MILITELLO E L'UNESCO

di Alfonso Magno

Giovedì 4 Luglio 2002

L'intervista a PIPPO BAUDO

- Avvocato Baudo, Militello e le altre Sette Città avranno più "visibilità" o tutto rimarrà come prima?

«Sicuramente nulla non sarà come prima. Essere riconosciuti dall'UNESCO è un buon punto di partenza. In questo Terzo Millennio vi è un'arma molto importante e divulgativa: tramite internet aumenterà sicuramente la diffusione della mappa dei luoghi protetti dall'UNESCO e questo contribuirà a diffondere tali siti.

La Sicilia può vantare il privilegio di avere queste otto città, fiore all'occhiello di un territorio ricco di cultura, tradizioni ed arte e quindi l'opportunità che abbiamo è un biglietto da visita non indifferente.»

- Lei crede che l'UNESCO possa dare una valenza "vera" ai luoghi scelti o questi sono un'elite culturale di pochi?

«Forse una volta i beni culturali, monumentali e architettonici erano per un gruppo ristretto di "intenditori". Oggi più che mai si sta affermando il connubio "Beni monumentali" uguale "Beni popolari", cioè di totale fruizione turistica ancorché intellettuale.

In questo momento ho davanti agli occhi l'immagine di un turismo orientale di massa che, guide alla mano, è alla ricerca dell'approfondimento e, se il luogo è "segnalato" dall'UNESCO... allora ecco quel "quid" in più. Confido, per questo, molto nella Sicilia e nel suo patrimonio. D'altronde la Sicilia, come del resto l'Italia, è ricca di palazzi, monumenti, siti archeologici e naturalistici che non si possono esportare! Il turista, lo studioso, il curioso, devono per forza poterli toccare con mano.»

- È stato informato da qualcuno di questo evento, o ha appreso la notizia dai mezzi di informazione?

«La bellissima notizia mi è stata data, immediatamente dopo la delibera della Commissione UNESCO, da una persona che stimo moltissimo e a cui mi lega una sincera e lunga amicizia: il nostro Sindaco Antonio Lo Presti, che anzi ringrazio per la gentilezza che ha avuto nell'avvisarmi davvero così tempestivamente.»

- Qual è stato il suo primo pensiero?

«Io ho sempre detto e sostenuto di ritenermi fortunato ed orgoglioso di essere nato in un posto così stupendo come la nostra Militello. Il riconoscimento internazionale che ci è stato dato assieme alle altre sette città, è paragonabile ad una medaglia da portare non tanto sulla giacca, quanto nel nostro cuore.»

- Ora, oltre a dire nei suoi programmi televisivi che lei è di Militello, sottolineerà anche "patrimonio dell'umanità"?

«Se dovessi dire, come spesso succede, che sono di Militello... indubbiamente!»

- È fattibile, secondo lei, un programma televisivo di intrattenimento serale sui beni dell'UNESCO in Italia? Un programma trasmesso, ad esempio, dalle Cinque Terre in Liguria piuttosto che dal centro storico di Firenze o, perché no, da Militello stesso?

«Certamente ed avrebbe, se strutturato bene, anche una buona "vendibilità" in termini e di "audience" e di vendita di spazi pubblicitari. Un programma del genere dovrebbe essere "sponsorizzato" anche dal Ministero dei Beni Culturali che ha tutto l'interesse a "mappare" i luoghi di maggiore rilevanza e a divulgare i beni che abbiamo in Italia. Sarebbe una mossa sbagliata non farlo.»

 

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