Sabato 11 aprile 2009

MA DOVE ERA DIO? (di Brigida Fagone)

Ma dove era Dio? È una domanda che abbiamo sentito spesso nei giorni che sono seguiti al terremoto in Abruzzo.

È la domanda che ci poniamo un po' tutti, presi dallo sconforto, davanti a tragedie del genere; ma anche di fronte alle guerre, alle stragi, ai genocidi...

C'è però una domanda che ho sentito in televisione, proprio il giorno del Venerdì Santo, e che mi ha colpita ancora di più: «Ma a Dio non è bastato veder morire Suo Figlio...?»

La risposta evidentemente è NO!

L'equivoco, semmai,  sta nel fatto che non è Dio a esigere da noi un tributo di sangue. Nessun Dio vorrebbe questo.

È piuttosto l'idiozia umana e l'inconsapevolezza di chi "non sa quello che fa", quando violenta la terra, avvelena il clima, prospera sull'ingiustizia, costruisce palazzi di cartone e... inquina persino i sentimenti.

Dio è ovunque.

Ma da nessuna parte, se lo abbiamo cacciato via dai nostri pensieri e  dai nostri cuori.

 


Domenica 15 marzo 2009

Una città che sa reagire (di Sebastiano Caruso)

In barba a luoghi comuni più o meno frequenti, e in piena contraddizione con chi parla di crisi, non solo economica, ma di idee, la nostra città sembra tracciare una linea diversa da quello che è il conformismo nazionale e globale. Lo si vede in più ambiti, sportivo, culturale, sociale, e ora finanche nel divertimento. La nostra città sta vivendo una nuova primavera. I più maligni penseranno che sto per tessere le lodi di un amministratore a scapito di un altro, invece no, il risveglio parte dai cittadini. Gli amministratori, precedenti come attuali, hanno lavorato quasi sempre nello stesso modo, ma non sempre la città ha reagito alla stessa maniera.

Basta andare la domenica allo stadio o il sabato al Palasport per vedere i militellesi tifare per le compagini sportive locali, basta seguire consigli comunali o convegni per capire quanto i concittadini siano informati e, ultima in ordine di tempo, la kermesse carnascialesca che ha coinvolto tutta la città facendola divertire.

Proprio sul carnevale vale la pena fare un cenno.

Militello è stato l’unico carnevale organizzato in tutto il Calatino, soprattutto per quanto riguarda le sfilate, e ancora una volta la città ha dato prova di ciò che è capace, sfoggiando estro, fantasia e forza che erano andate da otto anni nel dimenticatoio. Si è cercato di far convergere tutto e tutti verso un unico obbiettivo e in gran parte ci si è riusciti portando in piazza centinaia di giovani e per le vie della città maschere di ogni sorta e di ogni età. Una città che ha saputo fare sfoggio di se stessa e che ha colto l’occasione per rispondere, presente a chi l’ha chiamata in causa.

Finalmente i cittadini sembrano aver capito quale è la strada maestra per uscire dal torpore in cui si è caduti tanto tempo addietro, e consentitemi di dire che cambieranno gli amministratori, cambieranno i dirigenti ma solo chi vive in questa terra riuscirà a farla vivere.

 


Domenica 1 marzo 2009

Ospedale "Basso Ragusa", l’importanza di un Nosocomio di zona (del Geom. Graziano Gurfalino*)

Militello, cittadina di antichissime origini, vive il suo momento di splendore all'arrivo di Giovanna d'Austria (1573-1630), nipote di Carlo V, Re di Spagna, che vi si trasferisce quando sposa il Principe Francesco Branciforte e porta con sè la sete di cultura ed il gusto del bello. Militello si trasforma in corte e si arricchisce di palazzi e monumenti; raggiunge l’attuale aspetto architettonico ed urbanistico in epoca barocca. Per il patrimonio artistico di cui dispone, è uno degli otto comuni, insieme a Caltagirone, Catania, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa, Modica e Scicli, dichiarati nel giugno del 2002 “Patrimonio dell’Umanità” e inseriti nella lista Unesco di protezione del patrimonio mondiale. Chiese, palazzi e molteplici edifici, caratterizzati da decorazioni barocche nelle mensole, nei timpani dei balconi e nelle facciate e nei portoni, questo immenso patrimonio monumentale ed artistico di matrice medievale e barocca rende Militello una vera miniera per gli studiosi dell’arte.

In questa attraente cittadina sorge una megastruttura che è l’Ospedale “Basso-Ragusa”. Già dal primo anno d’interessamento (1982) il Commissario Regionale dà incarico all’Arch. Giuseppe Sindoni di verificare la possibilità di un ampliamento dell’Ospedale esistente, al fine di fare rientrare i lavori di ampliamento in un Piano generale programmatico e nelle disponibilità previste dal piano di sviluppo sanitario regionale. I lavori di che trattasi iniziano nel novembre del 1988, a seguito del finanziamento del 1° lotto. In corso d’opera venne eseguita una variante, i cui lavori ebbero fine nel marzo del 1991, per un importo pari a lire 11.371.000.000. Nel 1996 la Giunta Regionale di Governo ammetteva a finanziamento le opere di completamento dell’Ospedale di Militello V.C. a seguito del parere del Comitato Tecnico Amministrativo Regionale, il quale aveva valutato attentamente l’utilità e la necessità di un potenziamento del nostro Ospedale, considerata la posizione strategica ed equidistante dai due grossi centri (Catania e Caltagirone) che il Nosocomio di Militello V.C. rivestiva nel Programma Generale di Intervento, necessario alla razionalizzazione dei manufatti esistenti e dei possibili ampliamenti.

Il progetto di ristrutturazione ed ampliamento prevede la ristrutturazione del fabbricato esistente e la realizzazione di nuovi fabbricati in ampliamento, che si suddividono in cinque blocchi (A,B,C,D,E).In questi edifici, a più livelli di altezza, troviamo i reparti di Medicina e di Chirurgia; il primo comprende: medicina generale, pediatria, geriatria, cardiologia, terapia intensiva, riabilitazione e lunga degenza; quello di chirurgia comprende: chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, ginecologia, oculistica. Inoltre sono presenti, negli altri edifici, la cucina, la sala ristoro, il pronto soccorso, la radiologia, la sala operatoria e gli uffici amministrativi.

Nel 2004 hanno avuto inizio i lavori di ristrutturazione e completamento del Nosocomio.

Per definire meglio il Presidio Ospedaliero di Militello V.C., voglio evidenziare alcuni aspetti importanti del manufatto:

Il Comitato Tecnico Amministrativo Regionale fin dagli anni ’80 affermava che, per le professionalità, per il servizio che poteva offrire, ma soprattutto per la strategicità territoriale, l’Ospedale di Militello in Val di Catania meritava sicuramente un’attenzione particolare da parte di tutti, dirigenti regionali, operatori, amministratori locali e semplici utenti.

L’efficienza del nostro Ospedale è in aumento ed è tuttora in atto un’evoluzione in crescita sia in quantità che in qualità. Infatti, nel 2008 rispetto al 2007 sono cresciuti gli accessi al pronto soccorso seguiti da ricovero, ma soprattutto si evidenziano ricoveri di pazienti in maggioranza provenienti dai paesi del circondario.

Ecco perché il nostro Ospedale, grazie ai professionisti in organico di alto livello professionale che operano con impegno e passione, qualora fosse equiparato, dal punto di vista delle apparecchiature, per esempio agli Ospedali di Catania e Caltagirone, migliorerebbe notevolmente il proprio servizio, grazie anche all’ultimo finanziamento di €. 17.559.534,57 per lavori di ristrutturazione, ampliamento ed acquisto di apparecchiature, attrezzature, arredi ed accessori.

 Gli interventi di ristrutturazione ed ampliamento hanno messo il nostro Nosocomio in condizione di lavorare a pieno regime e a consentire che le professionalità presenti possano operare in un ambiente più salubre ed accogliente.

I lavori, in corso per la ristrutturazione, sono condotti senza interrompere l’attività del Nosocomio, in sostanza è stato predisposto un piano che ha consentito di spostare i reparti dove sono in corso i lavori in altri locali della stessa struttura. Il complesso ospedaliero di Militello in Val di Catania sarà costituito da un polo Chirurgico e un polo Medico per un totale di 95 posti letto.

 C’è da dire che l’Ospedale di Militello in Val di Catania per la sua posizione strategica e di equidistanza dai due centri importanti quali Catania e Caltagirone, rappresenta un importante e prestigioso punto di riferimento dell’assistenza sanitaria pubblica della zona, con circa 70 mila potenziali utenti, provenienti dai paesi limitrofi quali: Scordia, Palagonia, Ramacca, Mineo, Vizzini, Licodia Eubea, Buccheri e Francofonte. Occorre inoltre rilevare che, in merito alle strade di collegamento tra la nostra cittadina e i paesi d’intorno, è necessario che i nostri rappresentanti politici intervengano presso l’Amministrazione Provinciale affinché, in sede di formazione e approvazione di interventi nel settore delle opere pubbliche e del bilancio provinciale, si destinino stanziamenti verso la riqualificazione del territorio con la esecuzione di lavori di ammodernamento delle strade provinciali. Un progetto, come sopra detto, rientrerebbe nel più generale programma di attuazione delle opere pubbliche riguardanti le infrastrutture del territorio che interessano i comuni del sud calatino; esso nasce dalla volontà di migliorare la viabilità e la comunicazione, per una maggiore sicurezza e una migliore percorribilità delle strade a servizio della collettività, a supporto dello sviluppo socio economico dell’intera provincia, ma soprattutto per rendere in modo più velocemente raggiungibile il nostro Ospedale che oramai è meta di pazienti bisognosi di assistenze mediche e sanitarie provenienti dai paesi di tutto il circondario.

