«La
nuova Provincia regionale? Non nasce affatto sotto i migliori
auspici. Anzi… Sono estremamente perplesso sulle opportunità per
il nostro territorio. Il dibattito continua a coinvolgere,
purtroppo, solo le forze politiche del Calatino-Sud Simeto. La gente
è stata finora lasciata ai margini di qualsiasi espressione di
sentimenti».
Antonio
Lo Presti, sindaco di Militello, ripudia la costituzione del nuovo
Ente pubblico, che continua a trovare le "porte" chiuse
nella città del Barocco. Oltre a quelli della classe dirigente,
anche gli orientamenti popolari sono sferzanti. I legami con la
provincia etnea e con l'identità storica non si sono mai allentati.
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Quale sarà l'atteggiamento dell'amministrazione comunale?
«Non
intendiamo tradire le posizioni dei nostri cittadini. Il referendum
popolare del dicembre 1993 non può essere ignorato: i militellesi
sono sempre stati contrari all'adesione alla Provincia calatina. L'88%
ha già ribadito il proprio dissenso al progetto istituzionale,
conservando le proprie radici e gli antichi riferimenti nel
Catanese. Non sono mai prevalsi campanilismi o sterili pregiudizi:
il senso d'appartenenza di una comunità non può essere gettato
come un pezzo di carta».
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Lo sviluppo, tuttavia, passa dalla concertazione territoriale…
«Non
ho alcun dubbio sulla validità e sull'efficacia delle politiche d'area.
Gli strumenti legislativi hanno consolidato la collaborazione e i
rapporti tra i Comuni del Calatino-Sud Simeto. Il tema dell'istituenda
Provincia, tuttavia, appartiene ad altre scelte. Occorre
rivendicare, piuttosto, l'attuazione del federalismo, il
decentramento delle funzioni amministrative e la maggiore autonomia
degli stessi Enti municipali. Non serve un'altra dispendiosa
struttura burocratica».
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Qualcuno parla di un pericolo: l'egemonia di Caltagirone…
«Non
esiste un forum sulla tesi della nuova Provincia. Si parla soltanto
di aree metropolitane e di presunte esigenze indifferibili. Manca
qualsiasi discussione sul ruolo di Caltagirone e degli altri centri,
che non intendono subire altre politiche vessatorie. Il timore del
capoluogo piglia-tutto, insomma, non mi sembra infondato. Certe
perplessità non sono mai state fugate… Militello continuerà a
guardare verso la Piana di Catania, evitando di girarsi alle spalle
e di archiviare la sua atavica storia».