IL
BILANCIO DELLA NONA "SETTIMANA DEL BAROCCO"
di
Alfonso Magno
Domenica
28 Luglio 2002
L'intervista
A NINO GRAZIANO LUCA, DIRETTORE ARTISTICO DELLA "SETTIMANA DEL
BAROCCO" 2002
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Dott. Luca, questa è per lei la terza direzione artistica della "Settimana
del Barocco". Non si è ancora stancato?
«Al
contrario! La "Settimana del Barocco" è uno stimolo alla ricerca.
Più ne sei coinvolto e più la vuoi migliorare. Se si riesce a dare
un prodotto sempre migliore, allora l'interazione con i militellesi
s'accresce e, nel frattempo, si ha un ritorno d'immagine per il
paese maggiore. Questo contribuisce al processo di maturità dell'evento,
costituendone una identità sempre più forte e propositiva. Dare
immediata riconoscibilità all'evento è uno degli obiettivi da
perseguire, e nel dire questo mi viene in mente, ad esempio, il
Palio di Siena piuttosto che la Regata delle Antiche Repubbliche
Marinare.»
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Che cosa è cambiato, secondo lei, in questi tre anni?
«Veda,
c'è quest'anno una sensazione, ma anche un dato di fatto,
macroscopico: aleggia infatti una serenità che è frutto della
consapevolezza di un lavoro ben strutturato, al quale hanno
contribuito le scelte istituzionali di Provincia regionale di
Catania, Apt e Comune di Militello ma, soprattutto, grazie al
prezioso contributo che hanno dato le associazioni culturali locali "Maris
Stella" e "Teatro Studio Militello".
Ogni
rievocazione storica necessità di ritualità. Non esiste
rievocazione senza "ritualità" e quindi immediata riconoscibilità:
è la bandiera per chi promuove un evento (vedi Marostica) e la
Partita a scacchi viventi è una situazione autoctona, grazie a
Pietro Carrera. La
Giostra inaugurale riesce perché è strutturata senza tempi morti,
ha una filologia di base ed un montaggio quasi cinematografico anche
nella durata e fa rivivere una serie di vissuti teatrali, musicali,
virtuosistici, costumistici ed atmosfere tipicamente barocche.»
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Le sue scelte artistiche sono prese autonomamente, o vi è un pool
operativo?
«Alcune
debbono necessariamente essere prese in modo autonomo. Altre nascono
invece dalla selezione di varie proposte. Ho scelte mie e su alcune
non si può prescindere per la riuscita dell'evento.»
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Questa nona edizione vede, come da lei evidenziato, la
partecipazione attiva delle associazioni culturali militellesi.
Secondo lei perché nel passato tale collaborazione non è stata così
massiccia?
«Al
mio arrivo ho trovato disinteresse ad ogni livello. Ma oggi
indubbiamente c'è una maggiore considerazione. Mi stupisce la
grande positività ed energia riscontrata in questa mia terza
direzione artistica e la risposta concreta in termini di
disponibilità. Oggi ci sono finalmente le autonomie per migliorare
questa preziosa collaborazione.
Nel
passato forse Militello non si sentiva parte attiva nell'evento. "Maris
Stella" e "Teatro Studio" hanno fatto cambiare questa tendenza.»
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Dopo questa esperienza triennale, cosa cambierebbe nella formula e
cosa lascerebbe immutato per attirare un pubblico militellese, ma
non solo, più numeroso?
«Il
giorno d'apertura deve avere una reale dimensione di festa. L'utilizzo
degli stessi artisti impegnati nel Corteo inaugurale, ad esempio, in
angoli e piazze del paese è sicuramente un'arma vincente e ripenso,
così, al successo che ha ottenuto l'intrattenimento estemporaneo,
domenica sera, dei trampolieri ravennati. Ma anche coinvolgere
realmente gli abitanti dei vari quartieri con la preparazione e la
fruizione, nelle vie e piazze dei quartieri stessi, di piatti tipici
o anche la riconoscibilità dell'antico quartiere sancita dal
gonfalone portato da un cavaliere realmente del quartiere. A
tutto ciò aggiungerei altri momenti di spettacolo, oltre il Corteo
inaugurale. Questa è un'idea nata tra me ed il Sindaco Antonio Lo
Presti: realizzare uno spettacolo a cui invitare gruppi europei che
diano una dimensione più globale all'evento "Barocco" con danze,
musiche, poesie.»
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Dott. Luca, l'abbiamo vista autentico mattatore, con Cinzia Malvini,
della sfilata di moda del martedì; la vediamo in televisione come
intrattenitore-imbonitore; la vediamo come presentatore di eventi
musicali e culturali ed è anche impegnato alla "Sapienza" di Roma.
In quale ruolo si trova più a suo agio?
«L'accrescimento culturale in quello che
faccio è la
gratificazione maggiore. La mia attività di operatore culturale, come nella "Settimana
del Barocco" o l'insegnamento all'Università è per me un grande
obiettivo raggiunto e da raggiungere. Mi
piacerebbe, però, realizzare un importante programma televisivo che abbia un grande richiamo, dove infondere
ciò
che faccio nell'ambito culturale; "information and entertainment" è
il binomio che vorrei realizzare in cui inserire decenni di gavetta.»
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Dopo questo terzo "tour de force", quale ricordo sta portando con
se?
«L'acquisita
amicizia, sentita maggiormente quest'anno, con Militello. Le
rinnovate sensazioni trovate immutate con figure come Antonio Lo
Presti ed Aldo Lanza, solo per citarne due su tutte. Le persone con
cui mi sono trovato ad operare nel quotidiano. La grandissima e
preziosissima collaborazione di "Maris Stella", e ringrazio Alfio
Penna, e di "Teatro Studio Militello" e ringrazio Maria Concetta
Zuccalà.»
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