 Vorrei rilevare altresì alcuni aspetti tecnici di notevole importanza del nostro Ospedale:

 a) trattasi di una megastruttura Ospedaliera per la quale si prevede una spesa complessiva, per i lavori di ristrutturazione ed ampliamento, della somma complessiva di 45 miliardi e 371 milioni, pari a €. 5.872.631,40 (1° lotto già realizzato) + €. 17.559.534,57 per lavori di completamento ed acquisto di apparecchiature, attrezzature, arredi ed accessori;

b) è un Presidio Ospedaliero indispensabile per il servizio di assistenza medica, che potrà servire un bacino di utenza comprendente molti paesi del circondario, se si considera la sua ubicazione equidistante da due grossi centri abitati come Catania e Caltagirone. Tali caratteristiche sono state valutate e considerate in più occasioni dal Comitato Tecnico Amministrativo Regionale;

c) l’edificio ha una struttura portante in acciaio del tipo utilizzato nelle zone sismiche classificate “S12”, mentre la nostra zona è stata classificata “S9”. Ciò significa che è una struttura ultraresistente agli eventi sismici della nostra zona;

d) per funzionalità, tipologia dei materiali costruttivi e bellezza architettonica viene considerato tra i primi in Sicilia; esso è stato realizzati dai progettisti del GSA (Gruppo Sindoni Associato di Palermo);

e) infine, la ciliegina sulla torta, la realizzazione dell’elisuperficie sulla copertura del blocco C, prospiciente sul viale Regina Margherita. Ciò significa che in tempi brevi potranno essere eseguiti pronti interventi, grazie alla tecnologia moderna che consentirà l’operatività del servizio di elisoccorso senza limitazioni. In poche parole gli ammalati arriveranno in futuro anche in elicottero, direttamente all’interno del Presidio Ospedaliero.

 L’ospedale è una risorsa vitale sotto ogni punto di vista. Non deve morire, ognuno di noi deve sentirsi, nel suo piccolo, responsabile del nostro Nosocomio.

 

 * Dipendente   del  Comune  di  Militello  in Val di Catania, da  decenni  in  servizio  presso l'Ufficio Tecnico.


Martedì 30 settembre 2008

P.R.G., Finalmente! (del Geom. Graziano Gurfalino*)

Il P.R.G. rappresenta in assoluto il più importante strumento di sviluppo economico per il nostro Paese, in quanto esso coinvolge tutte le attività artigianali, commerciali e produttive della nostra comunità e disciplina soprattutto la crescita del tessuto urbano, la trasformazione urbanistica e l’attività edilizia del territorio comunale, nonché le tipologie e caratteristiche degli edifici, le destinazioni d’uso degli stessi, oltre al decoro urbano e la tutela dei valori ambientali ed architettonici. In primo luogo ritengo che non sia mai stata valutata attentamente dalle varie Amministrazioni comunali l’importanza di avere uno strumento urbanistico efficiente come il Piano Regolatore Generale. Molte volte certe scelte di pianificazione urbanistica del nostro territorio, definite in qualche sede politica, si scontravano o venivano vanificate dagli organi regionali di controllo. Il Programma di Fabbricazione entrò in vigore nell’ottobre del 1974 ed è rimasto efficace fino ad oggi. 34 anni senza P.R.G. sono decisamente troppi, se si considera che la legge fondamentale dell’urbanistica in Sicilia, la n. 71 del 1978, già nel momento in cui entrava in vigore diffidava i Sindaci dell’isola a dare incarichi di formazione di nuovi Programmi di Fabbricazione ed esortava i Consigli comunali ad adottare i nuovi P.R.G. Quindi siamo stati efficienti ed in perfetta regola con lo strumento urbanistico solamente dal 1974 al 1978, in quanto da quest'ultimo anno in poi venne fatto obbligo di dotarsi del P.R.G.

Per quanto riguarda Militello, agli inizi del 1980, l’incarico di redigere il nuovo P.R.G. previsto dalla legge regionale n. 71/1978, venne dato all’Arch. Domenico Brocato. Il professionista fu costretto, nel corso degli anni, ad apportare modifiche e correzioni imposte dalle classi politiche che governavano il paese. Addirittura venne deciso dal Consiglio comunale di affiancare al progettista una Commissione di esperti formata dai Tecnici di tutti i vecchi partiti politici per la compartecipazione alla redazione del P.R.G. Questa situazione si protrasse fino al 1994, anno in cui l’Assessorato Regionale competente, visto l’enorme ritardo da parte del Consiglio Comunale nell’adottare il P.R.G., nominò un Commissario ad Acta che adottò il P.R.G. dell’Arch. Brocato e sciolse il Consiglio Comunale per mancato adempimento. Successivamente, il P.R.G. venne bocciato nella sua totalità dal Consiglio Regionale dell’Urbanistica (CRU). Ciononostante, vero e proprio monumento allo spreco del denaro pubblico, si dovette pagare la parcella di acconto pretesa del Tecnico redattore, ammontante ad oltre 200 milioni di lire. Nel 1991, la Regione Siciliana, resasi consapevole che gli strumenti urbanistici, fortemente influenzati dagli interessi della politica, non si portavano mai a compimento in molti paesi dell’Isola, emanò la Legge Regionale n. 15 del 1991, la quale fortunatamente disponeva, tra l’altro, che ove fossero stati bocciati i P.R.G., sussisteva l’obbligo per i Comuni di dare incarico della redazione dei nuovi P.R.G. agli Uffici Tecnici comunali.

A seguito di questa legge venne dato incarico di redigere il nuovo P.R.G. di Militello V.C. all’attuale Responsabile dell’Area Servizi Tecnici. Arch. Michele Dell’Uomini. Quest’ultimo, forte dell’esperienza maturata con la sua decennale presenza nel nostro Paese, è riuscito a dare finalmente un Piano Regolatore meritevole dell’approvazione sia da parte del Dipartimento Urbanistica Regionale dell’Assessorato, sia dal Consiglio Regionale dell’Urbanistica. Il primo grande merito dei redattori del piano è certamente quello di avere previsto un eccellente piano viario, che presuppone la realizzazione di nuove arterie stradali e soprattutto la previsione di una nuova via di comunicazione con il centro abitato, che consente di ridurre il traffico veicolare lungo le vie d’ingresso verso il centro urbano fortemente popolato, come via Umberto I e via Ugo La Malfa. Tengo a precisare, inoltre, che ho apprezzato molto le correzioni fatte dal Dipartimento Urbanistica e dal Consiglio Regionale Urbanistica relativamente ad alcune zone destinate a verde attrezzato (“Va”). Infatti queste superfici destinate a “Verde attrezzato” costituivano un inutile imposizione di vincolo preordinato all’esproprio e aggiungo che le stesse previsioni non si sarebbero mai realizzate, in quanto non c’è mai stato l’interesse di qualsiasi Amministrazione comunale a realizzare opere di questo tipo. Giudico, pertanto, positivamente la correzione che ha fatto il Consiglio Regionale Urbanistica nel modificare le zone destinate a “Verde Attrezzato” in zone “E agricole”, in quanto in quest’ultime è possibile realizzare fabbricati con la densità edilizia di 0,03 mc/mq., oltre a nuovi insediamenti produttivi per la trasformazione dei prodotti agricoli.

Il nostro Centro Storico è di grossa importanza storico-artistica. Ma quasi tutto il territorio è ricco di valenze archeologiche, ambientali e paesaggistiche. Per tale motivo abbiamo l’obbligo di impegnarci nella sua conservazione e fare tutto il possibile per valorizzarlo convenientemente. Il recente riconoscimento da parte dell’Unesco pone le premesse per una crescente attenzione al considerevole patrimonio storico-artistico che Militello possiede. Una parte del tessuto urbano del centro storico, attuale zona “A3”, è costruita tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. Tale ricchezza architettonica, secondo le disposizioni delle circolari emanate dall’Assessorato Regionale, va “tutelata e conservata”. Ciò non toglie la possibilità di operare interventi di consolidamento e/o ristrutturazione degli edifici senza modifica dei prospetti e/o dei volumi, a condizione che venga acquisito parere preventivo, per competenza, da parte della Soprintendenza per i Beni Culturali di Catania.

Voglio sottolineare che si sarebbe potuta evitare l’acquisizione del parere della Soprintendenza, che sicuramente accrescerà di molto i tempi delle definizioni delle pratiche edilizie, se fossimo stati capaci, dalla data di approvazione del Programma di Fabbricazione (1974) ad oggi, di dotarci di “Piani di Recupero” e/o “Piani Particolareggiati” del centro storico approvati dall’Assessorato Regionale, i quali piani avrebbero indicato preventivamente le prescrizioni esecutive degli interventi da effettuare su ogni singola unità immobiliare, rendendo così superfluo il parere della Soprintendenza.

Tale incombenza competeva agli Amministratori del nostro paese, i quali nel corso degli anni hanno saputo dare incarichi di progettazione dei “Piani di Recupero” e/o “Piani Particolareggiati” del Centro Storico a professionisti di convenienza, che hanno sempre disatteso ogni aspettativa.

