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Inaugurato il 1º agosto del 2006, il museo-pinacoteca "Sebastiano Guzzone" sorge nei locali dell'antico convento di San Domenico. Nell'atrio d'ingresso è subito possibile ammirare tre interessanti opere: un affresco settecentesco raffigurante una Deposizione di Cristo (sec. XVIII) di autore ignoto, proveniente dalla Chiesa di San Benedetto Abate; un cartone per affreschi del pittore militellese Giuseppe Barone raffigurante l'Incoronazione ed una Mappa di Militello di fine XIX secolo.

Galleria Giuseppe Barone

Salendo al piano superiore, appare all'ammirazione dei visitatori una lunga galleria intitolata all'artista militellese Giuseppe Barone. Il corridoio principale della struttura espositiva si mostrano in tutto il loro splendore, da sinistra, le seguenti opere ritrattistiche novecentesche, raffiguranti, per la maggior parte, uomini illustri di Militello: Autoritratto, Ragazza con fiore, Portale di Santa Maria La Vetere, Pietro Carrera, Francesco Laganà Campisi, Vincenzo Natale, Salvatore Majorana Calatabiano, Giuseppe Majorana Calatabiano, Giuseppe Musumeci Ristagno, Ragazza al balcone, Testa di vecchio, Paesaggio, un cartone per affresco raffigurante La fede ed un mezzo busto bronzeo raffigurante lo stesso Giuseppe Barone, fatto realizzare dal Comune di Militello.

Stanza I - Sala dei Branciforti o "del Seicento"

Nella prima stanza dell'ala di sinistra campeggiano due ritratti di autore ignoto raffiguranti il marchese di Militello Don Francesco Branciforti e la sua consorte Donna Giovanna d'Austria. Una teca in legno e vetro custodisce al suo interno la spada e lo stiletto da duello del Principe. Visibili anche due ricostruzioni fisionomiche del principe Branciforti ricavate dal calco dei suoi resti mortali (realizzate dal professor Francesco Mallegni, docente di Paleontologia umana e antropologia all'Università di Pisa); l'attestato ufficiale dell'inserimento del Comune di Militello in Val di Catania, nel 2002, all'interno della "World Heritage List" dell'Unesco; il bassorilievo originale, in marmo bianco, raffigurante la Ninfa Zizza proveniente dall'omonima fontana secentesca sita nell'Atrio del Castello Barresi-Branciforti ed, infine, una Bolla Papale del XV secolo.

Stanza II - Sala Sebastiano Guzzone/Sala dei Majorana

Grande spazio espositivo dedicato a Sebastiano Guzzone. Dell'artista militellese dell'Ottocento si possono ammirare: Ritratto di donna (1889) raffigurante probabilmente la moglie, donna Gaetanina Baldanza, dove il fermo disegno di impianto neoclassico, ingentilito dalla straordinaria morbidezza delle pennellate, si scioglie in libere macchie nella figurazione degli abiti, con esiti echeggianti le ricerche coeve in Toscana ed a Napoli; Madonna della Stella e sette disegni giovanili (bozzetti) raffiguranti tre Teste, l'abbozzo di un Dito, l'abbozzo di una Faccia, un Nudo ed uno Studio per Madonna; Il martirio di Santa Caterina, bozzetto su cartone per una pala d'altare, non firmato ma attribuibile al Guzzone per i passaggi tonali morbidi che costruiscono i lineamenti del volto; Apollo, matita su cartone. Presente anche una foto che ritrae il Guzzone davanti al carro allegorico che egli aveva realizzato insieme ad Ernesto Basile di Palermo ed a Franciamore di Mussomeli, per il carnevale romano del 1885, in rappresentanza della Sicilia. Il carro era trainato da tre pariglie di bianchi buoi con le corna dorate e guarniti di ricche gualdrappe infiorate. In esso era rappresentata una conca che reggeva una figura slanciata di donna biancovestita, che alcuni dicevano che raffigurasse la Sicilia libera dal giogo borbone, poiché tutti i costumi dei partecipanti era del tempo dei Vespri siciliani. Nel suo insieme esso rappresentava insieme all'aquila, la regale Palermo. Nella foto inoltre si possono distinguere il Guzzone stesso, il presidente del comitato commendatore Laganà, Basile, Franciamore e, sopra il carro, il presidente della camera di commercio di Messina.

