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La curva della discesa socio-economica, però, non è affatto recente…
«In
passato esisteva un progetto organico. Il risanamento del territorio
e dei quartieri, le manifestazioni culturali e altre iniziative
avevano almeno due obiettivi: recuperare la nobile identità storica
e rilanciare i servizi. Molti traguardi sono stati raggiunti in
passato. Alcuni progetti della precedente amministrazione si sono
adesso trasformati in opere pubbliche, creando altri presupposti per
investimenti. Altre iniziative hanno segnato il passo, incontrando i
limiti di una disattenta azione burocratica e politica. Certi
problemi, comunque, devono essere affrontati e non trascurati».
- Il turismo non registra alcuna crescita di quote. Per quali
motivi?
«Il
Comune ha tagliato i contatti con i principali circuiti culturali.
L'inserimento del barocco nella lista dei beni dell'Umanità, che non
si lega certamente all'impegno dell'attuale Giunta, sarebbe stato il
trampolino di lancio per le attività turistiche. Nei centri di
Palazzolo Acreide, Caltagirone, Catania, Ragusa, Modica, Scicli e
Noto, con lo stesso riconoscimento mondiale, le affluenze sono
addirittura triplicate. A Militello è accaduto, invece, il fenomeno
inverso. Nella gestione pubblica, purtroppo, disinteresse e inerzia
hanno prodotto risultati devastanti per i cittadini».
- L'Ente municipale, tuttavia, spende tanti denari in spettacoli
e mostre…
«Potrebbero essere spesi meglio. Sarebbe sufficiente anche un minor
impiego di risorse finanziarie. Ai miei tempi, ad esempio, non
c'erano spese particolari per la promozione del centro storico.
L'immagine dei monumenti e le attenzioni dei mass-media erano alte.
Non occorreva elargire somme a emittenti e giornali: il marketing
del territorio era legato alla nostra presenza nel circuito dell'Unesco.
Alla spesa attuale non corrisponde nemmeno un quarto del beneficio
che, in precedenza, arrivava in modo quasi spontaneo e con notevole
risparmio di fondi pubblici».
- Cosa pensa, allora, dell'on. Nello Musumeci, che ha criticato
la sua sindacatura?
«Il
suo ultimo giudizio non ha convinto nessuno. Quando era presidente
della Provincia ha prodotto tanti risultati per la sua comunità, ma
aveva il mio appoggio amministrativo. Il suo intervento pubblico, al
congresso di Alleanza siciliana, mi è sembrato alquanto… sofferente.
L'eurodeputato avverte evidentemente un senso d'impotenza politica
verso l'attuale sindaco, che ha apertamente sostenuto in campagna
elettorale e che adesso vorrebbe forse scaricare per sempre. Da lui
sarebbe lecito attendersi un'analisi più serena e leale degli
attuali disastri dell'Ente comunale».
- Il dibattito sulle sorti delle infrastrutture, intanto, resta
aperto in paese…
«La
zona artigianale non è stata ancora aperta. Gli ostacoli non sono
soltanto tecnici, ma anche umani. Il regolamento d'assegnazione dei
capannoni è stato modificato e corretto per tre volte. Troppe
presunzioni e chiusure al dialogo hanno creato altri guasti. Potrei
continuare con la chiusura dell'asilo nido, sugli ex istituti di
pubblica assistenza e beneficenza, sulle sorti del mattatoio
pubblico e sugli edifici scolastici: carenze di manutenzioni e
ritardi hanno creato disagi agli operatori e agli utenti, oltre a
perdite consistenti di introiti per le casse pubbliche».
- A Militello crescono dubbi e interrogativi. Ci sono nuove
energie da spendere?
«La
comunità ha tutte le carte in regola per rialzarsi. Assieme ai
partiti, le associazioni e i cittadini non devono più delegare ad
altri i propri ruoli. I tempi delle vacue promesse politiche e i
momenti del baratto istituzionale devono essere archiviati. La gente
ha bisogno di risposte concrete e rappresentanza, mentre i
dipendenti comunali, che hanno subito troppe critiche da balconi e
assemblee, devono essere sostenuti con differenti motivazioni.
Occorre un nuovo apporto dalle forze politiche e culturali, che il
centrosinistra, con le sue intelligenze, può sicuramente esprimere».
- Nel piazze si avverte un senso di sfiducia. Le consento un
appello finale…
«Lo sconforto non manca. Ma nella società non mancano elementi
validi, persone intraprendenti e qualificate per disegnare un
diverso scenario. Bisogna scommettere sull'aggregazione, sui valori
dell'impegno e sul rispetto dei compiti. Occorre arrestare la corsa
al clientelismo e all'inutile promessa, che crea soltanto risvolti
effimeri e illusioni. La politica militellese deve tornare ad
esercitare la sua legittima funzione propulsiva dello sviluppo,
riaccendendo entusiasmi e partecipazioni. Serve un protagonismo alla
luce del sole, senza concedere più deleghe in bianco».