Il Legislatore Regionale con la legge fondamentale dell’Urbanistica in Sicilia, la n. 71 del 28/12/1978, diede disposizioni ai Comuni di dotarsi di Piani Regolatori Generali, in quanto incomparabile strumento di sviluppo economico per i Comuni dell’Isola, poiché investe la totalità del territorio con prescrizioni esecutive che consentono la trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio in tempi immediati. Per cui questa mancanza, di oltre un trentennio, di uno strumento urbanistico efficace come il P.R.G. ha posto una barriera alla crescita, allo sviluppo, alla pianificazione urbanistica del nostro paese.”

Cosa non si è ancora realizzato:

1) I redattori del Piano Regolatore Generale dovevano presentare al Comune uno schema di massima, redatto sulle analisi delle direttive di legge, entro sessanta giorni dalla data dell’incarico. Sullo schema di massima il Consiglio comunale adottava le proprie determinazioni entro il termine di trenta giorni. Ciò significa che le previsioni urbanistiche venivano proposte dai Tecnici che redigevano il P.R.G., ma era il Consiglio comunale che determinava le scelte urbanistiche del nostro Paese. Pertanto, a mio modesto avviso non sono state razionali le previsioni e lo sviluppo urbanistico della zona “F”, cioè la zona destinata ai Servizi ed Attrezzature, che è stata localizzata lungo il viale Regina Margherita.

Infatti in detta zona sono ubicati: un servizio scolastico, un servizio comunale, un servizio ospedaliero, un campo di calcio, attrezzature sportive (calcetto, tennis, etc.), un centro commerciale, i giardini pubblici, un palazzetto dello sport, un mercato rionale infrasettimanale, il tutto con accesso, solo ed esclusivamente, dal viale Regina Margherita. Appare logico immaginare e chiedersi ove fossero ubicati i parcheggi per questi Servizi ed Attrezzature sportive previsti lungo tutto il viale Regina Margherita. L’obbligo  del  parcheggio, per l’edilizia privata, era previsto fin dal 1967 con la  legge “Ponte”, la n. 765 del 1967, mentre per i Servizi ed Attrezzature Pubbliche si deve risalire al Decreto Ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444. Ciò per evidenziare che il legislatore da circa 40 anni ha reso noto l’obbligo di creare parcheggi di pertinenza sia per gli edifici privati, sia per le aree destinate a servizi ed attrezzature pubbliche. Mi permetto di affermare che si sarebbe potuto benissimo destinare a parcheggi il “Campo di Calcio” di viale Regina Margherita, poiché in contrada Piano Mole già esiste un campo di calcio finanziato e realizzato con questa destinazione d’uso ben precisa. L’attuale Campo di Calcio adiacente al viale Regina Margherita si sarebbe potuto destinare a parcheggio ed attività polivalenti (mt. 50 X 100 = 5.000 mq per posti auto), consentendo altresì di eliminare l’intasamento veicolare lungo tutto il viale Regina Margherita. Ma soprattutto occorre  disporre l’eliminazione del muro di recinzione lungo il lato nord dell’area interessata, che ad oggi è fortemente pregiudizievole per l’impatto ambientale della zona. Tutto ciò avrebbe risolto definitivamente il problema parcheggio nell’intera zona. Se ciò si fosse realizzato avremmo potuto dire correttamente dal punto di vista tecnico: “……che in quella zona c’è stata una crescita del tessuto urbano in forma razionale ed armoniosa”, mentre oggi possiamo constatare che l’attuale previsione della zona nel nuovo P.R.G. è del tutto diversa. In realtà il rimedio è stato trovato, ma in un’area posta a 80 metri di distanza dal viale Regina Margherita, e più precisamente nell’area ubicata sotto il vecchio campo di calcio, esattamente nell’attuale agrumeto del sig. Nicolino Barone, ma temo che dovranno passare molti anni prima che tale parcheggio diventi reale.

 2) Per quanto concerne la salvaguardia del nostro territorio, ricco di valenza archeologica, ambientale e paesaggistica, sarebbe opportuno, anche a seguito del riconoscimento concesso dall’UNESCO al nostro patrimonio architettonico quale bene dell’Umanità, istituire un servizio di vigilanza e controllo del territorio da affidare al Comando dei Vigili Urbani affinché si tuteli il “tessuto urbano edificato del centro storico”, come già accade in tutti gli altri siti dell’UNESCO, al fine di contrastare l’abusivismo edilizio, e vigilare sugli interventi di modifica e/o manutenzione ordinaria relativi al rifacimento dei prospetti delle case, verificando che ci sia la preventiva acquisizione del parere della Soprintendenza e, successivamente, dell’Ufficio Tecnico per quel che riguarda la scelta del colore dei prospetti, in quanto, come confermarono gli Architetti ed Ingegneri del Consiglio Regionale Urbanistica, venuti a Militello V.C. nel febbraio del 2008 per eseguire il sopralluogo previsto dalla legge, il tessuto urbano del Centro Storico è di “Epoca Borbonica”. Per tale motivo esso va “conservato e valorizzato” con l’utilizzo degli strumenti di controllo e di vigilanza di cui ho detto sopra.

3) Nella Zona Artigianale, in contrada “Piano Mole”, vicino ai Capannoni già consegnati, occorre provvedere all’assegnazione dei lotti liberi, che consentirebbero ulteriori insediamenti con l’augurio che questa zona diventi finalmente il polo di un nuovo sviluppo economico ed occupazionale, con ricerca di attività artigianali e/o industriali del tutto innovative, che garantirebbero la crescita occupazionale di nuove forze giovanili. Tale compito compete esclusivamente alle forze politiche che ci governano. Vorrei sottolineare che nel 1989 il Sindaco di allora mi chiamò in Ufficio per dirmi che dovevo recarmi in contrada “Rena Rossa” per aiutare il Tecnico progettista della nuova “Zona Artigianale”, Arch. Michele Fichera, a cercare la borsa contenente gli appunti dei rilievi, che purtroppo aveva smarrito tra le pietre e i cespugli della zona. In quell’ occasione ricordo che il Professionista mi spiegò, tra l’altro, che la nascente “Zona Artigianale” per le attività produttive ivi previste avrebbe rappresentato in futuro un polo di incremento occupazionale e di sviluppo economico per la nostra città, quasi come la zona industriale di Catania. Invece, oggi possiamo solo constatare che di fatto è avvenuto solo il mero trasferimento di alcune attività svolte prima nel centro urbano, senza che vi sia stato alcun aumento occupazionale e la nascita di nuove e diverse attività produttive.

4) Problema idrico. Considerata la ricchezza d’acqua del nostro sottosuolo, occorre avere la consapevolezza che è impellente dotarsi di un altro “pozzo idropotabile” per il fabbisogno della popolazione, soprattutto in un altro sito, considerato che altri Paesi confinanti portano acqua nei propri rubinetti dai pozzi scavati nel nostro territorio.

5) Nel nostro Paese occorre realizzare un manufatto da adibire a “Caserma dei Carabinieri”. Purtroppo nel nuovo P.R.G. l’attuale area prevista: “Attrezzature Generali di Interesse Collettivo”, in via Circonvallazione e Poggio Mineo, che riporta tra l’altro la vecchia previsione del Programma di Fabbricazione, non è idonea secondo quanto affermato dalla stesso Comando dei Carabinieri. Ciò nella considerazione e valutazione che la zona è molto accidentata, per cui i costi per la realizzazione dell’opera sarebbero esorbitanti, oltre ad avere un’ ubicazione poco strategica. Per tali motivi occorre un forte interessamento presso l’Assessorato Territorio ed Ambiente di Palermo, affinché venga predisposta una variante al nuovo Strumento urbanistico con l’individuazione di una nuova area che si conformi alle esigenze della prestigiosa “Arma”.

6) Dato che, dall’incrocio della strada per Frangello (zona Istituto Commerciale) fino alla zona Calvario, passante per via Umberto I, tratto di via Porta della Terra, via Baldanza, via Roma e via del Calvario, l’intero tratto stradale è stato “deprovincializzato”, vale a dire che è passato di proprietà comunale, occorre un intervento di ammodernamento e di arredo urbano che consentirebbe soprattutto la realizzazione di un “idoneo marciapiede” a salvaguardia della pubblica e privata incolumità, sia per la popolazione scolastica che frequenta l’Istituto Commerciale in contrada “Piano Mole”, sia per i residenti della zona, sempre più numerosi a seguito della costruzione di nuove palazzine (26 alloggi) delle Cooperative Edilizie (“Gran Paradiso” e “I.T.9”).

7) È necessario, inoltre, decidere in via definitiva sulla utilizzazione e la definizione di due inquietanti opere pubbliche non ancora completate. Mi riferisco più precisamente al manufatto del “Parco Bottazza” ed alla “Casa di Riposo” in zona Poggio Mineo. Per quanto riguarda il Parco Bottazza è necessario che esso venga restituito al più presto alla cittadinanza. Per la definizione di tale problematica occorre innanzitutto provvedere all’adeguamento dell’impianto elettrico esterno ed al successivo collaudo, per poi procedere all’affidamento della sua gestione, eliminando l’immagine di degrado e di squallore che lo caratterizza ormai da troppo tempo. Per la Casa di Riposo sembra che la sentenza definitiva possa aversi solamente nelle Aule dei Tribunali. La natura del contenzioso infatti ha impedito l’affidamento in gestione del manufatto richiesta da alcuni enti assistenziali. Ma ciò non toglie che l’Amministrazione comunale debba adoperarsi per la risoluzione di un problema che si protrae ormai da decenni.

