Fratello del cronista Filippo, vestì l'abito dei Frati Cappuccini, distinguendosi come eccellente predicatore. Dovette possedere una buona erudizione, come attestavano le note scritte di suo pugno in margine alla versione del Fazzello fatta da Remigio Fiorentino. Purtroppo esse sono andate in gran parte  perdute, perché la biblioteca del Convento dei cappuccini (di cui il volume faceva parte) non si trova più a Militello. Fortunatamente, grazie alla trascrizione dello storico Vincenzo Natale, si è salvato un appunto molto importante per la storia della città. Infatti, commentando la congiura dei baroni siciliani al tempo del Vicerè Pignatelli, Francesco Caruso ci dice che ne fece parte Giovan Battista Barresi, signore di Militello (che perciò morì rinchiuso nella fortezza di Palermo). Inoltre, uno dei capi di quella congiura, Piruccio Juvenio, era cugino carnale di don Alonzo Caruso, figlio di Matteo e nonno dello stesso Francesco.

(A cura di S.P. Garufi)

 

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