Oltre alle opere del Guzzone, nella sala a lui intitolata possiamo inoltre ammirare: un mezzo busto bronzeo raffigurante il Senatore Salvatore Majorana Calatabiano, realizzato a Roma nel 1951 dallo scultore S. Assenza e commissionato dal Comune di Militello; Natura Morta di Emanuele Di Giovanni (sec. XX); una tela di Giuseppe Sciuti raffigurante Il console Cornelio (sec. XIX); due Angeli oranti in bassorilievo del 1889 su rispettive cassapanche; un'acquasantiera; un Diploma della "Reale Associazione dei benemeriti antichi", conferito al Guzzone per meriti artistici, il 14/07/1876; un Diploma di ammissione alla "Scuola libera del nudo del Regio" istituto delle Belle Arti di Roma, conferito al Guzzone in data 10/12/1874; una vasta sezione di Reperti etno-antropologici; una ricca Sezione fotografica, all'interno della quale spiccano, per importanza, due foto che ritraggono la moglie del Guzzone, donna Gaetanina Baldanza, realizzate dal grande fotografo francese Nadar (Gaspard Félix Tournachon), in occasione di un romantico viaggio a Parigi dei due coniugi; un'ampia sezione di immagini sacre realizzate da Fagone e dal Culosi.

Stanza III - Sala dei Moderni

Questo ambiente ospita sei pregevoli opere del pittore contemporaneo militellese Antonio Cannata; alcuni studi del designer di origine militellese Emanuele Nicosia (Studi per automobili Mondial 8, Testa Rossa, 275 GTB, 308 GTB e Modellino di Lamborghini). Sempre nella medesima sala è possibile ammirare due sculture in caolino dell'artista contemporaneo catanese Dino Cunsolo (Apollo Musagete e Apollo e Le Muse)

Stanza IV - Sala degli Ingegneri

In questa sala è ospitata una originalissima collezione di documenti e di disegni che permette di seguire la storia dei lavori pubblici e degli interventi privati a Militello tra la fine dell'Ottocento ed i primi decenni del Novecento:

- Progetto della Fontana di piazza San Francesco di Paola (1886) di Federico Lombardo;

- Progetto di un Monumento funerario dell'architetto Salvatore Messina (1937);

- Progetto della Fontana di S. Antonio degli architetti Salvatore Capuana e Salvatore Mancuso;

- Progetto della Scuola elementare dell'architetto Emilio Cardea (1911);

- Progetto di Scuola elementare dell'architetto Francesco Anfuso (1933);

- Progetto della Sistemazione di casa Rejna di Antonino Portuso (primi anni '30 del XX sec.);

- Progetto del Teatro comunale del grande architetto Giovan Battista Filippo Basile (fine XIX sec.);

- Progetto di sistemazione selciato di via del Mercato, piano San Domenico, via dietro Majorana e piano Majorana in Militello;

- Planimetria del terreno comunale poggio Calvario vecchio (1895);

- Progetto sopraelevazione casa Abbotto in piazza Vittorio Emanuele;

- Progetto di casa da costruirsi in via Donna Giovanna D'Austria, del Signor Aniere Angelo, dell'architetto Salvatore Niceforo Pace (1934);

- Prospetto delle nuove fabbriche dell'architetto Salvatore Mancuso (1884);

- Progetto ampliamento della caserma dei Regi Carabinieri in Militello nell'ex convento di San Benedetto (1898);

- Progetto della sezione del convento dei Benedettini che viene trasformato in scuole comunali, dell'architetto Giovanni Paride Mancuso (1888);

- Progetto scuole femminili dell'architetto Giovanni Paride Mancuso  (1889);

- Piano regolatore per la concessione del terreno della clausura dell'ex monastero di Sant'Agata (1894);

- Progetto sistemazione via Porta della Terra (1887);

- Progetto di sistemazione del Mattatoio Comunale di Militello;