8) Per quanto concerne l’affermazione da parte del Comando dei Vigili Urbani (vedi articolo su “La Sicilia”) che il Comune avrebbe dovuto esigere nell’interesse primario della salute dei suoi cittadini, una relazione scientifica più approfondita, relativamente alle installazioni di antenne per telefonia mobile, si tiene a precisare che l’Ufficio Tecnico, nella qualità del suo Responsabile, ha l’obbligo di rilasciare le concessioni edilizie per le Antenne di telefonia cellulare, dopo avere acquisito dei pareri propedeutici da parte di altri Enti (ARPA- USL) che esprimono il relativo parere per competenza e conoscenza specifica della materia di che trattasi. Tuttavia il nostro Ente si dovrà adoperare nell’interesse della salute dei cittadini, nel momento in cui nell’ambito del P.R.G. venga individuata apposita area come previsto dall’art. 9 del “Regolamento Comunale per gli Impianti di Telefonia Mobile”, per il trasferimento degli interi impianti a ridosso del centro urbano in contrada “Poggio Mineo”, in un’area ben lontana dal centro abitato, specificatamente individuata nel nuovo P.R.G., senza che le Ditte autorizzate o altre che ad esse dovessero subentrare, possano reclamare diritti o rimborsi di qualsiasi natura, anche di ordine economico, come specificato nelle prescrizioni delle relative autorizzazioni rilasciate.

9) Un altro interessamento va alla costruzione di n. 40 alloggi di edilizia popolare in un’area limitrofa a quella dei 60 alloggi già realizzati in via Don Mario Ventura. Preciso inoltre che l’opera è già stata finanziata dall’I.A.C.P. e che la relativa concessione edilizia è stata rilasciata, ma l’inizio dei lavori non è stato ancora comunicato, forse per probabili controversie con la ditta appaltatrice.

10) Per soddisfare il fabbisogno di Servizi ed Attrezzature della nostra città occorre che quanto previsto e programmato dal Piano Regolatore Generale, redatto dal Responsabile dell’Area Servizi Tecnici di questo Ente, non rimanga nel dimenticatoio. Infatti ritengo che ci si debba attivare affinché si portino a compimento le realizzazioni di:

a) aree per la Protezione Civile;

b) Caserma dei Carabinieri;

c) Caserma dei Vigili del Fuoco;

d) Elisuperficie;

e) Albergo (in considerazione che siamo una città dell’UNESCO).

Tutte Attrezzature e Servizi che fortunatamente sono previsti nel nuovo Piano Regolatore Generale, la cui realizzazione dipende dalla tenacia di coloro che hanno la competenza di caricarsi di tali oneri.

11) Altra problematica che andrebbe risolta è la questione della verifica sulle “Agibilità” di alcuni edifici pubblici, come il Palazzetto dello Sport, la Scuola Elementare, etc., ciò al fine di rendere questi edifici sicuri dal punto di vista statico, ma soprattutto per quanto riguarda gli impianti tecnologici (luce, gas, acqua, impianto di riscaldamento), che devono essere adeguati alle prescrizioni del nuovo Decreto Ministeriale n. 37 del 2008.

 12) Infine un altro problema che voglio evidenziare è la mancata adozione della Programmazione Commerciale. Vero è che con deliberazione consiliare venne adottato il Piano Urbanistico Commerciale, ma essendo venuti a mancare gli atti necessari per la sua definizione (deliberazione di adozione, pubblicazione del piano, trasmissione della documentazione alla Regione, etc.), nonché l’osservanza delle direttive impartite dal Decreto Presidenziale dell’11 luglio 2000, ai fini della approvazione definitiva da parte dell’Assessorato Regionale di competenza, è accaduto che le aree “D5” previste nel P.R.G. in funzione di “Insediamenti di media e grande struttura di vendita al dettaglio e Centri Commerciali” che impegnavano circa 20 ettari di territorio, sono state riportate alla vecchia destinazione urbanistica, vale a dire zona “E” Agricola. Poi magari ci si meraviglia perché il nostro Paese aveva prima 16.000 abitanti, successivamente diventati 12.000, poi 9.000, fino agli attuali 7.984 abitanti, in un continuo decremento della popolazione di cui nessuno si vuole prendere la responsabilità.

Il nostro Paese è unico rispetto a molti altri Paesi del Calatino, infatti siamo superiori sia in superficie che nel sottosuolo. In superficie: la presenza di un cospicuo numero di siti archeologici (necropoli, grotte), la vegetazione e la particolare morfologia del territorio circostante conferiscano al paesaggio una straordinaria bellezza primitiva. Come pure il tessuto urbano edificato, di grande pregio storico-architettonico, di cui si evidenziano i quartieri di San Pietro, San Giovanni, Purgatorio, Santa Maria la Vetere, del Castello, e le molteplici Chiese, fra le quali si distinguono quelle di S. Nicolò-SS.Salvatore e di S.Maria della Stella, non a caso incluse nel novero del “Patrimonio dell’Umanità” per le loro notevoli caratteristiche storico-artistiche. Tutto ciò deve essere salvaguardato e valorizzato, in uno con il nostro territorio. Un’altra megastruttura che ci invidiano tutti è l’Ospedale “Basso-Ragusa”. Già dal primo anno di interessamento (1982) il Commissario regionale diede incarico all’Arch. Sindoni di verificare la possibilità di un ampliamento del nostro vecchio Ospedale, al fine di farlo rientrare in un programma generale programmatico e delle disponibilità previste dal piano di sviluppo sanitario. I lavori di che trattasi iniziarono nel novembre del 1988. In corso d’opera venne eseguita una variante, i cui lavori ebbero fine nel marzo del 1991. Nel 2004 hanno avuto inizio i lavori di ristrutturazione e completamento del nosocomio. Per definire meglio il Presidio Ospedaliero di Militello V.C., voglio evidenziare alcuni aspetti importanti del manufatto:

a) trattasi di una megastruttura Ospedaliera per la quale si prevede una spesa complessiva, per i lavori di ristrutturazione ed ampliamento, pari a circa 29 miliardi;

b) è un Presidio Ospedaliero indispensabile per il servizio di assistenza medica, che potrà servire un bacino di utenza comprendente molti paesi del circondario, se si considera che ha una ubicazione equidistante da due grossi centri abitati come Catania e Caltagirone. Tali caratteristiche sono state valutate e considerate in più occasioni dal Comitato Tecnico Amministrativo Regionale;

c) l’edificio ha una struttura portante in acciaio del tipo utilizzato nelle zone sismiche classificate “S12”, mentre la nostra zona è stata classificata “S9”. Ciò significa che è una struttura ultraresistente agli eventi sismici della nostra zona;

d) per funzionalità, tipologia dei materiali costruttivi e bellezza architettonica viene considerato tra i primi in Sicilia, realizzati dai progettisti del GSA (Gruppo Sindoni Associato di Palermo);

e) infine la ciliegina sulla torta, e cioè la realizzazione dell’elisuperficie sulla copertura del manufatto, prospiciente sul viale Regina Margherita. Ciò significa che in tempi brevi potranno essere effettuati pronti interventi, grazie alla tecnologia moderna che consentirà l’operatività del servizio di elisoccorso senza limitazioni. In poche parole gli ammalati arriveranno in futuro anche in elicottero, che si poserà sulla copertura dell’edificio.

 Nel sottosuolo: ritengo che il nostro Paese sia fra i più fortunati in materia di ricchezza d’acqua. Infatti la struttura geologica del nostro sottosuolo è di tipo “Calcareo”, cioè l’acqua scorre sulla roccia e rimane pulita, mentre i paesi limitrofi hanno un sottosuolo di tipo “Gessoso”, cioè l’acqua lungo il percorso della falda si sporca. Purtroppo di questa nostra ricchezza d’acqua se ne sono bene accorti i paesi dei dintorni. Sul nostro territorio esistono scavati ben dieci pozzi d’acqua per uso “idropotabile” e più precisamente: n. 1 Mineo, n. 3 Ramacca, n. 1 Militello, n. 5 Palagonia. Inoltre ci sono nelle zone agricole del nostro territorio ben 249 pozzi per uso “domestico” fino alla profondità di 150 mt.

Altresì si specifica che il nostro fabbisogno idropotabile è alimentato anche da alcune sorgenti idriche, e più precisamente n. 3 sorgenti che si trovano in contrada “Ciaramito”, in territorio di Militello V.C., ed altre 3 sorgenti in contrada “Ortobasso”, in territorio di Vizzini. I lavori finalizzati alla costruzione delle strutture per l’eduzione delle acque cominciarono negli anni ’30 del XX secolo, mentre altri interventi di ampliamento furono realizzati nel 1953. Tutte le sorgenti si riuniscono nel bottino di riunione, in contrada “Ciaramito”, posto a quota più bassa, da dove inizia la condotta esterna che porta l’acqua al serbatoio piccolo di zona Calvario. Ogni sorgente è costituita da una galleria sotterranea larga mt. 1,30 circa ed alta mt. 2,00 per una profondità di decine di metri; lateralmente, lungo il percorso, ci sono due canalette in cui vengono convogliate le acque che fuoriescono dai buchi laterali lungo le due pareti della galleria. Per la tipologia della costruzione si possono considerare delle vere opere d’arte, che in passato avevano raggiunto una portata massima, nei periodi di piena, di 13 lt/sec. Oggi le sorgenti vanno sostenute e tutelate, ma soprattutto bisogna verificare periodicamente l’ossequio della zona di rispetto, nel raggio di 200 mt, che vieta alcune attività quali: pascolo di animali, stazzo di bestiame, uso di fertilizzanti ed utilizzo di abbeveratoi per animali.

