Docente
emerito di Economia politica, ma anche di Statistica e Scienza delle finanze fu
soprattutto, per quel che maggiormente ci riguarda, assiduo e competente
collaboratore dell'Archivio Storico per la Sicilia orientale, per il quale
pubblicò a più riprese, in un arco di tempo che va dal 1911 al 1938, la gran
parte di quegli studi sulla storia militellese che gli hanno assicurato la stima
incondizionata dei posteri.
Fondamentali
trattazioni come Le cronache inedite di Filippo Caruso (1911/13) e
Francesco Branciforte Barresi e le due Principesse d'Austria
(1916), dedicate alla interpretazione dei manoscritti di Filippo
Caruso, erudito vissuto alla corte del principe Branciforte; La
Signora di Militello (Donna Aldonza Santapau) nel suo passaggio dalla tradizione
ai documenti storici (1922) e Militello nel 1634 - Il secondo
frammento inedito della perduta Storia di Militello di Pietro Carrera
(1938), sono pietre miliari della storia locale a cui hanno attinto appassionati
e ricercatori.
Figlio
del senatore Salvatore, costui vero e proprio fondatore di una dinastia di
ingegni fuori della norma, Giuseppe fu, come altri suoi fratelli (Angelo in
primo luogo), beneficiato da un'aura di genialità grazie alla quale la
mediocrità gli venne preclusa fin dalla nascita e che, unita ad una precocità
non indifferente, gli consentì di eccellere in ogni campo del sapere a cui egli
rivolse il suo pensiero.
(A
cura di P.S. Basso)
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