La
Chiesa di Santa Maria venne menzionata per la prima volta, secondo alcuni, in un diploma del re Ruggero il
Normanno, risalente al 1115 (e al 1130, secondo altri). Recenti indagini hanno accertato che la parte più antica
della costruzione poggia "su un complesso rupestre alto-medievale", di cui la vicina cripta dello
Spirito Santo costituisce la testimonianza più remota; essa conserva ancora, intagliati nella roccia, un
altare, croci e loculi di derivazione greca. Maggiore consistenza storica viene data generalmente ad un altro
diploma, più tardo, del 1308, anno in cui Santa Maria viene citata tra i beni del casala et castrum
Militelli.
La
chiesa cominciò ad accrescersi a partire dalla seconda metà del XV
secolo, quando venne eretto il campanile. Nel 1506 con la definitiva
sistemazione della porta maggiore, poteva dirsi in massima parte
completata, anche se mancava ancora la cuspide del campanile, che
sarebbe stata innalzata soltanto un secolo più tardi.
All'interno della chiesa, ridotta ad una sola navata dal terribile terremoto
del 1693, si può ammirare il decoratissimo altare della
Natività (XVII secolo), che ostenta i suoi ricami nelle
colonne, nel frontone e nel paliotto della mensa. In un altro altare
invece, un frammento marmoreo che raffigura l'Annunciazione,
si fa risalire al XV secolo.
Di
impianto quattrocentesco è infine la cappelletta quadrangolare, adibita
a sagrestia, dietro l'altare maggiore, con volta a costoloni.
Il
portale, protetto da un portico sostenuto da due leoni stilofori, rimane
il capolavoro-simbolo di questa chiesa.
Al
centro della composizione, nella lunetta, spicca la Madonna
con il Bambino, adorata da due angeli e sormontata da una
stella. Negli stipiti una schiera di profeti e sibille, e nella
cuspide l'Incoronazione della Vergine. L'opera è
probabilmente un lavoro giovanile di Antonello Gagini.
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