 Il mio augurio è quello di dovere constatare nell’immediato ed in futuro che le sorgenti “Ciaramito-Ortobasso” siano protette, sorvegliate ed abbiano acquisito autorizzazioni sanitarie aggiornate e periodiche nell’interesse della collettività, ma soprattutto mi auguro di non vederle un giorno scomparire come quelle della sorgente “Zizza”  (ex portata max 2,5 lt./sec.), “Lembasi” (ex portata max 18,00 lt./sec.) e quella di “Bognanni” (utilizzata da questo Comune negli anni ’50).

 

* Dipendente del Comune di Militello in Val di Catania, da anni in servizio presso l'Ufficio Tecnico.


Mercoledì 24 settembre 2008

DIFENSORE CIVICO SCOMPARSO (del Dott. Salvatore Carcò)

Ho letto su "La Sicilia" del 23 Settembre c.m. un articolo dal lugubre titolo. "Scompare il Difensore Civico". Ho subito pensato al mio amico Francesco Virgata, l’attuale Difensore Civico, e mi sono messo a leggere di buona lena tutto il pezzo a firma di Lucio Gambera. Appurato che al mio amico non è successo nulla di grave ho tirato un gran sospiro di sollievo e di tranquillità. Ho però cominciato a riflettere sulle sciocche, ma gravi, valutazioni politiche che fa il dott. Salvatore Ferranti capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale e mi sono chiesto: ma conosce il ruolo e la funzione del Difensore Civico?

La risposta che mi sono dato è stata serena: il dott. Salvatore Ferranti non sa di cosa parla, sconosce perfino il ruolo nobile di questa figura e le poche notizie che ha assimilato sono solo per sentito dire. Mi permetto solo di suggerire, al dott. Ferranti, cosa fa il o dovrebbe fare il difensore Civico:

1) Svolge il ruolo di garante dell’imparzialità e del buon andamento delle attività della Pubblica Amministrazione;

2) Segnala gli abusi, le carenze e i ritardi delle Amministrazioni nei confronti dei cittadini;

3) È competente in materia di accesso agli atti amministrativi, ambiente, commercio, edilizia pubblica e privata, servizi sociali, tasse e tributi, trasporti urbanistica, viabilità ecc...

Non è un Giudice - perché non compie attività giurisdizionali in quanto non può emettere o annullare atti di amministrazione né tanto meno il suo intervento sospende i termini per il ricorso all’Autorità Giudiziaria - né un avvocato - in quanto non rappresenta il cittadino in giudizio - ma semplicemente è un "esaminatore" delle richieste del cittadino: istruisce la pratica, se rientra tra le sue competenze, contattando gli Uffici dell’Amministrazione interessata, allo scopo di verificare la regolarità del procedimento; qualora riscontrasse delle irregolarità o delle inadempienze può sollecitare l’Amministrazione affinché vi ponga rimedio, ma mai può sostituirsi all’Amministrazione stessa. Questi i principi e i dettami sui quali si fonda la figura del Difensore Civico e che un politico di destra come di sinistra sottoscriverebbe anche perché è istituzione consolidata di garanzia in tutti i comuni di Italia tranne ovviamente a Militello.

Detto ciò ecco le mie considerazioni invitando i cittadini, le forze sociali, le forze politiche a riaprire il dibattito:

a) Il dott. Salvatore Ferranti afferma che la figura del Difensore Civico non è riconosciuta dai cittadini. Sono d’accordo e sottoscrivo l’affermazione; tuttavia bisogna superare andando oltre tale affermazione chiedendosi piuttosto: perché non è riconosciuta dai cittadini? Cosa è successo storicamente a questo istituto? Come possiamo migliorarlo? Ha davvero il potere di essere "la cinghia di trasmissione" tra il cittadino e il governo della città contro lo strapotere della burocrazia? Non è che una buona dose di colpa per questo disconoscimento ce l’abbiano proprio le Amministrazioni, di Destra e di Sinistra, che non hanno saputo far fronte alle rimostranze, talvolta anche alle proposte, che i Difensori Civici nelle loro relazioni hanno puntualmente denunciato e che altrettanto puntualmente sono state considerate, dalle Amministrazioni che si sono susseguite negli anni, soltanto degli assurdi adempimenti burocratici? Io personalmente propendo per quest’ultima riflessione! Il Nostro risolve il problema semplicemente non affrontando il problema proprio nel momento in cui invece va affrontato.

b) Il dott. Salvatore Ferranti afferma, parafrasandoLo, che tale istituto è stato finora legato ad accordi di bassa politica e a divisioni di poltrone che ne hanno mortificato il ruolo "Autorevole"; dunque egli ritiene questa figura "autorevole" e cioè gli riconosce un ruolo assai importante nella dialettica tra i vari soggetti e cioè cittadini-burocrazia-governo; e allora? Di cosa sta parlando il consigliere? Di chi sta parlando? Un’affermazione del genere è certamente ponderata e allora i cittadini devono sapere; che denunci questi bassi accordi politici e scambi di poltrone! Anche qui mi pare che non si affronti il problema, anzi si sta buttando l’acqua sporca con tutto il bambino.

c) Anche volendo ammettere che in passato ci sia stato tutto quello che ha descritto fumosamente Ferranti, adesso le cose sono cambiate! Ferranti è capogruppo di uno schieramento che ha la maggioranza assoluta in Consiglio e dunque è nelle condizioni di determinare una figura che sia espressione di quei principi  e dettami che abbiamo indicato sopra! Compito del Consiglio è eleggere un Difensore Civico:

1) che abbia le caratteristiche "Autorevoli" che auspica Salvatore Ferranti;

2) che abbia la competenza per ricoprire l’incarico;

3) che non sia espressione di gruppi di potere e di divisioni di poltrone;

4) che sia in grado di pretendere dall’Amministrazione di risolvere i problemi di volta in volta segnalati.

Ma allora perché Salvatore Ferranti (per ironia della sorte uno dei pochi a credere, mi ricordo, nella funzione del Difensore Civico), che sprovveduto non è e nemmeno antidemocratico, se ne esce con una boutade del genere? L’unico motivo verosimile e forse il più importante rimane il risparmio dell’indennità! Mi permetto di lanciare una proposta: perché non si stipula una convenzione con gli altri comuni viciniori nella scelta e nell’utilizzo di questo istituto in modo che da un lato diventerebbe difficile pensare a scambi di poltrone e ad accordi di bassa politica perché tanti sarebbero i soggetti politici costretti a misurarsi con requisiti oggettivi che dovrebbe avere la figura del Difensore Civico; dall’altro si risparmierebbe in termini di risorse economiche e la figura verrebbe vista proprio dai cittadini autorevolmente! è ovvio che il percorso è lungo e complesso ma altri comuni l’hanno fatto e il risultato è straordinario.Ci pensi Consigliere!

Nel frattempo però mettiamo in discussione le indennità di cariche di Presidente e di Vice Presidente; una superflua e l’altra inutile e insignificante con l’aggravante, tra l’altro, di essere sfacciatamente legate ad accordi di bassa politica e di divisioni di poltrone.

In conclusione: salviamo la politica "dagli accordi di divisioni di poltrone" (Presidente e Vice Presidente), facciamo un servigio alla città e alla gente nel risparmiare risorse e soprattutto non rendiamo ridicoli le istituzioni. È necessario capire che il fallimento del Difensore Civico, come figura, è il fallimento dell’attività Amministrativa perché non in grado di intervenire laddove vi sono inadempienze; è il fallimento dell’idea di trasparenza e di controllo di tutti gli atti di amministrazione; è il fallimento della Politica; il Difensore Civico assurge, come istituto, a ruolo di garante anche della politica e non può assolutamente passare la tesi paradossale del dott. Salvatore Ferranti che non si è accorto che parlando di moralità politica ha mortificato la morale e la politica.

Tutto il resto è noia politica!

 

* ex assessore alle Politiche Sociali (1998-2001) e al Bilancio, alle Finanze ed alle Pubbliche relazioni (2001-2003) per l'Amministrazione Lo Presti, nonché candidato a Sindaco per le Amministrative 2003.


 Sabato 22 marzo 2008

provo vergogna (di Sebastiano Caruso*)

Con grande rammarico ho letto la lettera, veramente accorata, dell'amica Noemi. Il suo sfogo è comprensibile e va accolto da tutti i militellesi, cittadini e amministratori, e deve portare a delle serie riflessioni. Io stesso a leggere quella lettera provo vergogna per tutto quello che noi "bontemponi militellesi" stiamo combinando; stiamo distruggendo un gioiello, stiamo depauperando ciò che i Signori di un tempo ci hanno lasciato.

È veramente inaccettabile il modo di gestire la Città da parte di chi amministra e il modo di viverla da parte di noi cittadini. Non è possibile vedere auto in sosta un po' ovunque; non è possibile che lavori come quelli della pavimentazione delle piazze possano essere collaudati cosi come sono (è uno scempio); non è possibile vedere quei blocchi di cemento dinanzi ad un Monastero del 1600; non è possibile vedere l'asfalto sotto la torre del Castello, non è possibile vedere la Villa "Vittorio Veneto" distrutta dai vandali, ecc...

