Sorse sopra i
ruderi dei fortificazioni greche e romane; fu abbattuto dai Saraceni e
riedificato dai Normanni. Nel 1071 fu affidato dal Conte Ruggero ad
Alaimo da Lentini e, successivamente, a Lanfranco di San Basilio assieme
ai castelli di Oxina e Jatra. Nel 1154 passò a Manfredi, figlio del
Conte Simone di Policastro e nel 1292 fu di Bonifacio Cammarana.
Una
Signoria stabile cominciò con Abbo Barresi, che ne fu investito nel
1318 per mano del Regio Maestro Pellegrino. Nel 1337 ebbe il privilegio
di recingere il Castello, e l'abitato di Militello, di mura.
Nell'ottobre del 1354 il Parlamento siciliano tenne, nel Castello di
Militello, una riunione. Nel 1444 Blasco II Barresi fu confermato
Signore di Militello dal Re Alfonso di Spagna.
Nella
notte tra il 26 ed il 27 agosto 1473 il Castello fu teatro di una
terribile tragedia: la morte di Aldonza
Santapau e del segretario Francesco Caruso, detto "Bellopiede"
per le sue doti di danzatore. I Barresi di Militello, per alcuni
decenni, perdettero il privilegio del mero e misto Impero, finché ne
ritornarono in possesso con Vincenzo Barresi, primo Marchese di
Militello.
L'epoca
d'oro, per Militello, fu sotto i Principi Don Francesco Branciforte e
Donna Giovanna d'Austria, che tennero una splendida corte e si
circondarono di un nutrito gruppo di uomini di talento. Don Francesco
fece installare una tipografia, appositamente giunta da Venezia, e fece
giungere l'acqua in paese, testimoniata dalla Fontana della Ninfa
Zizza.
Questo periodo durò oltre un ventennio, dal 1602 al 1622, anno in cui
morì il Principe Don Francesco.
Nella
seconda metà del '600, Don Giuseppe Branciforte abbellì il Castello
con magnifiche stanze, gallerie e fontane. Dopo di lui i Branciforte si
trasferirono a Palermo.
Del
castello, per le demolizioni dei terremoti, per i rimaneggiamenti
continui, per le mutilazioni e trasformazioni moderne, rimane ben poco,
sufficiente però a far intuire la sua struttura quadrata con corte
centrale, con torri cilindriche ai vertici ed un grosso torrione al
centro del prospetto a ponente. Di tutto ciò resta, oltre a qualche
brano di muratura antica e rare porte a sesto acuto all'interno, un
torrione a sud-ovest accanto alla Porta
della Terra, sistemata nelle forme attuali nel Seicento.
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