I SEGNALI DI UNA
MILITELLO IN CRISI
di
Lucio Gambera
Venerdì 1 Settembre 2006
SEGNALI PREOCCUPANTI
DI UNA MILITELLO IN FORTE CRISI
«Le attività
produttive sono in forte calo. L'iniziativa privata langue, mentre
l'economia complessiva della città registra un bilancio negativo.
Servono nuovi investimenti, intraprendenza e idee per abbandonare in
paese la rotta della disperazione». Il dott. Giuseppe Cusumano,
dirigente di Confcommercio, dipinge un quadro a tinte fosche su
Militello, partendo da un'analisi delle attuali condizioni sociali e
delle occasioni perdute negli ultimi decenni. Alla crisi
dell'agricoltura e dell'artigianato, in una città che non ha mai
avuto particolari vocazioni commerciali, non sembrano rispondere
altre attività.
-
Dalla congiuntura alla crisi strutturale, la ripresa è una
chimera...
«La situazione sociale
è aggravata dal regresso economico. Il tracollo dell'agricoltura ha
provocato bruschi cambiamenti nelle abitudini e nei modelli di
consumo. L'economia agricola, negli ultimi anni, non è stata
accompagnata da tentativi di conversione nel settore terziario o
turistico. Questo ha generato diffusi problemi economici, dando vita
a giganteschi fenomeni di disoccupazione giovanile. In questi
contesti le associazioni di categoria e gli enti locali potrebbero
svolgere un ruolo di contrasto efficiente ad una crisi che investe
anche il comparto commerciale.»
- Esiste una carta
da giocare sul “tavolo” dello sviluppo locale?
«Non è possibile
trascurare i processi di valorizzazione del territorio. Occorre una
maggiore ricerca di investimenti esterni e una promozione del
territorio meno effimera. L'amministrazione comunale di Militello
dovrebbe almeno perseguire questi due obiettivi. Anche i cittadini
devono assumere, però, ulteriori compiti di responsabilità. Attrarre
ricchezza nella nostra zona significa creare nuove possibilità di
occupazione. Ci sono opportunità imprenditoriali per i giovani
disoccupati nel mondo del lavoro. Le basi per un rilancio del paese
esistono, ma occorre una seria piattaforma per una crescita concreta
della comunità. Non c'è spazio per la concertazione, non c'è
dialogo… Ognuno sembra essersi chiuso nelle sue valutazioni,
rifiutando ogni tipo di apertura all'esterno. Un segnale
preoccupante...»
- La crisi
demografica è lo specchio fedele di una lunga agonia sociale…
«L'imprenditoria
militellese è cresciuta a rilento negli ultimi decenni. Le
difficoltà permangono: le forze istituzionali, economiche e
culturali devono fornire azioni di sostegno. I processi di nascita e
sviluppo delle aziende, però, presuppongono la sussistenza di un
territorio fertile. Gli investimenti arrivano solo in funzione di
una maggiore convenienza o di una prospettiva più allettante. A
Militello, invece, troppi nodi burocratici e limiti hanno
sacrificato i progetti di operatori privati. Non mancano, con tutte
le conseguenze deleterie, le tendenze all'abbandono del paese, la
costante ricerca di lavori in altri centri e la realizzazione di
aziende in altri luoghi. I giovani sono attratti da mete più sicure,
lasciando, dopo essersi istruiti e formati, ogni contatto con i
luoghi d'origine.»
- Non decolla
nemmeno il turismo. Chi sono i maggiori responsabili?
«Militello ha un
vantaggio-svantaggio. La vicinanza con la città di Caltagirone, che
dagli ultimi sondaggi ha pure superato Taormina in termini di
gradimento. Dovremmo approfittare di questa posizione strategica per
attirare persone nel nostro territorio. L'importante è mettere in
moto i giusti meccanismi meccanismi. L'offerta turistica potrebbe
forse prescindere dalla ricezione alberghiera, ma occorre compensare
il gap con altre iniziative. Un pacchetto di stampo sociale,
culturale, storico, commerciale, produttivo, ambientale e ricreativo
può richiamare migliaia di escursionisti e studiosi. Ma per fare
questo c'è bisogno di una promozione totale del nostro territorio.
Non servono più, insomma, tristi predicatori e profeti di sventure…
Occorre agire e mostrare capacità di proposta.»
- L'esperienza,
invece, parla di espedienti clientelari e palliativi per il malato…
«Una sinergia tra
tutti gli attori di un sistema locale è indispensabile per la
promozione complessiva di una città. Un'azione di marketing
territoriale, che scommette sui principi di efficacia e sulla lunga
durata dei benefici, deve fondarsi sul consenso di tutte le realtà
interessate allo sviluppo della città. Occorre conoscere le
competenze, pensare ad alti traguardi, perseguire obiettivi attorno
ai quali aggregare il consenso e la volontà di cooperazione.
Militello ha un prodotto da vendere, con tutte le sue ricchezze e la
sua storia. Solo un piano promozionale, con una giusta selezione
delle risorse professionali e umane, evidenziando i punti di forza e
i vantaggi competitivi della nostra area, può determinare l'arrivo
di investimenti. Finora si è operato in altre direzioni per una
grave miopia o per uno scarso interesse verso le finalità
pubbliche.» |