Stanza V - Sala Santo Marino

Nella sala dedicata a Santo Marino è ospitata una ricca collezione di uno dei più interessanti maestri dell'espressionismo mediterraneo, operanti nella Sicilia della seconda metà del Novecento. Nella sala sono esposti quadri manifesti dove, fra l'altro, è testimone l'occupazione delle terre, movimento che esplose all'indomani del secondo dopo guerra novecentesco. Un piccolo gioiello appare il Ritratto di Pietro Nenni, dove la figura del leader socialista, coi suoi occhiali da intellettuale che gli danno un'aria mite e pensosa, viene tratteggiata su carta scurissima, tanto da essere metafora della faticosa volontà dei poveri e dei diseredati di venir fuori dal buio della storia e dell'ingiustizia. Di grande interesse, ancora, sono alcune opere degli anni Ottanta, testimoni di un'evoluzione del maestro verso esiti di realismo barocco e straordinariamente sognante. Di recente, grazie ad un contributo regionale, il museo-pinacoteca ha potuto acquistare opere provenienti dalla "Galleria Cavallotto" di Catania, dove il Maestro aveva realizzato le sue storiche tre mostre.

Le opere esposte sono: Studio del Pittore, Marina, Natura morta con teschio, Natura barocca, L'urlo (omaggio a Edward Munch), due Contadino, Donna, Paesaggio di Militello, Notturno con la luna, due Cambia la vita prima che essa cambi te, Natura morta, Resistenza, Donne e bandiere, Ricordando Picasso, due Figure, Fiori e luna rossa, Contadino di Militello, Incidente, Il giudice, Poesia, P38, Paesaggio, Ritratto di Pietro Nenni, Terremoto, Militello.

Stanza VI - Sala Salvo Basso

L'ultima stanza del piano nobile della struttura espositiva è dedicata a Salvo Basso, poeta scordiense spentosi prematuramente nel 2002 e che tanto amava la città di Militello. Sono presenti piccoli gioielli di poesia visiva, realizzati col mezzo fotografico e con la tecnica del collage, dove l'elemento centrale è rappresentato dalla simbiosi di parole ed immagini, attraverso la presenza di poesie ed aforismi, rafforzati nella loro comunicabilità dall'ausilio di fotografie o disegni. Nato a Giarre il 23 ottobre del 1963, dopo aver compiuto gli studi superiori presso il "Liceo scientifico E. Majorana" di Scordia, consegue laurea in filosofia con il massimo dei voti e la lode presso l' "Università degli studi di Catania", discutendo una tesi su Max Weber. Assessore alla pubblica istruzione nel Comune di Scordia, è stato tra i promotori del coordinamento delle città del Calatino per la cultura. Nel 1997 è stato nominato vicesindaco di Scordia, riconfermando il suo ruolo all'interno dell'Amministrazione Comunale di Assessore alla pubblica istruzione. È stato tra i promotori della rivista "Città di Città", periodico delle città storiche siciliane; ha collaborato con il mensile "Girodivite" e con "Eupolis", rivista delle città storiche toscane. Ha scritto inoltre poesie per la "Via Lattea", il "Bollettino Ebbro" e "Molloy". Nel 1997 ha pubblicato il volume di poesie Quattru Sbrizzi (ed. Nadir). Ha poi pubblicato Qo (ed. Dell'obliquo), Dui (Ed. Prova d'autore, 1999), Ccamaffari (ed. Prova d'autore, 2002, postumo), Salvopoesie 1979-81 (Ed. Prova d'autore, 2003, a cura di Renato Pennisi). Il poeta Salvo Basso si è spento a Scordia 26 aprile del 2002, all'età di trentasei anni, a causa di un tumore al cervello. La rivista "Girodivite" gli ha dedicato il numero 40 (nel 1998), e un numero speciale nel 2002 in occasione della sua morte. Salvo Basso è stato un autore che ha fatto della lingua siciliana uno strumento espressivo, nuovo, moderno. Espressivo ma allo stesso tempo pienamente consapevole della tradizione letteraria e poetica italiana degli ultimi anni. Ironia, gusto per l'aforisma, l'inciso fulminante ed intelligente, la capacità di cogliere la verità più dura ed imprevedibile. Per ciò che concerne i premi ed i riconoscimenti che egli ha ricevuto per le sue opere, possiamo citare la segnalazione del suo primo libro di poesie "Quattro Sbrizzi" al "Vann'Antò-Saitta" nel 1997, ed ha vinto il premio "Città di Marineo". Il libro "Dui" è stato segnalato al "Vann'Antò-Saitta nel 1999. Altri riconoscimenti sono il "Premio Erice nel 1998, il "Premio Speciale della Giuria" nel 1999, "Premio Mario Gori" nel 2000 e segnalazione al "Vann'Antò-Saitta", sempre nel 2000.

 

 

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