Sappiamo
che il padre, Bartolomeo, veniva dal Piemonte (probabilmente da Asti). Giovanissimo era già secondo assessore del
Principe don Francesco Branciforti, quando il vecchissimo e prestigiosissimo Vincenzo Milana ricopriva la carica di
primo giudice consultore. Il Fazio, il Mongitore e l'abate Amico ne lodarono il talento letterario e
Pietro Carrera, che
gli fu stretto amico, lo celebrò nei suoi epigrammi.
Nel
1617 pubblicò Il discorso sopra Carrera, premesso (insieme ad un altro scritto di don Giovan Battista
Cherubini) al trattato su Il giuoco degli scacchi di Pietro Carrera, dove fece accenno a una Storia
della famiglia Branciforti alla quale lavorava e che è andata persa. In quella sede Tortelli volle pure
evidenziare il prestigio sociale e culturale della Militello brancifortea, così splendida di strade, piazze, fabbriche,
giardini, fontane e, soprattutto, di una biblioteca, che per "copiosità" e "fioritezza" non aveva
pari in Sicilia e "gareggiava colle più belle e ricche d'Italia".
Nel
1620 pubblicò, per la tipografia Giovanni Rossi di Militello, Dei madrigali di Mario Tortelli. Centuria prima
dedicata all'illustrissimo et eccellentissimo signor D. Francesco di Castro, Conte di Castro, Duca di Toresano, Vicerè,
e Capitan Generale per sua Maestà in questo regno di Sicilia, ecc. Nel discorso di prefazione (che fu affidato
al Carrera) troviamo notizia di "alcuni disagi di fortuna" patiti dal poeta (forse la malattia che lo porterà
alla morte) e un riferimento ad altri lavori letterari dei quali, purtroppo, ci restano soltanto i titoli: Lettere
familiari, Orationi e una non meglio specificata Opera in legge. I Madrigali,
comunque, si fanno apprezzare per la levità con la quale i "maravigliosi" giochi verbali barocchi diventano
sorridente e cortigiana eleganza (bastino, per farne un esempio, queste disinvolte parole ad una dama: "vidi le mamme,
anzi le nevi ignude / ov'Amor la sua face accende e chiude...)".
Appena
un anno dopo la pubblicazione dei Madrigali, Tortelli morì e fu seppellito nella chiesa di San Nicolò.
(A
cura di S.P. Garufi)
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