Potrei continuare ancora a lungo, ma chi mi conosce sa che lo faccio da cinque anni scrivendo su un volantino. Tanti ci hanno accusati di essere duri, o addirittura "partigiani", ma non si può nascondere lo stato di fatto di una città che va allo sbando. Tante volte mi sono sforzato di vedere qualcosa di positivo, ma c'è sempre stato qualcos'altro che ha distrutto quello che sembrava un sogno...

Pazienza cara Noemi, da parte nostra è importante fare il dovere di cittadini ligi... al dovere; che amano la città e, chissà, convincere chi siede negli scranni del Palazzo che c'è gente che ama questa città e che esige che sia curata.

Grazie per l'ospitalità.

* direttore responsabile di Militum Tellus, periodico militellese di informazione.


Domenica 2 marzo 2008

COM'è possibile? (di Noemi Manzella)

Dovrei iniziare questa e-mail con il classico: "alla cortese attenzione di", ma non sapendo realmente a chi rivolgermi in prima persona, preferisco non specificare il destinatario. Soprattutto perché a mia discrezione la questione che solleverò non riguarda una sola persona in particolare, ma bensì a grande scala interessa sia il singolo cittadino militellese che   l'UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura), di cui dal 2002 Militello in Val di Catania fa parte.

Anni fa venni a conoscenza del progetto di riqualificazione del centro storico di Militello, questa notizia mi rese davvero felice, sia perché pensai che finalmente qualcuno si fosse accorto delle grandi potenzialità che un paese ricco di storia e di tradizioni ha, sia perché immaginai che ciò avrebbe reso l'attuale Militello degna di essere l'erede del paese in cui ai tempi del Branciforti e di Donna Giovanna d'Austria era concentrata tutta la cultura del Val di Noto.

Successivamente quando mi capitò di dover scegliere, per motivi universitari, un paese da studiare, sia da un punto di vista storico che urbanistico, la mia scelta ricadde immediatamente su Militello. Rimasi estasiata dal fascino della sua storia, ma completamente delusa da tutto ciò che tutt'oggi a Militello risulta in uno stato di completo abbandono: verde pubblico, infrastrutture, etc.

L'idea di una riqualificazione del centro storico mi fece pensare ad una rinascita del paese, finalmente qualcuno si stava rendendo conto che bisognava far qualcosa per tutto quel patrimonio storico. Durante la mia analisi mi è capitato di osservare le tavole del progetto di riqualificazione, ma soprattutto di vedere in prima persona lo svolgimento dei lavori (non mi soffermo su tutti i problemi causati da quest'ultimi, noti un po' a tutti).

Il motivo che mi ha portata a scrivere è stato il vedere i lavori  velocemente accomodati in alcune zone. A testimonianza di ciò vi allego delle foto, da me scattate, di alcuni particolari. Alla visione di codesti e di tanti altri problemi che predominano la ragione militellese, le domande che mi sorgono spontanee sono molte:

- Com'è possibile che dopo tutti i soldi investiti non si è capaci di rifinire con un minimo di attenzione e buon gusto?

- Com'è possibile che delle strade di un centro storico, teoricamente adibite a traffico limitato, servono invece come posteggio per le auto dei cittadini?

- Com'è possibile che le strade sono piene di sporcizia e non sono mai state pulite dopo i lavori?

- Com'è possibile che un paese come Militello, piuttosto che giocare sull'originalità, è stato vittima dell'avvento un po' comune della pietra lavica?

- Com'è possibile che nessuno veda questi problemi?

- Com'è possibile che l'interesse di tutti sia solo quello di pensare a se stessi?

- Com'è possibile che adesso in vicinanza delle elezioni tutti ci prometteranno delle cose, che non manterranno mai, e noi come ombre senza ragione saremo li a votarli?

- Com'è possibile che stiamo facendo morire il NOSTRO PAESE?

foto 1 - foto 2 - foto 3 - foto 4 - foto 5


Sabato 1 dicembre 2007

LAGALLA o il gallo? (di Giuseppe Pollina, cittadino)

Ancora una offesa alla Città… ai suoi bisogni… alle sue attese…

Dopo inutili parole, inconsistenti impegni, fiumi di ipocrite dichiarazioni… carramba che sorpresa!!! Adesso l'assessore si degna…

Verrà a Militello per "illustrare il nuovo piano della rete ospedaliera ed il riassetto della sanità nel Calatino-Sud Simeto".

Le prestigiose locali autorità hanno ottenuto la disponibilità di Lagalla a partecipare ad una riunione istituzionale al Comune. Talmente istituzionale che le stesse autorità hanno escluso la convocazione di una seduta straordinaria ed aperta del Civico Consesso. Però oltre ai capigruppo consiliari di Militello saranno ufficialmente invitati i Sindaci del Calatino-Sud Simeto che potranno chiedere chiarimenti sugli effetti del nuovo piano di contenimento della spesa sanitaria e sulle eventuali aggregazioni dei nosocomi.

Ma giusto così… perbacco!!! Ci mancherebbe… il Consiglio straordinario… la pubblica Assemblea… non si sa mai…. Magari qualcuno può sbagliare un congiuntivo o non essere sufficientemente reverente nei confronti del nobil uomo… o non trovare la cravatta per l'occasione o gli accessori sul tailleur di circostanza… le istituzioni vanno rispettate, e basta!!!


Giovedì 20 settembre 2007

FESTE RELIGIOSE, è ora di cambiare (di Graziano Lo Presti)

Questi giorni di fine settembre sono, ogni anno, quelli dei bilanci, dei confronti, insomma delle analisi sull'estate appena trascorsa, con attenzione principale ovviamente ai due appuntamenti folclorico-religiosi più importanti - e, purtroppo - ormai quasi gli ultimi della città, cioè le festività del Santissimo Salvatore e della Madonna della Stella (in rigoroso ordine temporale). Le disamine, tuttavia, lungi dall'essere critiche (nel senso più proprio del termine), negli atrofizzati cervelli militellani finiscono per aggrapparsi a tre quesiti: come sono stati i fuochi pirotecnici? quanti soldi sono stati raccolti? quanta gente c'era?. Rari sono, invece, i discorsi sulla fede, sulla partecipazione religiosa. Già, per noi - per voi! - militellesi, l'aspetto propriamente religioso finisce con l'essere il contorno accessorio, e non il fulcro necessario, delle ricorrenze agosto-settembrine.

E ciò è un male se poi si riflette (come accade) sulla partecipazione religiosa concreta e quotidiana, cosicché pochi sono i fedeli "degli undici mesi" e, al contrario, tantissimi quelli "dei quindici giorni", assidui nelle preghiere davanti al santo - quale che sia, non fa differenza - e dimentichi della semplice Messa domenicale non appena lo stesso santo si nasconde dietro le porte di bronzo o di marmo. E allora, svuotandosi pian piano degli essenziali contenuti devozionali (intesi sul piano intimo e non esteriore), le due manifestazioni si concentrano, come detto, sui tre aspetti folclorici già citati; ecco perché pare opportuno riflettere proprio su questi, analizzando come e quanto hanno influenzato l'organizzazione e la concezione stessa delle feste.

Riguardo i fuochi pirotecnici, il campo è inequivocabilmente nostrano: noi ne vediamo ad ogni occasione (perfino per i compleanni!), approntiamo classifiche e paragoni, ci sentiamo proprio tutti dei veri esperti; eppure dovremmo sentirci tutti un po' incoscienti, per almeno due ragioni. Dal punto di vista economico, i "botti" succhiano la maggior parte dei budget (già non stratosferici) delle manifestazioni, lasciando ben poche migliaia di euro a coprire tutto il resto (dalle bande musicali agli eventi degli ottavari), con inevitabili conseguenze nella qualità o nella quantità delle scelte possibili; scegliere di puntare tantissimo sui fuochi, dunque, è anzitutto indice di scarsa organizzazione delle risorse. Sul piano dell'attenzione al sistema-città, poi, i giochi pirotecnici sono dei veri e propri "emblemi" dell'indifferenza, nella quale ormai Militello annega da anni: è inammissibile, infatti, consentire l'esecuzione di "botti" - spesso anche esagerati - a pochi metri dagli spettatori, così come è inammissibile consentire il posizionamento dei mortai in prossimità (se non sui tetti!) di capolavori architettonici riconosciuti anche dall'Unesco, Santa Maria e Chiesa Madre in testa. Ma già... riconosciuti dall'Unesco, non da Militello!

Un altro fronte "caldo", per così dire, è quello dei soldi; anzi, per essere precisi, dei contributi per la realizzazione delle feste. Spesso si sente dire che «le feste non si possono fare più come una volta...», affermazione condivisibile specialmente alla luce del fatto che il costo della vita è aumentato in tutto, dalla benzina agli spettacoli e, da ultimo, al pane. Epperò, è anche vero che ci si culla ancora su un sistema di cinquanta e passa anni fa, con la gente che dava quanto di più caro aveva in onore del Santo al quale era più legata, spontaneamente e sulla spinta di una fede solidissima.

