Se
i molti militellesi nati nella prima metà di questo secolo dovessero indicare qualcuno a cui associare il concetto di
musica, quasi tutti, senza alcun dubbio, indicherebbero il nome del maestro Ignazio Bono. Testimone e protagonista di
una fioritura artistica senza precedenti che a Militello vedeva in campo eterogenee compagnie teatrali ed estemporanee
formazioni strumentali, come l'Orchestra del Circolo Universitario, delle quali, immancabilmente, veniva
designato direttore per la parte musicale, Bono costruì la sua aureola di immortalità grazie alla lunga carriera di
Direttore della Scuola di Musica e della Banda Municipale cittadina che resse dal 1929 al 1958, anno in
cui il corpo bandistico fu soppresso, forse con eccessiva leggerezza, depauperando la città di un'istituzione che, bene
o male, era riuscita a coinvolgere le personalità artisticamente più sensibili e ricettive, con conseguenze deleterie
su tutto il movimento musicale militellese degli anni successivi.
Compositore
prolifico ed eccellente strumentista (soprattutto violoncello e violino), Ignazio Bono ha segnato profondamente la
storia religiosa di Militello componendo opere che ancora oggi sono eseguite in occasione delle più importanti
manifestazioni sacre cittadine. Prima fra tutte il Popule Meus, notissimo canto le cui note accompagnano la mesta
processione del Cristo Morto nel giorno del Venerdì Santo. Sono, altresì, del maestro Bono le celebri Cantate
del SS. Salvatore e della Madonna della Stella, patrimonio delle due feste patronali militellesi. Il resto della
produzione comprende altri Popule Meus per il Giovedì ed il Venerdì Santo; un Miserere che si esegue
tradizionalmente durante la Settimana Santa a Licodia Eubea (CT); marce funebri (Eterno ricordo); marce militari
(Vita nuova); marce sinfoniche (Alba radiosa, La nuova Caltagirone) e numerosissimi ballabili
(quadriglie, polke, mazurke, galop, ecc.).
(A
cura di P.S. Basso)
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