NELLO SPORT, COME NELLA VITA, OCCORRE TENACIA!

di Lucio Gambera

Sabato 8 Marzo 2003

FRANCESCO MOSER, CAMPIONE NEL CICLISMO E NELLA VITA

- Il ciclismo sembra essere in crisi d'identità. Il doping vi sta tagliando le gambe…

«Macchè… Certi casi non appartengono soltanto al mondo del pedale. Anche in altre discipline esistono interessi forti, giri d'affari e speculazioni commerciali.  La stampa continua a fare troppi ricami, purtroppo, soltanto nel nostro ambiente. Non è facile, comunque, individuare il giusto confine tra sostanze lecite e illecite. Sarebbe opportuno riscoprire, forse, i veri valori dello sport. Il doping serve soltanto ad ingannare l'avversario e ad infrangere le regole. Insomma, non serve a nessuno…».

- Cosa vorresti dire ai ragazzi? I sacrifici sono sempre sinonimo di successi? 

«Nello sport, come nella vita, serve tanta tenacia. Il ciclismo richiede pure condizioni fisiche favorevoli. Non è necessario, comunque, cominciare a pedalare da bambini. La mia prima esperienza da corridore è nota: iniziai a correre all'età di diciotto anni. I miei fratelli rappresentavano il mio unico punto di riferimento: le loro prestazioni ciclistiche erano buone. Non avrei mai immaginato di poter indossare, un giorno, l'ambita maglia di campione del Mondo di ciclismo».

- Il 4 settembre 1977, a San Cristobal, quel lungo sogno è diventato realtà…

«In Venezuela ho dato un calcio alla sfortuna, battendo in volata il tedesco Thurau. L'anno precedente, ad Ostuni, avevo perso lo stesso titolo iridato: il belga Maertens mi aveva preceduto in volata. L'amarezza era doppia perché non ero riuscito a vincere in Italia. La delusione maggiore, però, l'ho provata nel 1978. Sul circuito di Adenau-Nurburgring mi superava per pochissimi centimetri l'olandese Knetemann Gerrie. Non c'era nemmeno un tubolare di distacco in quell'arrivo al fotofinish».

- In Sicilia torni spesso. Ti lega qualcosa a questo estremo lembo dello Stivale?

«La profonda amicizia con la famiglia D'Agostino e con tanti altri fan non posso dimenticarla facilmente. Ad Acicatena ho conquistato nel 1979 la prestigiosa maglia tricolore, superando in volata uno dei miei maggiori avversari italiani: Beppe Saronni. Ho molti amici pure da queste parti. Negli anni passati, a Scordia, ho vinto il Criterium degli assi di ciclismo. Sulla strada in salita per Militello Val di Catania, infine, ricordo di aver fatto un veloce riscaldamento pre-gara. Altri tempi quelli…».

 

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