Ma oggi - tra il calo dell'attaccamento e della pratica religiosa e la notevole frenesia degli impegni intricatissimi di ognuno - è chiaro come la raccolta "porta a porta", o addirittura "col quaderno" per il centro-città, sembri davvero inadeguata. Anche perché, di frequente, la raccolta si trasforma in una specie di registro delle entrate, con nomi e indirizzi di chi dà e chi no, con gli "addetti" a insistere pur di costringere il passante di turno a cavar fuori di tasca 5 o 10 euro. E pensare che parlano di "offerta"… Bèh, andrebbero trovate alternative valide, invece di spremere a fondo una città la quale - pur nel ritardo tipico dei piccoli centri - vive ad ogni modo una vita sociale moderna, relegando l'aspetto religioso sempre più al margine e con gli affanni economici che tutti sappiamo.

Terzo e importantissimo punto è quello della gente o - per usare un'espressione più colorita - della partecipazione di popolo. E qui forma e contenuto divergono nettamente. L'apparenza, infatti, ci mostra che i giorni clou delle due feste "patronali" (sull'attributo un capitolo andrebbe trattato a parte, ma non è il momento) vedono le strade cittadine traboccanti di gente, sia le solite quattromila anime locali sia la moltitudine di turisti giunti dalle località più disparate. L'occhio rivolto alla sostanza, però, fa notare che tantissimi si comportano più come spettatori che come fedeli: seguono le fasi più significative della festa, addirittura abbandonano il santo di turno non ancora rientrato in chiesa per accaparrarsi i "posti migliori", al fine di godere dei fuochi pirotecnici.

Detto già della scarsa affezione religiosa, i motivi di tale comportamento sono da ricercarsi soprattutto nella inadeguatezza delle processioni nostrane: siamo forse uno dei pochi paesi che vede ancora sfiancanti processioni di sette-otto ore consecutive – assurde per i tempi attuali – a differenza di quanto accade in molti centri del circondario, dove si alternano processioni più brevi tra le giornate delle feste e delle ottave.

In definitiva, volendo tracciare un accurato bilancio delle due feste più importanti della città, dobbiamo riconoscere che esse procedono sulla stessa scia della nostra comunità, tra poche novità e molti schemi decennali e superati, tra il vanto di un passato secolare e la presunzione di potersi cullare solo su di esso...

Occorre darsi una mossa, non c'è dubbio! Bisogna inventarsi qualcosa di nuovo, di diverso, di coinvolgente, che renda viva davvero la città nei quindici giorni della festa, che porti a rivivere le feste stesse come momento di aggregazione e di vera fede. Quel che è sicuro, ad oggi, è che il protagonismo delle bandiere, dei foulard e delle maglie colorate – di rosso o di blu, poco cambia – non vi è affatto riuscito. Occorrono le idee.


Giovedì 20 settembre 2007

SULL'UFFICIO TECNICO (di Sebastiano Campisi*)

Al Sig. Sindaco

Al sito militello.info

LORO SEDI

Non poteva che essere la S.V. il destinatario principale di queste mie considerazioni a margine di un lungo articolo dell'assessore G. della Sua Giunta (apparso su "Il Giornale di Militello" [anno I-n. 4, pag. 2] e qui visionabile, ndr), e il sito militello.info che, forse, gentilmente, mi permetterà di replicare a tante diffuse notizie ed argomentazioni apparse in quell'articolo, certamente nei limiti del mio ruolo di dipendente pubblico offeso dalle dichiarazioni che mi riguardano e non.

Non so se l'assessore G. mi annoveri fra quelli che non rubano il proprio stipendio ed in verità non so neppure se lo stesso G. sa di essere fra gli Assessori del tanto disprezzato Ufficio Tecnico. Certo è che non sa di avere la delega al verde pubblico e non sa neppure che il tanto elogiato CED (del geom. Giacomo Spica Dinatale, che ne ha ottimizzato la realizzazione) fa parte proprio dell'Ufficio Tecnico.

E siccome IO mi firmo per nome e cognome e parlo da cittadino, con responsabilità oltre che con la libertà, ed al di là dal mio ruolo di pubblico dipendente mantengo la mia dignità, voglio esprimere stima e solidarietà al Funzionario ed a tutti i miei colleghi, anche a quelli non direttamente coinvolti ma sicuramente parte integrante dell'Area Servizi Tecnici così pesantemente attaccata.

Faccio parte di quell'Area che sembra essere all'origine di tutti i mali del nostro Comune, eppure per tutti gli anni dell'amministrazione anche di G. quell'Ufficio ha visto il suo Capo Area percepire indennità di posizione ed indennità di risultato, si proprio per quei risultati che non permettono al sig. G. di portare avanti i suoi tanti tanti tanti tanti fantasmagorici progetti già presentati: si occupa di tutto il sig. G.: dal Parco Bottazza alle risorse idriche, dai libri all'UNESCO, dalle sagre ai conferimenti di cittadinanza onoraria: certo per attribuirsi solo meriti perché i demeriti sempre ad altri vanno ricondotti. Ah... ma i progetti (torna utile la citazione della Bassanini) chi li fa, gli Assessori, il sig. G., o forse qualche dipendente?

Ed a proposito di dipendenti dai risultati straordinari l'attento sig. G., che come è purtroppo noto - e me ne dispiace - vede maluccio e, probabilmente, inizia a sentire male se non ascolta anche le lamentele su quei settori.

Sai, paziente lettore che sei arrivato fin qui, ti toccherà sicuramente una replica di G. che troverà sopraffini argomenti e fuorvianti verità, ma vogliamo forse negargli il diritto dell'ultima parola?

Nell'attesa, come da Lei preannunciatomi, delle necessarie iniziative.

 

* responsabile del Servizio Idrico del Comune di Militello in Val di Catania.


Venerdì 14 settembre 2007

VILLA E NON SOLO (di Giuseppe Pollina*)

Mettiamola così...

È stupefacente leggere l'editoriale di Alfonso Magno (pubblicato l'11/9/2007 nella sezione "C'è qualcosa che non va", ndr) sullo stato dei Giardini Pubblici di Militello in Val di Catania.

Così diffusa la mania di avere una opinione su tutto, da dimenticare che le opinioni hanno bisogno di fatti precisi...

Allora solo pochi fatti... nel 1994 lo stato dei giardini pubblici, del viale e del verde a Militello è a tutti noto... diversamente informatevi per favore... il ricorso al personale LSU per la manutenzione del verde è stato uno strumento della amministrazione Lo Presti con Pollina vicesindaco... lo stato della villa sino al maggio del 2003 è facilmente verificabile e, soprattutto, confrontabile con l'oggi... nell'editoriale si legge testualmente "che l'attuale stato di degrado della Villa/Parco delle Rimembranze è identico a quello in cui versava al tempo della sua vicesindacatura!"... NON È VERO!!!

All'editorialista ho da fare una sola richiesta: verifichi! Che fare dopo spetta solo alla Sua coscienza ed alla Sua professionalità...

A margine una sola considerazione. La mia campagna elettorale non è partita adesso... per il semplice fatto che non si è mai interrotto il mio interesse per la mia Città... per me questa è la vera campagna elettorale... l'altra la lascio a chi interessa... pertanto non rendo dichiarazioni "a tempo" o "a scadenza"...

Grazie della ospitalità.

Indubbiamente, in tutta onestà, non posso sapere qual era la situazione nel 1994. Posso solo ricordare ciò che ho visto nel 1999/2000 da... turista e, poi, dal 2001 quando ho... "incrementato" di una unità la popolazione residente. Tralascio gli anni passati, tanti, troppi, in cui, da giovanissimo vacanziero frequentavo la Villa: se qualcuno si avvicinava ad una zona della Villa non fruibile, o se solo giocava con le "papere"... chissà come e da dove, arrivava il custode che subito redarguiva, costringendo alla fuga; e, sempre per tralasciare quegli anni, dopo una certa ora la Villa era chiusa al pubblico. Altri tempi.

Per gli anni a noi più vicini (1999-2007) ricordo una Villa non completamente illuminata (sicuramente un po' meno buia di oggi); ricordo la mancanza delle ringhiere ai lati delle scalinate laterali (oggi ci sono); ricordo la mancanza di cestini per il pattume (da pochi giorni sono riapparsi, ma quanto dureranno?); ricordo i concerti "estemporanei" (ieri come oggi) di percussioni nelle ore notturne estive; ricordo l'acre odore di fumo... proibito (ieri come oggi) che proviene, sempre nelle ore notturne, dalla parte adiacente al Viale delle Rimembranze. Ricordo di non aver mai visto funzionare (ieri come oggi) le fontane del piazzale del Parco; ricordo che le vasche di quelle fontane (ieri come oggi) sono dei contenitori di immondizia; ricordo l'asfalto altamente danneggiato (ieri come oggi) dal radicamento degli alberi in dimora nei pressi della vasca centrale, che ricordo (ieri) senza acqua, ne "papere" (ieri come oggi). Per "completezza di informazione": il danneggiamento dell'asfalto, ben visibile a tutti, non è certo colpa della giunta Musumeci, né della giunta Lo Presti, né delle giunte precedenti! È colpa di chi, anni addietro, fece impiantare quegli alberi (Ficus Benjamin Gigante) le cui radici aeree si reinnestano sulle radici sotterranee che possono tranquillamente raggiungere una lunghezza di 50/60 metri ed oltre, essendo sempre alla ricerca di acqua per alimentarsi. Quegli alberi non andavano impiantati in un ambiente pubblico, così soffocato dalle abitazioni, perché possono creare (gli alberi in questione), se già non lo hanno fatto, seri danni alle strutture edili adiacenti, e a pochi metri v'è anche una scuola. Se colpa c'è, è delle amministrazioni (tutte) che nulla hanno mai fatto per risolvere il problema: estirpare completamente i bei "ficus" prima che sia troppo tardi, se già non lo è!, e restituire quelle zone ad un tranquillo passeggio privo di ostacoli. (le notizie "tecnico-botaniche" sono desunte da una perizia da me fatta realizzare da un dottore in scienze agrarie, nda)

Per tornare a bomba... ribadisco che ai miei occhi il degrado attuale è identico a quello degli anni passati. Il caro e fraterno amico Giuseppe Pollina, che ringrazio per il suo intervento, ha certamente anche letto (da quell'attento lettore che è) che attribuisco la "terribile" fatiscenza in cui versa (e, ovviamente, versava) il nostro "polmone verde" soprattutto alla inciviltà dei nostri cari concittadini, stigmatizzando peraltro l'operato dell'attuale amministrazione che non pone in atto le misure necessarie per restituire alla "nostra" città quel grado di civismo che si merita non solo per la sua storia, per i suoi illustri figli, per la sua cultura, ma soprattutto per gli onesti e civili concittadini, e ce ne sono tanti. Forse dover ricondurre Militello a livelli di civiltà nella norma non porta voti! Ma questa è un'altra storia. (alma)

 

* ex vicesindaco dell'Amministrazione Lo Presti (1994-2003).


