NON ILLUDIAMO I GIOVANI

di Alfonso Magno

Domenica 13 Ottobre 2002

GIGI D'ALESSIO ED IL MESSAGGIO D'AMORE CHE LANCIANO LE SUE CANZONI

- Gigi, il tuo è un sound napoletano un po' atipico...

«Io non ritengo di fare musica napoletana. Sono orgoglioso di essere napoletano, ma la mia musica appartiene alla musica italiana. Non esiste un'etichetta regionale... tutto è musica italiana, come lo è la musica che nasce, che sò, a Bologna, a Genova, qui a Catania. Non confondiamo le origini con quello che fai, Certo, prima ho iniziato a cantare in dialetto, ma così avevo poche chance di uscire al di fuori dei confini; la promozione della mia musica avveniva in ambito regionale. Poi ho cominciato... e sono riuscito ad affermarmi sia in Italia che in Spagna con un omaggio dedicato alla mia città. La musica non ha frontiere. Esiste la musica con i suoi testi e basta.».

- Dai tuoi inizi ad oggi quanta strada hai percorso?

«Guarda, se dobbiamo partire da così lontano allora dobbiamo stare seduti per una settimana... Il pubblico! È il pubblico che è cresciuto con me; questo ti posso dire, non senza sottolineare i tanti, credimi, tantissimi sacrifici».

- Hai una carica, una forza interiore non indifferente...

«Oggi, in questa vita piena di problemi la forza è nella semplicità di raccontare le proprie storie. La musica, le canzoni devono raccontare la verità, la realtà. Nella musica dobbiamo ritrovare noi stessi; il segreto è scrivere come si parla».

- Quindi tu racconti uno "spaccato" di vita reale?

«Di vita reale e di gioia! Questo è molto importante.».

- Il tuo pubblico ti ama. Stasera hai dovuto letteralmente "fendere" una folla oceanica per poter raggiungere il palco. Questo non ti ha creato disagio?

«No, anzi ne sono contento, e sai perché? Il mio fortunatamente è un pubblico pulito. Scrivo amore ed ho amore. Nei miei concerti non gira droga, non gira "fumo" se non quello delle sigarette. Tu hai visto stasera... La musica serve per questo... per lanciare dei chiari messaggi! Sono padre, ho due figli. Lì in mezzo possono esserci i miei figli. Secondo te come può sentirsi un padre se... Ecco qual è il messaggio che lancio. I ragazzi di oggi non devono essere illusi. Nelle canzoni non devono esserci messaggi diversi da quello dell'amore. Non dobbiamo illudere i nostri figli».

- Quindi nel tuo pubblico, in noi, c'è amore?

«Tutti dentro siamo così!».

- Prima di lasciarci, parlami del tuo ultimo lavoro: "Uno come te".

«Potrei mai dirti che "ogni scarrafone è brutto a mamma..."? Il mio ultimo album è primo in classifica, e già questa è una soddisfazione! Se poi vai a vedere chi c'è dietro... Peter Gabriel al secondo, i Rolling Stones al terzo, i Cranberries al quarto posto... Tutto il mondo della musica è dietro; incredibile! È il pubblico che ha deciso così e lo ringrazio. Sono contentissimo di aver ritrovato così tante persone!».

- In questo album hai coinvolto Anna Tatangelo...

«Bisogna aiutare i giovani. Anna ha solo 15 anni... Sai, era sin troppo facile individuare una donna con cui lavorare... Ho scelto Anna perché potrebbe essere mia figlia. Sicuramente con un'altra artista una parte della stampa ci avrebbe creato qualche strana love story... Sono contento così. Anna è davvero una persona speciale».

 

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