LA
RASSEGNA estiva di MILITELLO - "CITTà DEI SANTI"
di
Alfonso Magno
Mercoledì 31 Luglio 2002
L'intervista
A GIUSEPPE POLLINA, VICESINDACO DI MILITELLO
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"La Città dei Santi". Signor vicesindaco, questa
manifestazione è un punto d'arrivo o di partenza?
«È
entrambe le cose. È un punto di arrivo rispetto ad un lavoro
complesso, difficile ed entusiasmante, anche in considerazione
dell'impegno che ho preso al momento in cui ho assunto l'Assessorato
alle politiche giovanili. È altresì un punto d'arrivo per il
lavoro che c'è stato, per i momenti d'incontro con le varie
associazioni ed i comitati dei festeggiamenti patronali. Peraltro i
momenti di incontro che citavo sono stati fortemente da me voluti
perché un assessore deve saper ascoltare ed interagire in ordine
alle esperienze ed alle esigenze; in due parole: ascoltare e
promuovere.
È
un punto di partenza perché il nostro è un cartellone che ha molte
possibilità di crescita e queste vanno sicuramente sfruttate nel
futuro. Ne sono certo: da qui può nascere qualcosa.»
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Il cartellone riporta tutto ciò che offre l'estate militellese. Una
volta le iniziative erano gestite, quantomeno nell'organizzazione,
in modo autonomo ad esempio dai vari comitati dei festeggiamenti
patronali. Ora tutto è riunito. Da dove parte questa idea?
«L'idea
forte è la logica dell'integrazione. Ciò che fa o ha fatto un
comitato è parte di un'iniziativa ben più ampia. L'idea, quindi,
è dettata dal bisogno, per Militello, di integrare le esperienze e
le diverse attività in un progetto che abbia l'obiettivo di
valorizzarle. In questo il ringraziamento va ai vari comitati che
hanno dimostrato un alto senso di maturità e capacità di ascolto e
considerazione.»
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I comitati dei festeggiamenti patronali come hanno risposto a questa
nuova iniziativa?
«In
modo decisamente positivo, seppur dopo qualche iniziale
perplessità. I membri dei comitati hanno capito i veri intenti
dell'iniziativa ed hanno capito che il loro ruolo è comunque
riconosciuto.»
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La "Pro Loco" quest'anno non è parte attiva dell'estate
militellese. È una epurazione?
«Il
motivo del mancato apporto della Pro Loco andrebbe chiesta ai suoi
dirigenti. La Pro Loco è stata invitata al tavolo organizzativo, ma
non c'è stato lo stesso attivismo degli altri anni. Forse, ma è
una mia impressione, non hanno colto la novità dell'iniziativa.»
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Come per la recente "Settimana del Barocco", anche
"La Città dei Santi" vede l'impegno delle associazioni
culturali locali. C'è finalmente un cambio di tendenza?
«Sicuramente
si. Il cambio di tendenza è finalmente reciproco. C'è stata
l'individuazione di un tavolo comune di confronto quando, debbo
dire, nel passato c'era stata una non piena comprensione, da parte
dell'Amministrazione, nel riconoscere la valenza dell'operato delle
associazioni e l'importanza delle loro richieste.
Per
andare incontro ai vari gruppi, abbiamo voluto creare uno spazio
"fisico" per le associazioni che necessitino di un
recapito, di un luogo di aggregazione: è un appartamento in Via
Umberto che abbiamo battezzato "Piazza delle
Associazioni". Questa "piazza" virtuale è a
disposizione di coloro che abbiano necessità di un punto di
riferimento.»
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Qualcuno si è lamentato della presentazione ritardata de "La
Città dei Santi" rispetto al suo inizio naturale. A cosa è
dovuta questa ufficializzazione tardiva?
«In
realtà c'è stata un visibilità pregressa per i primi eventi,
temporaneamente definita "Quartieri e Arte". Poiché
dovevamo ancora definire degli appuntamenti in cartellone e per
evitare inutili sovrapposizioni con la "Settimana del
Barocco" si è preferito procrastinare la presentazione
ufficiale. Anzi, non nascondo che abbiamo in serbo una
"sorpresa" nell'ambito della durata della manifestazione.»
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Il direttore artistico di "Città dei Santi" proviene da
Scordia. Senza nulla togliere alla persona ed alle sue capacità,
perché non si è optato per una scelta autoctona?
«Come
ha detto lei, per le sue capacità. Ma questo è anche un segnale di
apertura. Un segnale di novità e di apertura ad una comunità
vicina. Questo è un progetto che non deve restare solo
"militellese".»
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Una mostra fotografica evidenzierà il degrado di Militello.
L'Amministrazione comunale va contro se stessa?
«Al
contrario. L'Amministrazione comunale sa guardare alle cose che
vanno fatte; sa essere vigile sui suoi ritardi. Ma è anche un
segnale sulla responsabilità civica dei cittadini. Certo non tutto
il degrado dipende dagli abitanti di Militello, ma gli abitanti
stessi devono rendersi conto del patrimonio inestimabile in cui
vivono e del riconoscimento recentemente ottenuto.»
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Volley internazionale; grandi campioni dello sport sono stati a
Militello; Militello forse "Cittaslow", Militello e Unesco;
"Bridge Project" e l'arte contemporanea internazionale.
Militello si sta aprendo verso una globalizzazione culturale?
«Innanzitutto
spero che Militello affronti questa "apertura" mantenendo
la sua individualità e non si faccia assorbire dalla
globalizzazione culturale. Militello deve saper guardare agli eventi
anche grazie ai mezzi di comunicazione multimediale che possano
porla al centro dell'attenzione, ma sempre preservando la propria
identità storica e culturale.»
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Lei pensa che "La Città dei Santi" possa diventare un
appuntamento cadenzato, o questo 2002 è solo un esperimento?
«"La
Città dei Santi" deve diventare un appuntamento fisso e dovrà
raccogliere le energie migliori per offrire sempre di più.
Militello ha la possibilità, ormai, di poter offrire un cartellone
di 365 giorni per garantire ed aumentare i movimenti turistici. Il
punto di forza è la sua grandiosa "marginalità" che
permette il mantenimento di una identità.»
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