Venerdì 10 agosto 2007

CONSIDERAZIONI ATTUALI (del Dott. Salvatore Carcò*)

Sono puntuali come l'alternarsi delle stagioni, più perfetti degli orologi svizzeri; non ne sbagliano una! Per giunta, manco farlo apposta, anche gli eventi sembrano che diano, puntuali anche loro, una mano a questa rigorosa e accurata presenza.

Ma si... parlo ovviamente di Loro, dei nostri politicanti.

Uno ad uno presenti, commossi, dispiaciuti, compunti, determinati - compreso il folto stuolo di piccoli adulatori anche loro specchi delle facce dei propri beniamini - tutti intenti a risolvere il problema della "sospensione temporanea" del reparto ospedaliero di Ostetricia e Ginecologia del martoriato Ospedale di Militello.

Colpisce il balletto dei nostri uomini! Intanto la convocazione di un Consiglio Comunale straordinario per permettere la sfilata oratoria di rappresentanti dell'azienda sanitaria - non si può non cogliere il momento solenne per dimostrare l'attaccamento viscerale nei confronti del nostro "Bel paese" -  esponenti sindacali, rappresentanti delle forze sociali e componenti le forze politiche anche quelle non rappresentate... tutti a fare a gara a chi incornicia delle frasi, tutte le stesse e ricorrenti ogniqualvolta  si presenti una opportunità simile:

a) «... Le esigenze di rilancio dell'intero presidio sanitario, che non possono sempre dipendere da impegni finanziari, sono avvertite dalle comunità di un vasto comprensorio»;

b) «Da un confronto allargato potranno emergere soluzioni e proposte condivise per il nosocomio»;

c) «L'amministrazione municipale continuerà a vigilare sugli sviluppi della vicenda e sulle sorti del nuovo ospedale, che nei prossimi mesi sarà definitivamente completato»;

Sempre uguali, sempre le stesse e sempre straordinariamente attuali - anche se dette in epoche diverse!

È vero... bisogna essere vigili, attenti, presenti; almeno assicurare una vigilanza da qui alle prossime elezioni! Si perché il tempo è vicino. Cominciano i preparativi, bisogna fare un bilancio delle cose fatte (meno di quelle non fatte anzi sarà meglio tacerLe), essere preparati agli attacchi degli avversari; anche l'opposizione deve alzare la voce, essere presente nelle sedi deputate al dibattito e alla democrazia, dare spazio alla dialettica.

Intanto qualche nostrano "politicante" ha rinunciato alla surroga in consiglio comunale! In realtà le motivazioni addotte sono un capolavoro di demenziali e folli pensieri; un copia-incolla di ideologie e di farsesche frasi fatte, sempre le stesse.

Il Consiglio comunale è il luogo per eccellenza della politica, il luogo nel quale l'eletto (anche se in stato di surroga) deve far sentire le proprie istanze, la propria voce, diversamente potrebbe sempre optare per qualche club sportivo; ovviamente non è obbligatoria la presenza e può dimettersi quando vuole e come vuole.

Cominciano gli incontri, i dibattiti nei soliti luoghi con le stesse persone, con le stesse strategie, con uguali ammiccamenti, con gli eterni, sempre uguali, programmi:

1) lo sviluppo socio-economico;

2) l'UNESCO;

3) il turismo;

4) la disoccupazione;

5) il disagio giovanile;

6) lo sviluppo del commercio (?!?);

7) l'emigrazione;

8) l'ulivo;

9) il Partito Democratico;

Si riaprono le sezioni - dopo il letargo del «... ancora è troppo presto» - si cominciano ad esporre i cartelli (ancora con poca intensità), cominciano i comizi (utilizzando anche le sedie perché l'oratore deve sempre stare al di sopra delle teste), le accuse all'amministrazione etc, etc.

Ma non mi pare che siano cambiate le teste e le facce; sempre le stesse.

Ma dov'è la politica (a destra come a sinistra), dov'è la gente, dove sono i ragazzi che puntualmente a ridosso delle elezioni vengono reclutati al servizio di qualche "politicante" per far vedere il loro attaccamento alla causa del disagio dei giovani, dell'apatia nei confronti della politica, dell'emigrazione, degli spazi a favore dei ragazzi e dei bambini.

La "squallida" (dico squallida perché non c'è nulla di genuino e di convinta adesione, ma solo tatticismo becero che fa davvero invidia alla primissima repubblica) parentela tra Ds ed esponenti della Margherita pronti a stilare un programma condiviso - un "accordo programmatico" - ispirazioni morali comuni, diversità che arricchiscono il ruolo della politica.

Paroloni che poi vengono smentiti dai fatti; in piazza salgono sulla sedia - stile rivoluzione russa targata 1917 - esponenti della sinistra di governo! E gli altri della Compagnia? E il Partito democratico? E i "compagni" ex Popolari? Perché non ci sono? Non sono stati forse invitati? Fanno parte della Compagnia o non ancora?

Il "candidato sindaco" non è stato ancora deciso o meglio è gia stato partorito nella mente (solo nella mente) per esempio di Giovanni Burtone e di qualche politicante che ha scambiato Dio con un vestito ed una cravatta! Il problema è che ancora è troppo presto per presentarlo alla cittadinanza - ancora non cammina da solo - comunque ci penseranno "le primarie" a battezzare il prescelto. (Io suggerirei ancora di lavorarci sopra, piuttosto che pensare alle primarie).

Intanto, in ordine sparso, cavalcano l'evento; ognuno, singolarmente, farà a gara a chi sarà presente e così i Ds si affidano alla formula social demenziale dell'utilizzo della sedia in piazza giusto per far vedere che sono uomini del popolo esprimendo la «preoccupazione per le sorti future del presidio sanitario e per l'assenza di iniziative istituzionali e politiche» agitando il fantasma dei "poteri oscuri".

Ma basta con questi concetti astrusi, figli di un linguaggio anni 60.

Mi pare che da un punto di vista istituzionale ci sia stata una presa di posizione unitaria piuttosto seria almeno per quanto riguarda i nostri massimi rappresentanti (on. Nello Musumeci, on. Vincenzo Oliva, on. Giovanni Burtone) i quali hanno fatto da cassa di risonanza e portato la vicenda ai piani alti delle istituzioni (assessori regionali, direttori generali).

Anche il Consiglio Comunale è stato prontamente convocato d'urgenza e per giunta in via straordinaria, puntuale come un orologio svizzero che di svizzero c'è solo la puntualità della convocazione.

Beh! La politica...: ci sono stati i "comizianti" che hanno fatto la loro parte - solo la loro di parte - anche perché l'on. Burtone è di un'altra parte! L'on. Burtone?? Ma non è con la Margherita che a sua volta ha aderito al Partito democratico e che al Partito democratico ha aderito "i" Ds, e che i Ds hanno aderito - o stanno aderendo - con il segretario e con il massimo rappresentante dei Ds Antonio Lo Presti?

Ma quali sono questi poteri forti? Io ho l'impressione che i poteri forti siano semplicemente la mancanza di idee, di capacità di aggregare, di considerarsi "spirti" (intelligenti, ndr), di sentirsi infallibili.

L'unica iniziativa, a parte quella dei nostri massimi politici - che era doverosa -, seria e capace di coinvolgere la comunità sia stata quella di Sebastiano Scicli e Sebastiano Caruso (che hanno realizzato una raccolta firme pro-ospedale, ndr).

Ma i nostri politicanti, gli uni chiusi nel palazzo intenti a convocare Consigli Straordinari, gli altri a cercare sedie più stabili per la prossima uscita e altri ancora che aspettano il loro Leader - che poi dovrebbe essere il leader anche dei rivoluzionari e social popolari - che impartisca le giuste e ponderate decisioni e direttive.

Cercasi disperatamente la POLITICA!

 

* ex assessore alle Politiche Sociali (1998-2001) e al Bilancio, alle Finanze ed alle Pubbliche relazioni (2001-2003) per l'Amministrazione Lo Presti, nonché candidato a Sindaco per le Amministrative 2003.

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