Sin
dall'adolescenza diede sprazzi della sua intelligenza. Si racconta che ancora
piccolo discusse così assennatamente una causa a favore di un fabbricante di
mortaretti che il giudice scese dal suo seggio per congratularsi con l'arguto
giovane. Da don Croce Tinnirello fu avviato agli studi umanistici e filosofici
per poi indirizzarsi nella giurisprudenza. Dimostrò, ancora giovane, che aveva
precocemente una compiuta formazione sia nell'esporre con chiarezza le idee, la
logica, i ragionamenti e trattare con padronanza il soggetto. Il suo senso
giuridico fu perfetto, atto ad intendere, sistemare ed ordinare il complesso
meccanismo del diritto. Conosceva il codice a menadito, tanto da poterlo
applicare senza verificarne gli articoli; «Se vi ha differenza tra me ed il
codice, può errare il codice» soleva dire.
Come
uomo politico fu abile organizzatore; nel 1848 fondò a Militello in Circolo
Nazionale e redigette, a Catania, L'Unione Italiana, il giornale
della Rivoluzione. Preparò articoli e programmi che infervorarono i patrioti.
Nel 1861 e nel 1865 fu candidato alla Camera dei Deputati. Nel 1872 diventò
Ministro dell'Agricoltura, dell'Industria e del Commercio. Dopo divenne
Senatore. Fu uno dei pochi economisti che realmente abbiano avuto, nella seconda
metà dell'Ottocento, diritto a questo nome. Le sue vedute ed i suoi metodi
produssero nella politica i migliori frutti per l'economia pubblica e privata e
per la grandezza dell'Italia. Appoggiò alla Camera il progetto della ferrovia
interna che doveva unire Catania a molti importanti centri e si adoperò per far
approvare il tratto ferroviario da Valsavoia a Caltagirone.
Le
sue opere maggiori, oltre il trattato di Economia Politica sono: Ordinamento
delle teorie giuridiche delle scienze sociali, 1859; Lezioni di
Scienza delle Finanze, 1879; Conferenze di Economia Politica,
1875; La Scuola Germanica e la Scuola di Adamo Smit in Economia
Politica, 1875.
Morì
a Roma il 23 dicembre del 1897, dove ebbe solenni esequie a spese dello Stato
che vi prese parte ufficialmente. Riposa a Catania nella tomba di famiglia.
(A
cura di A. Magno)
|