 La
costruzione di questo monumento, risalente al 1607, è collegata ad un
evento molto importante per Militello: l'arrivo dell'acqua potabile, che
fu una delle opere pubbliche che tramandarono ai posteri l'operoso
governo del Principe Francesco Branciforte. Più tardi, riferendosi
all'evento, il poeta e storico militellese Pietro Carrera (1573-1647)
compose il poemetto Zizza: Idillio pastorale, che
narrava dell'infelice amore fra la ninfa e il pastorello Lèmbasi,
trasformatisi in fonti sulla falsariga delle Metamorfosi di Ovidio.
Un
bassorilievo, attribuito a Giandomenico Gagini jr., che raffigura Zizza,
sta al centro della composizione, fiancheggiato da due teste di leoni
poste dentro altrettante nicchie. Alla base una vasca ottagonale è
sormontata da una maschera di satiro.
L'originale del
Bassorilievo, custodito presso l'ex Convento San Domenico, Asilo "Laganà
Campisi", è stato interessato da un intervento di restauro avvenuto nel
mese di maggio del 2006, a cura dell'Associazione Restauratori Catanesi.
Descrizione del
bassorilievo della Ninfa Zizza
Bassorilievo in marmo
bianco finemente scolpito raffigurante la Ninfa Zizza a mezzo busto.
La ninfa, inserita
all'interno di una nicchia, è rappresentata frontalmente, con la mano
sinistra che trattiene il seno da cui sgorga l'acqua, mentre con
l'indice della mano destra indica un cartiglio aperto, disposto lungo il
profilo dell'arco, al cui interno è visibile l'iscrizione: NON SINE
TEMPERANCIA. Nella base del bassorilievo l'iscrizione è completata dalle
parole: QVI SITIS PARCE MENTIRI.
L'elemento marmoreo era
inserito al centro di una fontana monumentale, articolata su parete, con
perimetro a gradoni sormontati da elementi scultorei.
L'opera, in assenza di
fonti storiche che ne documentino la provenienza e, solo sulla base di
un confronto stilistico, viene attribuita a Giandomenico Gagini jr. La
costruzione della fontana risale al 1607, anno in cui viene inaugurato
l'incanalamento dell'acqua potabile nel centro abitato di Militello per
iniziativa del principe Francesco Branciforti.
Rispetto al complesso
monumentale della fontana di gusto Barocco, il bassorilievo presenta un
linguaggio stilistico totalmente diverso, da ricercare intorno alla
seconda metà del XVI, in seno al tardo rinascimento.
Collocazione
Il bassorilievo
marmoreo, collocato inizialmente al centro della fontana monumentale
sita nell'omonima Piazza della Zizza (Largo del Castello), negli anni
novanta, per essere preservato dal degrado cui era soggetto a causa del
continuo scorrimento dell'acqua, è stato sostituito da una copia e
trasferito nel cortile del museo Sebastiano Guzzone di Militello in Val
di Catania, dove è rimasto esposto fino a Marzo del 2006 (data
dell'intervento di restauro).
Descrizione
dell'intervento di restauro
Il bassorilievo
marmoreo versava in pessimo stato di conservazione, mostrando i tipici
fenomeni di degrado dei monumenti siti all'aperto, sottoposti all'usura
del tempo, all'erosione dell'acqua, sia di origine piovana che idraulica
e ad un conseguente forte attacco di apparati microbiologici.
Attraverso una serie di
saggi preliminari è stato possibile individuare una metodologia di
intervento ben precisa, concordata con la D.L. e l'Alta Supervisione
Scientifica della Sovrintendenza Competente dei BB.CC.AA. di Catania.
Il progetto di restauro
conservativo condotto dall'ARC (Associazione Restauratori Catanesi) è
stato coordinato dalla restauratrice Francesca Faleschini e dall'Arch.
Francesco Rotiroti.
L'intervento di
restauro conservativo condotto attraverso le operazioni di:
- pulitura della
superficie lapidea
- trattamento biocida
per l'eliminazione degli attacchi di microrganismi
- consolidamento del
marmo, rimozione meccanica e chimica delle concrezioni calcaree e delle
stuccature in cemento
- applicazione di un
protettivo finale ha permesso il risanamento delle proprietà strutturali
delle parti lese e la restituzione dell'originario valore storico ed
artistico dell'opera.
Per gentile concessione
dell'Associazione Restauratori Catanesi |