, non c'erano spese particolari per la promozione del centro storico. L'immagine dei monumenti e le attenzioni dei mass-media erano alte. Non occorreva elargire somme a emittenti e giornali: il marketing del territorio era legato alla nostra presenza nel circuito dell'Unesco. Alla spesa attuale non corrisponde nemmeno un quarto del beneficio che, in precedenza, arrivava in modo quasi spontaneo e con notevole risparmio di fondi pubblici».

- Cosa pensa, allora, dell'on. Nello Musumeci, che ha criticato la sua sindacatura?

«Il suo ultimo giudizio non ha convinto nessuno. Quando era presidente della Provincia ha prodotto tanti risultati per la sua comunità, ma aveva il mio appoggio amministrativo. Il suo intervento pubblico, al congresso di Alleanza siciliana, mi è sembrato alquanto… sofferente. L'eurodeputato avverte evidentemente un senso d'impotenza politica verso l'attuale sindaco, che ha apertamente sostenuto in campagna elettorale e che adesso vorrebbe forse scaricare per sempre. Da lui sarebbe lecito attendersi un'analisi più serena e leale degli attuali disastri dell'Ente comunale».

- Il dibattito sulle sorti delle infrastrutture, intanto, resta aperto in paese…

«La zona artigianale non è stata ancora aperta. Gli ostacoli non sono soltanto tecnici, ma anche umani. Il regolamento d'assegnazione dei capannoni è stato modificato e corretto per tre volte. Troppe presunzioni e chiusure al dialogo hanno creato altri guasti. Potrei continuare con la chiusura dell'asilo nido, sugli ex istituti di pubblica assistenza e beneficenza, sulle sorti del mattatoio pubblico e sugli edifici scolastici: carenze di manutenzioni e ritardi hanno creato disagi agli operatori e agli utenti, oltre a perdite consistenti di introiti per le casse pubbliche».

- A Militello crescono dubbi e interrogativi. Ci sono nuove energie da spendere?

«La comunità ha tutte le carte in regola per rialzarsi. Assieme ai partiti, le associazioni e i cittadini non devono più delegare ad altri i propri ruoli. I tempi delle vacue promesse politiche e i momenti del baratto istituzionale devono essere archiviati. La gente ha bisogno di risposte concrete e rappresentanza, mentre i dipendenti comunali, che hanno subito troppe critiche da balconi e assemblee, devono essere sostenuti con differenti motivazioni. Occorre un nuovo apporto dalle forze politiche e culturali, che il centrosinistra, con le sue intelligenze, può sicuramente esprimere».

- Nel piazze si avverte un senso di sfiducia. Le consento un appello finale…

«Lo sconforto non manca. Ma nella società non mancano elementi validi, persone intraprendenti e qualificate per disegnare un diverso scenario. Bisogna scommettere sull'aggregazione, sui valori dell'impegno e sul rispetto dei compiti. Occorre arrestare la corsa al clientelismo e all'inutile promessa, che crea soltanto risvolti effimeri e illusioni. La politica militellese deve tornare ad esercitare la sua legittima funzione propulsiva dello sviluppo, riaccendendo entusiasmi e partecipazioni. Serve un protagonismo alla luce del sole, senza concedere più deleghe in bianco».

 

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