UN MILITELLESE D'ADOZIONE

di Alfonso Magno

Mercoledì 7 Settembre 2005

A MILITELLO TORNO SEMPRE VOLENTIERI: Mio nonno era militellese

Il bravo presentatore di Antenna Sicilia, l'emittente catanese, è a Militello per presentare lo spettacolo organizzato dal Comitato per i festeggiamenti 2005 in onore della Madonna della Stella.

Salvo, a quando la cittadinanza onoraria a Militello?

«Questo dovete dirlo voi! Per me sarebbe un grande onore, perché la Sicilia è tutta bella. Io la giro in lungo ed in largo, ma ho detto e lo confermo che con Militello c'è un rapporto un po' più intimo perché ho un bisnonno che ha avuto origine qui ha Militello per poi trasferirsi subito a Catania e poi perché il mio amico e maestro Pippo Baudo mi porta a Militello spesso e volentieri. Per cui, quando volete... sono disponibile».

Lasciamo da parte il Salvo La Rosa giornalista, presentatore e personaggio televisivo. Parliamo con Salvo, un turista amico di Militello che non perde occasione per fare una visita nel paese dichiarato patrimonio mondiale dell'umanità. Cosa ti piace di Militello?

«Militello, essendo patrimonio dell'umanità, ha da offrire cose bellissime dal punto di vista della storia, dal punto di vista architettonico; c'è un Barocco assolutamente straordinario che è il Barocco bellissimo del sud-est siciliano. Poi mi piace questo "suo" isolamento: Militello se ne sta arroccata sulla sua collina; mi piace molto questa parziale solitudine, questa sua tranquillità. Uno dei luoghi militellesi che prediligo è il Calvario».

Cosa, invece, proprio non riesci a digerire di questa entità dell'entroterra etneo?

«Di questa Sicilia ormai "digerisco" tutto. Non c'è una cosa in particolare che non apprezzo... Forse la stessa voglia di solitudine. Tutte le volte che vengo qui, però, ritrovo tutti quei "sapori" che la città non può più dare».

Una domanda cattiva te la posso porgere?

«Però mi avvalgo della facoltà di non rispondere...».

Ti abbiamo visto a Militello in occasione della Settimana del Barocco del 2001; per la Sagra del 2002; durante il Carnevale del 2003; l'anno scorso proprio sullo stesso palco della Festa della Madonna della Stella. Praticamente una presenza annuale. Un professionista, in generale, non rischia così di vedere inflazionata la propria immagine?

«Assolutamente no. La risposta sta nel fatto stesso che se qualcuno mi invita (e poi alla fine mi paga per fare uno spettacolo) vuol dire che mi vuole. Non ho chiesto di venire ripetutamente né in questo, né in altri posti perché non è nel mio costume. Se mi chiamano vengo volentieri. È sempre il pubblico che giudica. Nel momento in cui dovessi capire che questa "fiducia" viene meno, che non mi sopporta più... un minuto prima sarò giù da questo palco militellese dove mi esibisco con ottimi risultati».

La tua trasmissione televisiva "Insieme", in onda tutte le sere su Antenna Sicilia, è un successo che dura da anni. Ci sarà pure un segreto!

«La "sicilianità", sicuramente! Non potrei mai fare uno spettacolo che possa fare concorrenza a Rai e Mediaset con i "mezzi" che abbiamo; "mezzi" buoni, ma pur sempre da emittente di provincia, inferiori a quelli delle grandi emittenti. Però siamo l'unico programma che può essere siciliano sino in fondo e può offrire un cocktail di sicilianità che al pubblico piace. Il complimento più bello che ricevo dal pubblico, dai telespettatori è che facciamo loro compagnia ogni sera. In un periodo in cui è facile l'isolamento domestico, in cui è facile sentirsi troppo soli, sapere che fai piacevolmente compagnia a qualcuno è una bella soddisfazione».

Ricordi "Turisti per gioco", la trasmissione di Antenna Sicilia che ha parlato anche di Militello? Cosa si potrebbe ancora fare, a livello televisivo, per aumentare la visibilità dei centri dichiarati patrimonio Unesco?

«Siamo solo all'inizio. La televisione è un veicolo straordinario, che arriva nelle case delle persone per cui bisogna sfruttarlo al massimo. Non dobbiamo perdere l'occasione incredibile si essere stati riconosciuti patrimonio dell'Unesco. Forse è stato fatto ancora molto poco. Bisogna fare sempre di più. Trasmissioni come quella che hai citato sono state sicuramente utili; spettacoli come quelli realizzati quest'anno nei siti "Barocchi" sono stati e sono utili, però bisogna intensificare molto la "promozione", che è alla base di tutto».

Stasera presenti lo spettacolo di Anna Tatangelo e Flaminio Maphia. Però non perdi occasione per assistere da spettatore ai concerti dei big della musica leggera italiana. Ci siamo visti poco tempo fa a Misterbianco in occasione dello spettacolo di Massimo Ranieri. Quanto lo fai per, diciamo, dovere professionale e quanto per piacere personale?

«Lo faccio... equamente. Laddove finisce la mia grande passione per la musica comincia immediatamente la mia grande passione per il lavoro; sono concatenate. Baudo dice che per fare questo mestiere bisogna avere alcune doti: la memoria, l'onestà intellettuale e professionale, l'umiltà e la grande preparazione culturale ed artistica. Andare ad uno spettacolo non significa solo soddisfare la voglia di vedere cose belle, ma anche apprendere, migliorare, percepire novità, imparare cose nuove».

 Cosa farà Salvo La Rosa da grande?

«Quello che sta facendo, che poi è quello che voleva fare da piccolo. Mi ritengo un "ragazzo fortunato", come diceva Jovanotti, perché sono riuscito a realizzare il mio sogno di bambino: questo mestiere. Spero di farlo sino a quando ne avrò voglia io, sino a quando la salute mi aiuterà e sino a quando il pubblico gradirà quello che faccio».

 

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