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Il ciclismo sembra essere in crisi d'identità. Il doping vi sta
tagliando le gambe…
«Macchè…
Certi casi non appartengono soltanto al mondo del pedale. Anche in
altre discipline esistono interessi forti, giri d'affari e
speculazioni commerciali. La stampa continua a fare troppi
ricami, purtroppo, soltanto nel nostro ambiente. Non è facile,
comunque, individuare il giusto confine tra sostanze lecite e
illecite. Sarebbe opportuno riscoprire, forse, i veri valori dello
sport. Il doping serve soltanto ad ingannare l'avversario e ad
infrangere le regole. Insomma, non serve a nessuno…».
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Cosa vorresti dire ai ragazzi? I sacrifici sono sempre sinonimo di
successi?
«Nello
sport, come nella vita, serve tanta tenacia. Il ciclismo richiede
pure condizioni fisiche favorevoli. Non è necessario, comunque,
cominciare a pedalare da bambini. La mia prima esperienza da
corridore è nota: iniziai a correre all'età di diciotto anni. I
miei fratelli rappresentavano il mio unico punto di riferimento: le
loro prestazioni ciclistiche erano buone. Non avrei mai immaginato
di poter indossare, un giorno, l'ambita maglia di campione del Mondo
di ciclismo».
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Il 4 settembre 1977, a San Cristobal, quel lungo sogno è diventato
realtà…
«In
Venezuela ho dato un calcio alla sfortuna, battendo in volata il
tedesco Thurau. L'anno precedente, ad Ostuni, avevo perso lo stesso
titolo iridato: il belga Maertens mi aveva preceduto in volata. L'amarezza
era doppia perché non ero riuscito a vincere in Italia. La
delusione maggiore, però, l'ho provata nel 1978. Sul circuito di
Adenau-Nurburgring mi superava per pochissimi centimetri l'olandese
Knetemann Gerrie. Non c'era nemmeno un tubolare di distacco in quell'arrivo
al fotofinish».
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In Sicilia torni spesso. Ti lega qualcosa a questo estremo lembo
dello Stivale?
«La
profonda amicizia con la famiglia D'Agostino e con tanti altri fan
non posso dimenticarla facilmente. Ad Acicatena ho conquistato nel
1979 la prestigiosa maglia tricolore, superando in volata uno dei
miei maggiori avversari italiani: Beppe Saronni. Ho molti amici pure
da queste parti. Negli anni passati, a Scordia, ho vinto il
Criterium degli assi di ciclismo. Sulla strada in salita per
Militello Val di Catania, infine, ricordo di aver fatto un veloce
riscaldamento pre-gara. Altri tempi quelli…».